Per Torino paiono amplificarsi i fenomeni di travaso verso il territorio circostante il comune. La città non solo mostra il calo demografico di gran lunga più consistente, ma presenta una contrazione significativa del numero delle famiglie e del patrimonio residenziale occupato, pur continuando ad avere un tasso di non occupazione di poco superiore solo a quello della città di Alessandria. La dimensione media familiare subisce qui la riduzione più marcata, ulteriore conferma del processo di frammentazione familiare in atto nella città. La crescita del resto della provincia è la più intensa rispetto a quella di tutte le altre province, ma riesce solo in parte a compensare il calo di Torino. All'estremo opposto, la provincia di Novara ha nel suo capoluogo il principale fulcro di crescita. Qui popolazione, famiglie e abitazioni presentano le variazioni più elevate rispetto a tutti gli altri capoluoghi. Nel resto del territorio provinciale sono soprattutto le abitazioni a registrare incrementi di rilievo. Cuneo, l'unica provincia a mantenere intatto il suo potenziale demografico, si caratterizza per il relativamente più debole dinamismo del capoluogo rispetto al resto del territorio provinciale, dove l'incremento delle famiglie e delle abitazioni occupate è di poco inferiore solo a quello della provincia di Torino. Analogamente alla città di Torino, il comune di Cuneo presenta un calo modesto dello stock complessivo delle abitazioni a causa di una contrazione consistente delle abitazioni non occupate. Le province di Vercelli e, in particolare, di Alessandria, mostrano segni evidenti di declino. Entrambi i capoluoghi, come quello regionale, presentano un calo della popolazione e delle famiglie superiore a quello che si registra nel resto dei rispettivi ambiti provinciali. Per entrambi i capoluoghi, inoltre, si. verifica una riduzione delle abitazioni occupate, seppur inferiore a quella della città di Torino. Il comune di Alessandria registra anche un calo significativo di quelle non occupate: complessivamente lo stock abitativo della città subisce la riduzione più elevata fra tutti i capoluoghi. Le variazioni nella provincia di Asti indicano una relativa stazionarietà del capoluogo per quanto riguarda sia le abitazioni occupate, sia le famiglie, mentre la popolazione subisce un calo sostanziale. Nonostante il modesto incremento delle abitazioni non occupate, il tasso di inoccupazione risulta il più elevato fra tutti i capoluoghi. Un andamento contrastante caratterizza il resto della provincia, dove ad un calo di popolazione, seppur limitato, si accompagna un incremento apprezzabile delle famiglie e delle abitazioni occupate.