3 1. Introduzione Le strutture gerarchiche, in quanto forma primaria di manifestazione dell'organizzazione spaziale degli insediamenti umani e produttivi, costituiscono ovviamente uno dei principali oggetti di studio delle seien ze del territorio. Per questa centralità, l'argomento ha conosciuto, in passato,momenti di acuto interesse da parte degli studiosi (Auerbach, 1913; Christaller, 1933; Beckmann e McPherson, 1970). Recentemente, dopo un periodo di relativa disattenzione, due ordini di motivi hanno riportato in primo piano questo filone di studi. Un motivo, di ordine interno al crescere metodologico delle scienze territoriali, è costituito dalla acquisita possibilità di trattare, congiuntamente e con eguale approfondimento,,la problematica gerarchica e la problematica della distribuzione spaziale delle attività. Lo sviluppo della teoria dell'interazione spaziale (e dei relativi modelli) è stato lo strumento di tale integrazione (Wilson, 1977). Un motivo, di ordine più generale anche se con profonde connessioni metodologiche, è costituito dalla nuova ottica che si è venuta imponendo negli studi del territorio, e cioè l'approccio dinamico noh-lineare (alternativamente detto, dei processi catastrofici, del mutaménto discontinuo, dell'irreversibilità ecc.) (Alien et al., 1984). Aspetti, quali le trasformazioni strutturali, la stabilità o la cri ticalità dei sistemi, i meccanismi morfogenetici stanno oggi al centro dell'interesse sia dell'analisi sia della pianificazione urbana e regionale (Rabino, 1985). E' naturale che,in tale contesto,1'organizzazione gerarchica, che è per sua intrinseca natura una manifestazione struttura le, richiami una nuova attenzione. In più, rispetto al passato, nel nuovo clima culturale c'è anche