dustria, quale profilo di città e di sistema industriale. Abbiamo 30 anni di cumulato di conoscenze dietro, non possiamo fare delle generiche comunicazioni del «venite in Italia perché, perche» ... facciamo invece degli interventi specifici, in cui prendiamo un bandolo della matassa, cominciamo a tirarlo e farlo funzionare. Il primo passaggio è la qualità della gente, la qualità delle persone, formazione da una parte e università dall’altra. Noi dobbiamo avere la capacità di usarle in maniera più specifica, più puntuale. Abbiamo tanti esempi, abbiamo tante prove di questo, quando usiamo la formazione professionale non come una dichiarazione generica, ma come degli interventi di spillo che arrivano lì e colpiscono. Generando in tempi abbastanza brevi degli enormi risultati.
Proviamo settore per settore a guardarci in faccia. Io ho l’impressione che, tutto sommato, abbiamo un’enormità di cose già pronte o quasi pronte sulle quali bisogna concentrare l’entusiasmo del “proviamo”.
Voglio pensare che Sviluppo Italia rimanga sempre piccola, io farò sì che rimanga una piccola squadra di assaltatori. Perché in una piccola squadra di assaltatori uno ha bisogno degli altri e non viene la tentazione dell’istituzione. La mia ambizione è che Sviluppo Italia sia non un palazzo, ma una vetrina, un bel negozio con dentro quattro persone gentili che ringraziano chi va a domandare informazioni. L’idea è che uno, quando vuole un’informazione e va al Ministero dell’Industria, non veda come prima persona un carabiniere che gli domanda i documenti. Una vetrina in cui uno ha diritto alle informazioni, poi delle informazioni ne fa quello che gli pare, ma questa è l’idea del diritto all’informazione, del diritto a lavorare sull’intelligenza delle persone. E così ho anche l'impressione che mentre faremo piccole cose, queste piccole cose avranno valore se manterremo la tensione della riflessione e la visione lunga. Questo è il mandato specifico degli economisti di impresa. Per anni abbiamo vissuto l’idea, e voi lo sapete, in cui si immaginava che l’economista di impresa non ci fosse, forse perché in passato avevamo degli uffici studi che venivano concepiti al di fuori. Ma
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