Considerando il "bareboat charter", ovvero l'istituto della dismissione temporanea della bandiera nazionale per noleggio a scafo nudo a soggetti esteri, la consistenza del naviglio a fine '94 ammontava a 2.034 unità per 8.527.593 Tsl (tabella 2). La tabella 2 mostra inoltre come il bareboat charter, pur incidendo in misura limitata sulla consistenza globale abbia registrato nel 1992 e nel 1993 un andamento in crescita; si è passati dalle 32 navi pari a 815.719 Tsl battenti temporaneamente bandiera estera nel 1992 (9,2%), alle 52 (1.028.496 Tsl) del 1993 (12%); nel 1994 tale processo, pur raggiungendo le 67 navi per 1.366.170 Tsl (16%) grazie all'internazionalizzazione della gestione navale, è stato meno significativo. Le direttive della CEE rivolte alla ristrutturazione della cantieristica e al rimodernamento del naviglio, sono state adottate, seppur tardivamente, anche in Italia; tale rinnovamento si è manifestato con lo "svecchiamento" della flotta (tavola 2), che a fine '94 registrava il 44,2% del tonnellaggio totale con meno di 10 anni di età, dato questo che allinea l'Italia agli stessi livelli della flotta mondiale, (11) e il 28,1% al di sotto dei 5 anni, e con la riconversione verso tipologie di navi vieppiù sofisticate e specializzate. Con l'introduzione della Legge 234/89, avvenuta nel 1990, ha preso il via un piano organico di costruzioni navali che interessa complessivamente 3.200.000 Tsl e che consente di rinnovare la flotta nazionale per oltre il 40%. (11) Secondo le statistiche del Lloyd's Register l'età media della flotta mondiale è aumentata ed è attualmente uguale a 18 anni; la quota di tonnellaggio con età inferiore ai 10 anni risulta pari al 36%, quella compresa tra i 10 e i 14 anni al 17% e quella con più di 20 anni al 19%. 23