Parimenti solo a partire dagli anni ’90 sono state approntate politiche specifiche a livello locale per il sostegno alla qualità aziendale. Di fatto, le scelte degli amministratori locali sono state influenzate dalle disponibilità di finanziamenti europei o nazionali più che da una analisi delle situazioni locali e delle esigenze reali delle imprese dei vincoli istituzionali, normativi e finanziari dei singoli strumenti, tra l’altro entro un quadro normativo nazionale e regionale assai carente. Il sistema italiano si trova quindi attualmente in una situazione delicata di transizione che vede ad esempio, accanto al nucleo limitato di centri servizi all’innovazione pienamente operativi e ben autofinanziati, un’ampia area grigia di strutture che sopravvivono o nascono e periscono con dispendio di denaro pubblico senza lasciare traccia. Si è visto come il successo di questi centri sia ancora strettamente legato alla vitalità delle aree in cui sono inseriti. Il loro compito infatti non è quello di operare come agenzie di sviluppo e questo spiega la loro rarefazione nelle aree deboli come il mezzogiorno, ma anche in quelle di più recente sviluppo del centro-nord. Tali connotazioni tuttavia sono state a lungo poco chiare per cui molte iniziative sono sorte con obiettivi ampi e generici quale conseguenza di una pluralità di fattori. Tra i più importanti la tipologia dei clienti, Pmi che necessitano di un approccio integrato “che inserisca la problematica tecno-logico-innovativa alTinterno del più ampio problema gestionale dell’impresa” (Bramanti, 1990); in secondo luogo i compromessi tra i vari interessi in gioco e soprattutto tra la volontà politica degli amministratori locali e la diffidenza delle imprese locali. Ciò si è purtroppo tradotto in un alto tasso di fallimento dei progetti proposti e comunque in ritardi nel passaggio alla fase operativa, mentre i centri di successo, in continua evoluzione, tendono ad assomigliare più a società di consulenza che ad agenzie pubbliche. Parimenti i modelli esteri inizialmente presi come riferimento, principalmente i Bic finanziati dalla UE ed i Pst francesi, inglesi e statunitensi, interagivano su realtà essenzialmente diverse da quelle italiane, in particolare da quelle caratterizzanti i distretti industriali. Talune tipologie di strutture come gli uffici di collegamento di uni- 42