Dalla Commissione americana alla Commissione reale canadese su banche e finanza 2.13. Sin qui, un rapido bilancio delle conclusioni raggiunte dalla Commissione americana per la moneta ed il credito, nel suo Rapporto ufficiale. Quest’ultima pubblicazione fu ben lungi dall’ottenere quella rinomanza che ancora oggi è prodigata al Rapporto Radcliffe. Il fatto che i lavori della Commissione non si siano conclusi con un unico documento, sottoscritto in modo unanime da tutti i componenti, fu forse un primo fattore di delusione. Un secondo fattore di minor apprezzamento si ritrova nel constatare che la serie degli atti, destati dalla Commissione americana, è ancor oggi incompleta. Si va lentamente completando con apporti via via pubblicati dall’editore Prentice - Hall, in una collana di volumi che attende ancora (ed attenderà per qualche tempo) la sua serena valutazione. Le discussioni, comunque, sul modo di condurre innanzi una politica associando il Fisco al Tesoro ed alle Banche della riserva federale, sono fra le più interessanti: anche per le ricerche fattuali messe a punto in quell’occasione. Tutto ciò ammesso e ripetuto, resta ben fermo che il Rapporto americano è indubbiamente meno originale del Rapporto Radcliffe. Si legga lo studio del Beckhart: Il rapporto della Commissione americana per la moneta ed il credito, che riportiamo in queste nostre Letture. La sua inclusione ha destato qualche perplessità. È infatti un testo troppo proteso verso una critica distruttiva; comunque, di certo, un testo che sottovaluta le annotazioni critiche apposte da singoli commissari, alla lezione di base. Pertanto, a bilanciare in un certo senso quei giudizi (e, nello stesso tempo, per richiamare l’attenzione su ciò che si poteva ritenere generalmente valido per l’esperienza americana) riportiamo pure, nella nostra collezione, il lavoro dei coniugi Wallich: Ciò che la Commissione americana per la moneta ed il credito ha detto all’Europa. Non è certo un testo che possa vantare la profondità di taluni altri, accolti in questa nostra collezione. Ma, oltre alla sua forma piana, ha il pregio di riprendere, qual punto di riferimento, anche il Rapporto Radcliffe; di porre in luce concordanze e differenze fra il documento inglese e quello americano. In un certo senso esso, dunque, prepara al 42