versità e centri di ricerca pubblici sono quasi sconosciute in Italia, così come i centri dimostrativi gestiti aH’interno di strutture universitarie o di ricerca. Le stesse strutture camerali in Europa sono quasi ovunque fortemente impegnate nell’erogazione di servizi, anche se spesso limitati all’informazione di base ed ai primi contatti. Le esperienze straniere si connotano per una forte specializzazione su uno o pochi obiettivi che sono funzionali agli interessi dei promotori. Così a livello di aree sistema o di poli produttivi specializzati difficilmente vi è un unico centro servizi poiché le varie componenti presenti localmente tendono ad operare individualmente anche se sinergicamente e le amministrazioni locali (comunali e provinciali), pur partecipando talvolta a singole iniziative, sembrano ormai orientate a creare, più che dei centri servizi, delle reti tra i vari attori operanti nel territorio o delle vere e proprie agenzie di sviluppo economico in grado di coordinare e stimolare operatori locali ed esterni. Inoltre il sistema industriale dispone, generalmente a livello settoriale di strutture specializzate nella ricerca e nella erogazione di servizi tecnologici, a carattere privato (in Germania e Regno Unito) o pubblico (in Francia, ma con un prelievo parafiscale sul fatturato delle imprese). Questo insieme di presenze istituzionali in Italia non esiste, caricando così i centri servizi di compiti di supplenza, comunque eccessivi rispetto alle risorse. Tale situazione se poteva essere giustificata in una fase pionieristica e spontaneistica di creazione di queste strutture, non ha oggi più ragione di sussistere alla luce soprattutto dei tanti fallimenti ed è tempo che le politiche regionali e locali di sostegno all’innovazione nelle Pmi assumano una veste più moderna ed adeguata. Questo vale sia per la parte infrastrutturale, sia, forse maggiormente, per la parte più tradizionale di sostegno diretto all’innovazione delle imprese. È infatti evidente, e la stessa difficoltà nel raccogliere i dati lo conferma, che le regioni italiane, percepito il problema innovazione, lo hanno affrontato con un approccio sostanzialmente tradizionale attraverso l’agevolazione finanziaria all’impresa. I successi che pure sono stati rilevati soprattutto per il sostegno alla 43