4 ferenziato a seconda delle varie aree. In primo luogo va rilevato che si evi denzia un'area costituita dalla pianura fra Cuneo e Torino - comprensiva perciò dei territori pianeggianti dei comprensori di Cuneo, Salu zzo-Sa viglia no-Fossano, Pinerolo e Torino nella sua parte meridionale- in cui l'agricoltura presenta un elevato livello di sviluppo e di dinamismo, così come appa re estremamente efficiente l'agricoltura dell'area a monocoltura risicola, so prattutto vercellese. Nel Novarese sono presenti aree che dal punto di vista della adattabilità a tale coltura possono essere considerate marginali , per difficoltà di irrigazione dovute tanto a carenze idriche che alle caratteristiche pedologiche e morfologiche dei terreni. E' probabile che in queste aree altre colture possano utilizzare meglio le condizioni ambientali, dando vita ad un'agricoltura di maggior livello tecnico e produttivo dell'attuale. Decisamente più critica appare la situazione delle aree pianeggianti del comprensorio alessandrino, dove si nota un arretramento della zootecnia a favore della cerealicoltura e dove stanno riducendosi aree ad orticoltura in tensiva come quella di Castellazzo Bormida. Lo stesso fenomeno è anche av vertibile per alcune aree orticole di pianura del comprensorio casalese. Se per l'orticoltura le cause di crisi vanno ricercate in un complesso di fattori in cui entrano anche i problemi di mercato, per le altre colture l'aspetto de terminante, oltre ad una certa inadeguatezza strutturale -che peraltro nell'attuale fase di attesa dei dati censuari è difficile da valutare in tutti i suoi riflessi- è dato dalle carenze idriche che affliggono le aree indicate. Nel corso di questa ricerca sono stati esaminati, come già si è detto, i rapporti esistenti fra l'agricoltura e le altre componenti del sistema agro-alimentare . Il giudizio che si ricava dagli esami svolti è che l'agricoltura piemontese, se ha effettuato negli ultimi lustri uno sforzo considerevole, peral