registrano. Una leggera crescita si è avuta anche nelle città di Savigliano e Mondovì, dovuta, in particolare per Mondovì, a immigrazione. La città di Saluzzo, che nel passato aveva evidenziato dinamiche positive, nel 1986 ha invertito la tendenza, perdendo residenti. Tutte le altre città considerate, tranne alcune che sono rimaste sui livelli di popolazione del 1985, hanno perso popolazione, in linea con il trend che le interessa da alcuni anni.Le perdite più consistenti si sono avute a Torino, Ivrea, Moncalieri, Vercelli, Verbania, Alessandria e Novi Ligure. Tali trends negativi sono in genere dovuti al combinarsi di saldi naturali e migratori negativi. Tuttavia alcune città (Pinerolo, Biella, Saluzzo, Casale e Tortona), pur avendo saldi migratori positivi, nel 1986 hanno perso residenti a causa di saldi naturali negativi relativamente elevati. In ogni caso, il persistere di saldi migratori positivi in molte delle città considerate conferma l'esistenza di processi di polarizzazione minore nelle realtà decentrate rispetto a Torino la quale, come si rileva dai dati della tabella 3, anche nel 1986 ha avuto un deflusso netto di migranti. Un'ultima considerazione sul grado di urbanizzazione della popolazione regionale (dato dal rapporto fra la popolazione residente nelle 29 città considerate, e la popolazione regionale totale): quest'ultimo è diminuito dal 51,3% nel 1980 al 50% nel 1986. L'evoluzione dell'area metropolitana torinese Dal’ 1981 l'area metropolitana torinese, costituita da Torino più 52 comuni della cintura (Tab. 4) ha perso continuamente popolazione, passando da 1.854.841 nel 1981 a 1.787.482 nel 1986; la flessione sembra però attenuarsi negli ultimi due anni. E' il saldo migratorio negativo a causare il trend appena descritto, mentre il saldo naturale dell'area considerata, pur negativo, assume valori relativamente bassi per la presenza di comuni ad alta natalità nella prima cintura torinese. L'evoluzione demografica dell'area metropolitana è il risultato di traiettorie opposte della città di Torino, da una parte, e della cintura dall'altra. Mentre la prima ha vissuto nel decennio in corso un ridimensionamento continuo, massimo negli anni dal 1981 al 1983, la cintura è specularmente cresciuta in popolazione, soprattutto negli anni appena citati, per un evidente fenomeno di riallocazione 18