DIBATTITI
sottolineano come l’obiettivo in questo campo non sia più limitato alla promozione di risorse puntuali di elevato pregio, ma includa un’attività promozionale più “alta”, mirata a riunire risorse di valore specifico, a volte limitato, per costruire opportunità turistiche più complesse; il che farebbe crescere, rispetto al passato, l’impoitanza delle competenze progettuali. Questa necessità di “vedere” un insieme complesso e organizzato di risorse come un prodotto turistico, e di implementarne 0 funzionamento, richiede a sua volta la capacità di mettere insieme attori diversi, pubblici, privati, not-for-profit, volontari.
    Il Piemonte è da tempo alla ricerca di strade per il rilancio della propria attività turistica. È fin troppo evidente che questo rilancio non può passare, proprio per le
                                                  Soltanto una strategia che sappia coinvolgere sia gli enti locali che la popolazione può far fronte ai rischi connessi alla trasformazione della funzione delle risorse ambientali
caratteristiche nuove che sta assumendo il mercato, esclusivamente attraverso i prodotti tradizionali, che pure rimangono importanti, quali il turismo lacuale o quello delle località sciistiche più note. Si avverte l’esigenza di puntare anche su nuove tipologie di prodotto-vacanza, quali ad esempio il turismo culturale e più in particolare quello urbano, quello termale e neosalutistico, quello ambientale e legato alle aree protette, quello dell’escursionismo eno-gastronomico. In questo campo sono state sviluppate significative esperienze di promozione di aree basate sulla sinergia fra le diverse risorse, sovrapponendo più assi di valorizzazione: culturale, ambientale, di folclore e tradizione locale (cfr. articolo di Umberto Fava, Un’identità piena di risorse).
    Si tratta di esperienze esportabili in altri territori regionali? E a quali condizioni? Anche per rispondere a queste domande l’Ires ha in programma un’attività di indagine pluriennale sull’area della città di
Acqui, legata al progetto di rilancio delle Terme.
La sfida dell’informazione
    In un contesto che vede la presenza di molte risorse ambientali, culturali e turistiche, ognuna delle quali dotata di scarsa capacità di attrazione verso il pubblico, ciò che viene chiesto alla promozione turistica non è soltanto la diffusione, la più ampia possibile, di un messaggio relativamente puntuale (una vacanza al lago, una settimana bianca), ma la capacità di offrire una “visione” di vacanza, di “raccontare una storia”.
    Ciò che occorre è fare emergere e rendere percepibili le reti invisibili costituite dall’insieme delle risorse ambientali e culturali di una regione, in modo da trasmettere l’immagine di un prodotto turistico non massificato ma “su misura”, flessibile e adattabile alle esigenze della domanda nascente.
    Emerge così la rilevanza dell’elemento informativo. L’offerta di un prodotto individualizzato in luogo di un prodotto di massa rende necessario, fra l’altro, veicolare una informazione mirata anziché indifferenziata. Questo significa che l’informazione ricopre un ruolo cruciale e che la scelta di canali e di strategie di comunicazione efficaci e opportunamente tarati rispetto agli obiettivi, soprattutto quando sono in gioco le nuove tecnologie, diventa più importante che effettuare investimenti nell’informazione di massa (cfr. articolo di Laura Williamson, Tecnologie prò ambiente, queste sconosciute.
I rischi
    L’attività di valorizzazione delle risorse ambientali e culturali presenta due rischi di deterioramento del patrimonio.
    Il primo è connesso al sovraffollamento e ai danni che può produrre su ambienti, naturali o urbani, fragili o comunque con carrying capacities limitate. Normalmente questo pericolo è stato affrontato con politiche di zoning, di contingentamento delle visite, di miglioramento dei sistemi di prenotazione, di promozione dei periodi di bassa stagione. Un approccio maggiormen-
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