2.   IL PATRIMONIO ESISTENTE E L'OFFERTA PUBBLICA:              BENI
           CULTURALI, MUSEI, BIBLIOTECHE
           Uno studio della Regione rende possibile una valutazione del patrimonio monumentale, archeologico ed ambientale del Piemonte in 26.988 beni culturali, dei quali 1.196 centri storici. Si tratta ovviamente di siti ed oggetti assai diversi tra di loro, talora di grande importanza monumentale o paesaggistica, talaltra di interesse prevalentemente filologico. Un terzo di questi "oggetti", ad esempio, è costituito da "piloni votivi e cappelle", la cui rete sul territorio è fondamentale per individuare stratificazioni e percorsi storici, ma il cui valore a fini di riuso e di attualizzazione è certo minore.
           Un dato dimensionale come questo non è in se comparabile immediatamente con altre regioni, avendo prevalentemente un significato inventariale ed anagrafico. Esso tuttavia mette in luce una consistenza patrimoniale che in Piemonte è stata spesso sottovalutata e scarsamente valorizzata. A differenza che in altre regioni italiane, ove si pongono problemi di eccessivo affollamento turistico, il Piemonte rappresenta forse l'altra faccia di quella "dissipazione di una risorsa culturale" su cui ha recentemente richiamato l'attenzione il convegno dell'"International Council of Monuments and Sites" tenutosi nell'aprile scorso a Torino. Il problema è dunque nel trapasso da un concetto estetizzante dei beni culturali come "oggetto storico-critico" ad una ridefinizione di essi come "risorsa", individuando i criteri per politiche di tutela, di razionalizzazione e di coordinamento degli interventi di manutenzione e restauro e di nuova fruibilità nel quadro più generale delle rinnovate valenze del settore "cultura".
         D'altra parte, la notevole consistenza del patrimonio artistico monumentale in Piemonte risulta anche dai dati 1985 (Tab. 2) di fonte ISTAT relativi agli "Istituti statali di antichità e d'arte" (musei, gallerie, monumenti e scavi facenti capo al Ministero dei Beni Culturali e Ambientali) che consentono qualche considerazione comparativa con altre regioni e forniscono anche indicazioni circa il rapporto tra il capoluogo metropolitano e le altre province piemontesi. Riassumendo brevemente le principali considerazioni che in merito si possono fare si osserva che:
    a)    in Piemonte è localizzato un alto numero di istituti statali, maggiore ad esempio che in Lombardia (13 contro 10), anche se ovviamente minore di quello relativo a regioni storicamente privile-
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