Berlino (Pfirrmann, Schroeder, 1995) e per i centri servizi della Lombardia da parte del Cespri (Lissoni, Cusmano, Sironi, 1998). Tale valutazione di impatto ha l’obiettivo ambizioso di misurare Tefficacia (e l’efficienza) esterna: mentre la letteratura sull’argomento è molto articolata, nel caso dei Centri servizi, le applicazione sono abbastanza limitate. Infatti, quando il numero di strutture è più elevato la valutazione non può che basarsi su indicatori oggettivi raccolti presso le stesse con questionari postali. Si tratta di una valutazione più sintetica ed assimilabile ai sistemi di monitoraggio, volti a misurare essenzialmente l’efficacia interna, intesa come relazione tra risultati attesi e conseguiti: vengono utilizzati pochi parametri per delineare la portata dell’attività dei centri (numero e localizzazione dei clienti, tipo di servizi forniti) e le loro performance soprattutto in termini di autofinanziamento (ricavi, contributi). Occorre però classificare le strutture in modo sufficientemente omogeneo poiché vi è un’ampia casistica di centri apparentemente simili, ma diversi per compiti, dimensioni, attività. L’esempio più interessante di valutazione di questo tipo in Europa è lo studio condotto dal Cner, Comitato francese di valutazione della ricerca, sui circa 120 Critt (Centres regionaux de transfert de te-chnologié) esistenti in Francia (Cner, 1997). In Italia la valutazione delle politiche infrastrutturali per l’innovazione rappresenta quindi un terreno vergine con pochissime eccezioni: una riguarda il citato studio del Cespri, che tuttavia ha evidenziato come esistano ancora problemi concettuali nella scelta dei criteri di valutazione e, prima ancora, degli obiettivi della valutazione stessa, nonché della loro congruità con le relative politiche. A fronte di questi problemi ed in presenza di un universo di centri servizi italiani piuttosto numeroso, inadatto a tecniche di valutazione di impatto, il primo studio a livello nazionale del fenomeno, eseguito dal Ceris-CNR (Cariola, 97), ha scelto un approccio sostanzialmente simile a quello utilizzato dal Cner per i Critt, operando in primo luogo una riorganizzazione della materia in termini di “chi fa che cosa”, secondo una tipologia di analisi qualitati- 39