a poco a poco a dare corpo al ruolo dell’economista d’impresa. Di qui all’idea di dare vita anche nel nostro Paese ad un’associazione professionale al riguardo il passo fu breve. Oggi gli Uffici Studi non sono più di moda, ma sono convinto che il ruolo dell’economista d’impresa, inteso come risorsa professionale in grado di fornire ai vertici aziendali quel supporto di analisi necessario ad anticipare gli eventi che sono aH’origine di continue opportunità e minacce per le imprese che operano sul libero mercato, sia quanto mai attuale ed importante. Scusandomi per essermi fin troppo dilungato su un’aneddotica personale, vengo al dunque. Scopo del mio intervento è di porre all’attenzione della comunità professionale qui rappresentata alcune questioni connesse allo sviluppo - nell’ambito di quella che viene chiamata la New Economy, o Webonomics, o “economia della conoscenza” - del commercio elettronico. Su questo fenomeno da tempo indaga un gruppo di ricerca del quale io faccio parte, che fino allo scorso anno si chiamava “Osservatorio Europeo sui Media Interattivi per il Marketing” e che di recente si è costituito in associazione senza scopi di lucro, assumendo la denominazione di “Interactive Media Research Group” o più brevemente Inter.Media. La nostra associazione ha sede in Torino ed opera con il sostegno di importanti aziende italiane particolarmente interessate allo sviluppo del commercio elettronico (per citare le più note: Bull Italia, San Paolo IMI, Monte dei Paschi di Siena, Telecom, SAI, SEP-Servizi e Progetti, Tecnes, SEAT, Banksiel e Studio Teos). In questa sede non mi è possibile, ovviamente, affrontare in modo approfondito tutti gli aspetti di natura strategica e di natura operativa del fenomeno sul quale la nostra associazione svolge attività di ricerca, fenomeno peraltro ormai all’ordine del giorno delle cronache dei giornali. Mi riprometto solo di fare una sorta di promemoria delle tematiche di natura economica e sociale che l’irrompere sulla scena delle nuove tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni (ICT), a mio giudizio, impone all’economista di impresa di affrontare. Sono infatti assolutamente convinto che mai come oggi 85