soggette ad agevolazioni. Negli anni oggetto di osservazione, la politica basata su sussidi e incentivi in conto capitale ai settori industriali e alle localizzazioni in particolari aree del paese era assai diffusa. Anche nel periodo successivo alla privatizzazione le imprese ebbero l’opportunità di attingere capitali a basso costo o a fondo perduto. Tale situazione è d’aiuto nello spiegare l’eccesso di capitale investito e le modeste performance relative alla produttività del capitale fisico e finanziario. La mancanza di selettività nelle erogazioni pubbliche e la disponibilità di risorse a basso costo possono aver limitato l’efficacia dei meccanismi di incentivazione attribuita al settore privato. La disaggregazione dei dati offre ulteriori spunti di riflessione che integrano le osservazioni precedenti ponendo l’accento sulla funzionalità del mercato finanziario. La totalità delle imprese oggetto di trasferimento è stata acquisita da gruppi. Tra questi, otto sono a controllo estero e la parte residua è a controllo nazionale. La tabella 2 permette di rilevare che la dinamica dell’efficienza dei due aggregati risulta molto differenziata. I gruppi esteri, a seguito della privatizzazione, conseguono un netto miglioramento di efficienza; al contrario, i gruppi nazionali evidenziano una stasi o una debole involuzione. I manager esteri sono forse più bravi nel selezionare le acquisizioni dal comparto pubblico? Crediamo di no! Essi sono certamente sottoposti a maggiore controllo da parte del mercato. Numerosissime indagini hanno denunciato le carenze di competitività del nostro mercato finanziario. La presenza di un capitale azionario concentrato nelle mani di poche famiglie e 1 esiguità del numero degli operatori ha creato una situazione di sostanziale debolezza delle regole che contraddistinguono il capitalismo manageriale. Le otto imprese oggetto di acquisizione estera sono certamente un campione esiguo per generalizzazioni convincenti. In ogni caso, i risultati di tali imprese paiono coerenti con 1 vincoli normalmente posti al management da parte di un mercato ove gli operatori competono per l’acquisizione delle risorse e per ottenere la fiducia degli azionisti. 62