tante. Nella costruzione di una funzione di regolazione emergono questioni fino a ieri nascoste o inesistenti, tre delle quali possono essere brevemente citate in quanto costituiscono una sfida quotidiana all’attività del regolatore. La prima questione è quella del confine tra gli obiettivi prioritari del regolatore (concorrenza, efficienza, qualità del servizio e tutela dei consumatori) e gli obiettivi più politici connessi alla regolamentazione dei servizi di pubblica utilità, quali la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, lo sviluppo delle infrastrutture, la politica ambientale, le politiche sociali. Anche se i confini possono essere teoricamente tracciati, in pratica esiste una continua interazione tra i diversi obiettivi, dati i loro caratteri di interdipendenza. In secondo luogo, è in corso di costruzione un modello di rapporti tra regolatori, parzialmente disegnato nelle leggi ma tutto da costruire nell’esperienza quotidiana, e tra questi e l’esecutivo. Per quanto riguarda i rapporti tra regolatori settoriali e Autorità antitrust, esiste un chiaro modello di riferimento in base al quale il regolatore settoriale interviene sulle fasi monopolistiche della filiera e deve progressivamente ritirarsi da quelle in cui si costruiscono adeguate forme di mercato, dove prevale l’intervento dell antitrust; nella realtà le attività liberalizzate hanno anche bisogno una continua attività di regolamentazione proprio perché la concorrenza sia effettivamente realizzabile a parità di condizioni tra i partecipanti. Inoltre, appaiono emergere di tanto in tanto potenziali punti di dissenso tra regolatori indipendenti ed esecutivo. Questa dialettica è normale in tutti i paesi dove c’è una regolazione moderna e deve essere considerata fisiologica finché ogni soggetto rimane all interno dei compiti che la legge gli ha assegnato. La complessità della dialettica tra istituzioni può apparire più complessa in Italia rispetto ad altri paesi, forse a causa dell’ancor breve esperienza dei regolatori indipendenti. Terza ed ultima questione è quella della complessità della nuova regolazione. La separazione delle fasi e la liberalizzazione di quelle che possono essere sottoposte a concorrenza comportano un flusso 75