un modello, come noto, di settori tradizionali di consumo e della meccanica strumentale che incontra il vincolo di un mis-match tra l’offerta e la domanda di lavoro. L’offerta di nuovi diplomati e laureati che cercano spazio nei cosiddetti settori a innovazione tecnologica ad alta crescita (inclusa la New Economy), ed incontrano invece un sistema produttivo che sul mercato internazionale ha ancora i suoi punti di forza nei beni tradizionali di consumo e nella meccanica strumentale. Il primo punto di criticità è come potranno nascere, come potranno meglio crescere quelle (per ora poche) nicchie di produzione nei settori che sono ad alta domanda di lavoro qualificato, di skill, di laureati, di diplomati, imprese che hanno un’alta propensione multinazionale, e che hanno ovviamente un più alto tasso d’innovazione della media e che non sono nel nostro modello di specializzazione perché occupano delle posizioni ancora relativamente marginali. Questo è un problema che tocca anche il Mezzogiorno, quando si parla di nuovi settori. Si continua a pensare che il Mezzogiorno sia formato da imprese piccole che esportano gli abiti da sposa, i tappi di sughero, l’agro-alimentare, l’abbigliamento ecc. Ma il mezzogiorno si aspetterebbe un altro tipo di valorizzazione che facciamo fatica a incontrare perché presuppone una logica di venture capitai, di imprese nuove, di sviluppo anche nella meccanica di precisione, nel software e quant’altro. Quindi primo punto di criticità è la transizione verso un modello meno dominato da produzioni di beni e servizi, produzioni di fasi ad alta intensità di lavoro che devono necessariamente andare all’estero. Secondo punto di criticità è la transizione dall essere comprati, per così dire, al vendere, cioè ad avere una politica che fa il mercato, che arriva all’utilizzatore finale, al cliente finale, che ci sa arrivare, non si ferma all’intermediario. Come noto, noi siamo spesso comprati. Saranno i buyers presenti in Italia, saranno gli intermediari e grossisti, saranno i gruppi d’acquisto dei grandi magazzini, ma tendenzialmente molte di queste nostre imprese, anche molto brave nel prodotto, al momento in cui si tratta di esercitare un certo potere di mercato, cioè di fare una strategia di marchio, di im- 81