RETI: TELECOMUNICAZIONI IN PIEMONTE Il Piemonte è storicamente uno dei poli nazionali di radicamento dell’industria telefonica ed elettronica e il know-how tecnologico e gestionale concentrato nell’area ha scarsi riscontri nel resto del paese. Tuttavia i contenuti consumi telefonici e i segnali contraddittori relativamente all'Impegno del gestore nazionale delle tic nella regione rischiano di mettere a repentaglio le opportunità aperte dall’attuale fase di grande sviluppo del settore. È necessario un rilancio dell’impegno pubblico e privato per cogliere al meglio la sfida portata dai nuovi prodotti e servizi e dalla fine del monopolio pubblico. Dall'estate scorsa, con la nascita di Telecom Italia, anche il nostro paese ha avviato il difficile processo di smantellamento del monopolio telefonico pubblico. Nei prossimi anni l’industria delle telecomunicazioni italiana dovrà affrontare una fase di imponenti e rivoluzionarie trasformazioni in un settore ormai diventato uno dei fattori cruciali di sviluppo delle moderne democrazie industriali. Ritardi, difficoltà e sfide del big-bang telefonico nazionale sono stati diffusamente illustrati in tutte le sedi sicché sono ora parte stabile del repertorio folkloristico economico politico al pari del debito pubblico, del nodo pensionistico, del trattato di Maastricht e di quant’altro connesso. In concreto l’evoluzione in atto nel settore essendo in larga misura legata a rapide innovazioni tecnologiche e imprevedibili decisioni politicoeconomiche non è facilmente inquadrabile. L’IRES ha comunque cercato di fare il punto sulla situazione in Piemonte raccogliendo i dati disponibili e interrogando i protagonisti locali. La domanda in Piemonte A giudicare dai consumi telefonici registrati dal gestore nazionale, i piemontesi non rappresentano un’area di business particolarmente esaltante. Da anni la bolletta piemontese occupa una delle posizioni più basse nella classifica delie regioni italiane. Tutti gli indicatori, se si esclude il numero di abbonati per abitante, sono al di sotto della media nazionale e la posizione relativa della regione tende addirittura a peggiorare nel corso del tempo, infatti tra il 1987 ed il 1992 gli abbonati sono cresciuti del 24% in media nazionale, ma appena del 17% in Piemonte. Inoltre, se il polo metropolitano di Torino si piazzava al 3° posto dopo Milano e Roma sui volumi di traffico telefonico intermetropolitano relativi al 1985, subito va rilevato che anche il traffico intercontinentale e internazionale è in Piemonte inferiore alla media nazionale. Nonostante la presenza di grandi utenti come le Ferrovie dello Stato, Satti, Italgas, Casse di Risparmio, Aem, ecc. gli abbonati appartenenti a questa categoria nella regione sono in percentuale più bassa che nel resto del paese e così gli abbonati appartenenti alla categoria affari . In recupero invece il ritardo nel processo di ammodernamento delle centrali e delle reti rispetto ad altre aree urbane nazionali (Roma, Milano, Napoli). Le più recenti elaborazioni (1989) disponibili sulla matrice di flusso della rete fonia/dati forniscono invece un quadro meno depresso. L’importanza del nodo di Torino è notevole e inferiore solo a quella 3