dotti finiti, recava danno piuttosto agli Stati Uniti che all'Europa.
          Queste le principali misure adottate dagli Stati Uniti verso l'Europa e specialmente verso l'Europa ampliata.
          Contemporaneamente il "Gruppo dei Dieci" (dove Connally si affian ca a Burns) acconsente, meglio si direbbe stimola, rivalutazioni in varia misura allo scopo di migliorare, con l'andar del tempo, non soltanto la bilancia dei pagamenti globale americana, ma la bilancia commerciale ed in partite correnti. Questa rivalutazione, si è già detto anche agli inizi del dicembre, quindi quando pronunciamo questa nostra conversazione, riguarda anche l'Italia.
           L'Italia, com'è noto, aderì al Fondo Monetario il 27 maggio 1947. Ebbe, tuttavia, a comunicare ufficialmente la propria parità con il dollaro nella misura di 625 lire per un dollaro, solo a partire dal 30 marzo 1960.
           In precedenza, i cambi erano fissati con decreti ministeriali.
     Il sistema di computo era fissato dal D. C. P. S. (De Nicola) del 28 novembre 1947 n. 1347.
           In linea di fatto, il cambio della lira con il dollaro è passato da 19 lire nel 1939, a 225 lire nel 1946; a 350 nell'agosto 1947, per salire a 575 dal novembre 1947 all'autunno 1949, cioè all'epoca della svalutazione della sterlina.
           Successivamente il cambio si è aggirato su 625 lire per un dollaro,, accrescendo la sua flessibilità con l'ampliare la banda di oscillazione e gli interventi della Banca centrale. A questo punto s'innestano, nel nostro caso, le innovazioni di fine 1971. Cioè la rivalutazione Nixon-Con nally-Burns.
           Dopo il dicembre '71, la lira italiana tende a rivalutarsi del 7,48%
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