saggezza del buon padre di famiglia, dicono loro “ vi do’ soldi per qualche anno ma poi state in piedi con le vostre gambe”. I centri allora si spostano progressivamente là dove c’è una domanda pagante di mercato (certificazione, prove di laboratorio, formazione, ecc.). L’altra fonte di entrate sono i finanziamenti europei su progetti specifici di servizio che i centri più intraprendenti cercano di sviluppare. È un esito buono, questo, per la politica pubblica? La risposta è positiva se si ritiene che l’offerta di certificazione, prove e formazione fosse inadeguata, negativa in caso contrario. In regioni come la Lombardia, ma credo in gran parte dell’Italia del nord, il problema non è che c’è poca offerta privata di servizi, tutt’al-tro, c’è casomai una mancanza di domanda sia nei settori emergenti che nei settori tradizionali per i servizi più innovativi. Comunque sia, ho l’impressione che esista invece un tipo di servizi per il trasferimento tecnologico (che hanno a che fare essenzialmente colla diffusione dell’informazione, colla diagnosi dei singoli casi aziendali e colla rassegna dello stato dell’arte delle possibili soluzioni tecnologiche), che sarebbero molto utili ma sono poco domandati dalle imprese. Le imprese sono poco propense a pagare per questi servizi per ragioni riconducibili al rischio, all’incertezza, alla mancanza di informazione. Il punto che vorrei sollevare è proprio questo. Vi è quindi una scarsa offerta di questi servizi nel mercato, e le politiche di cui ho parlato non riescono a stimolare le imprese ad accrescerla. Gli attori pubblici mostrano una grande ansia di fare, ma sembrano incapaci di chiedersi quali siano gli obiettivi che contano nel campo del trasferimento tecnologico, come si misuri l’intensità di questo trasferimento, a quali indicatori abbia senso fare riferimento e quindi come si possano stabilire degli obiettivi e ancora quali procedure di monitoraggio a di valutazione possano adottare. Forse chi riflette sulla politica industriale dovrebbe allora aiutare gli attori pubblici a declinare meglio la missione da affidare ai centri a fronte delle sovvenzioni di cui godono, e di cui dovrebbero godere non solo nella fase iniziale. Servirebbe in particolare un contributo analitico per capire quali possono essere, in questo cam- 54