“Nell’area di Alba-Bra il recente processo di industrializzazione sembra
essere stato il risultato congiunto di un’induzione di un’attività di supporto da
parte di alcuni stabilimenti di grande dimensione e di un progressivo passaggio
dal lavoro autonomo nell’agricoltura e nell’artigianato all’imprenditoria minore,
spesso dopo un’esperienza attraverso il lavoro dipendente industriale. Le
competenze professionali apprese all’interno dei grandi stabilimenti e le
aspirazioni al lavoro autonomo derivanti da una cultura contadina si sono
combinate dando vita a una certa diffusione di piccole imprese industriali.
Anche in quest’area, dunque, i neo-imprenditori provengono dalla
grande impresa, ma le loro motivazioni appaiono in parte differenti, positive,
piuttosto che di ripiego” (Ires, 1991a).
Sempre in Ires (1991a) viene posto in evidenza che l’area di AlbaBra è caratterizzata da una diversificazione settoriale più elevata, rispetto
alle aree di Ivrea e di Biella, tale da conferirle una situazione
apparentemente più stabile.
Inoltre, contribuisce fortemente a contraddistinguere l’area
considerata come un’area particolarmente interessante per il suo
apparato produttivo, l’emergenza, tra le imprese di piccola dimensione,
di uno dei più importanti ed internazionalizzati gruppi del settore
alimentare: la Ferrero.
Infatti, solo la metà del fatturato di tale gruppo è di produzione
italiana: le sue consociate produttive (di cui però il gruppo mantiene la
maggioranza nel pacchetto azionario) sono situate in Germania, Francia,
Gran Bretagna, Australia e Portorico, mentre le consociate commerciali
sono distribuite in una decina di altri paesi. Inoltre, il gruppo copre circa
il 60% delle esportazioni italiane del settore pari ad un terzo della
produzione italiana.
Al considerato settore si affianca quello dell’abbigliamento con la
presenza di un’azienda leader, la Miroglio, anch’essa di rilevanza
internazionale.
Ciò fa sì che il sistema albese si configuri come un importante
“nodo” della rete globale delle relazioni industriali alla scala
internazionale e, al tempo stesso, un sistema profondamente radicato nel
tessuto produttivo locale; l’area, cioè, sembra possedere peculiarità tali
da consentirle di saldare il “nodo” appartenente alla “macrorete globale”
alla microrete delle relazioni locali, pur estesa su una superficie non
irrilevante nel contesto regionale.

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