esperti ha costituito un primo risultato dell’attività; — un approfondimento dell’analisi della propensione allo spostamento dei soggetti costituenti l’offerta di lavoro, mediante la sperimentazione di una metodologia di individuazione dei mercati del lavoro, alternativa e complementare a quella applicata nell’anno precedente; inoltre si è proposta una analisi dei bacini di pendolarità attraverso l’individuazione di opportuni indicatori caratterizzanti i bacini specifici per settori e per figure professionali. COSTRUZIONE DELLE MATRICI DI FLUSSO DELLE FORZE DI LAVORO PER LA REGIONE PIEMONTE STUDIO DI FATTIBILITÀ Nel lavoro sono organizzati i materiali teorici ed esaminate le esperienze in merito all’elaborazione di flussi di manodopera (ed altri). Tale questione viene posta e sviluppata a partire dal riconoscimento che si tratta di un obiettivo motivato da esigenze di integrazione e di affinamento degli strumenti di analisi delle dinamiche occupazionali e del mercato del lavoro attualmente disponibili e non sempre sufficienti al fine di cogliere appieno il senso delle profonde e rapide trasformazioni che, nella prima metà degli anni ’80, si sono modificate nell’economia e nella società. Si esaminano innanzitutto le esigenze e le motivazioni di tale obiettivo, in relazione al cambiamento tecnologico e dell’assetto del sistema produttivo (industriale manifatturiero, in primo luogo) e, ancora, in rapporto alla fase di transizione alla società post-industriale (nelle sue implicazioni di modifica delle strutture e stratificazioni sociali oltre che di ridislocazione territoriale degli insediamenti produttivi e residenziali). Di qui la necessità di ridefinire e riorientare la strumentazione di indagine utilizzata nella ricerca socio-economica. Si considerano poi le metodologie disponibili e le esperienze realizzate sia direttamente orientate all’obiettivo qui indicato (matrici dei flussi di forza lavoro), ovvero quelle basate su elaborazioni dei files di tipo longitudinale tratti dalla rilevazione campionaria ISTAT sulle forze di lavoro, sia orientate allo stesso obiettivo per altra via (flussi da elaborazione di stock). Le conclusioni, pur richiamando i problemi emersi, sciolgono positivamente il quesito sulla fattibilità delle matrici di flusso delle forze di lavoro a scala regionale a condizione di mettere in campo non indifferenti risorse tecniche e professionali. MIGRAZIONI ED EVOLUZIONE DELLA STRUTTURA SOCIO-ECONOMICA E TERRITORIALE REGIONALE CONTINUAZIONE DELL’INDAGINE Si tratta di ricerca a carattere pluriennale. Nell’annualità 1986 si era realizzato: — un’analisi della struttura dei movimenti migratori tra regioni e dentro la regione Piemonte (per un singolo anno); — un’analisi dei motivanti dei movimenti migratori (iniziale e sostanzialmente limitata al- 7 la città di Torino). Per l’anno 1987 si è proceduto nelle due predette linee: a) analisi della struttura dei movimenti migratori: gli studi sono stati estesi a più anni (1980-1985) e da un approccio analitico si è passati ad un approccio sintetico volto a descrivere le fondamentali linee di evoluzione del fenomeno migratorio, tentando di collegarlo con la situazione socio-economica e territoriale; b) analisi dei motivanti dei movimenti migratori: gli studi sono stati consolidati per quanto riguarda la città di Torino, ottenendo un campione significativo per analisi più fini di quelle già condotte. Questi studi sono stati estesi ad alcuni altri comuni del Piemonte, al fine di un confronto tra le molteplici realtà territoriali. STUDI E LINEE PER IL PIANO PLURIENNALE PER LE ATTIVITÀ DI FORMAZIONE PROFESSIONALE Nel corso del 1987 la Regione Piemonte ha incaricato l’IRES di predisporre un quadro articolato di studi finalizzati alla definizione del Piano triennale 1987-1991 delle attività di Formazione Professionale in Piemonte. L’ampio materiale raccolto ed elaborato col concorso di numerosi esperti ed uffici pubblici, ha dato modo di realizzare un rapporto le cui parti hanno avuto per oggetto: 1) il sistema delle imprese e l’occupazione: un esame della domanda di professionalità; 2) il rapporto fra sistema scolastico e sistema formativo: esame dell’output ai vari livelli del sistema scolastico piemontese e del rapporto fra offerta potenziale e utenza dei servizi di Formazione Professionale; 3) l’organizzazione e il funzionamento delle attività di Formazione Professionale nell’ambito di alcuni paesi europei e nell’ambito della Regione Piemonte; 4) le fonti, l’entità e le modalità di finanziamento del sistema di Formazione Professionale ATTIVITÀ DI RICERCA E DI OSSERVATORIO