inquadrano bene nella casistica delle aree a tradizione industriale, che hanno visto, o vedono, erodere le loro tipiche specializzazioni manifatturiere. Entrano allora in una situazione evolutiva non interpretabile immediatamente come un processo di declino, ma come la sofferenza di una transizione, un faticoso rimescolamento strutturale volto ad aggiornare e riconvertire le competenze, alleggerire o ridislocare le componenti obsolete, annodare nuove filiere produttive, riclassificare le proprie relazioni con l'esterno. Di tale travaglio, il declino può essere uno degli sbocchi possibili; non necessariamente il più probabile. Vediamo dunque alcune peculiarità dinamiche, tipiche delle regioni europee di vecchia industrializzazione, così come emergono da un insieme già sufficientemente illuminante di studi di caso e analisi comparative (ad esempio da quelli di Michel Quevit): - si tratta di aree in cui l'antica vocazione mani- Fig. 6 - Indici regionali di propensione all'export, totale e per prodotti ad alta tecnologia. Percorsi regionali 1985-1992 4,000 -r- 3,500 -- 3,000 -- Piemonte o 2,500 -- 2,000 io—^ Lombardi; 1,500 -- Lazio 1,000 0,500 - - Campania Liguria O Emilia Rom. Toscana Veneto 0,000 0,000 0,500 1,000 1,500 Export totale 2,000 2,500 -O-Percorso region. • Ultimo anno -----Liv. nazionale ... ,. % export su totale nazionale Indice di propensione = —--—:----:-— Fonte: elaborai, di dati ICE % popolazione su totale nazionale Fig. 7 - Spesa in ricerca e sviluppo per abitante, al 1990 (000 di lire) Piemonte Lombardia Veneto Liguria Emilia- Toscana Romagna Lazio Campania ITALIA Fonte: lstat PIEMONTE: COSA C'È OLTRE LA RECESSIONE?