gli operatori non è mai completamente razionale. In primo luogo perché nessuno di essi dispone di tutte le informazioni. Secondariamente, perché la limitatezza delle risorse disponibili al singolo operatore può impedirgli di intraprendere ciò che ritiene conveniente, mentre gli attriti del mercato possono impedirgli di raccogliere presso altri le risorse che gli mancano e che potrebbe ben remunerare. Ma l’ostacolo alla massimizzazione dei benefici che sta assumendo sempre maggiore importanza è rappresentato dalla creazione di estemalità. Quando le risorse impiegate dal singolo operatore producono risultati utili anche ad altri e da essi liberamente appropriabili, si verifica che l’operatore gode solo di una parte dei frutti che la sua azione produce. Ma poiché egli giudica della convenienza solo in funzione dei frutti che gode in esclusiva, a quelli commisura il suo investimento, dimensionandolo secondo un ottimo individuale.
Un tipico esempio di estemalità si ha quando un’impresa istruisce un dipendente. Dall’investimento essa trae un vantaggio, ma anche il lavoratore ne è avvantaggiato e in un momento successivo il vantaggio potrebbe trasferirsi al concorrente che riuscisse a sottrarre il lavoratore all’impresa formatrice. Di qui l’interesse dell’impresa a limitare l’investimento in formazione allo stretto indispensabile, deliberatamente minimizzando i frutti che cadono all'esterno (per esempio, impartendo un addestramento specificamente focalizzato ai fabbisogni del proprio processo, in modo da limitare la trasferibilità delle abilità conferite e contenere il potere di contrattazione salariale che ne deriva). La creazione di estemalità caratterizza molte delle attività di impresa, ma essa è presente soprattutto quando si investe in conoscenza, dato il carattere difficilmente appropriabile dei risultati. Di qui il sistematico sottoinvestimento in conoscenza da parte delle imprese.
L’investimento in conoscenza è quindi tra tutti i tipi di allocazione delle risorse da parte di un sistema di mercato, quello che registra un più ampio divario tra i risultati spontaneamente derivanti dal comportamento degli operatori e un ipotetico ottimo collettivo. Un
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