il possesso di una laurea risulta influenzare molto positivamente le probabilità di costituire tipi di imprese più evolute con maggiori probabilità di sviluppo. L’origine sociale, d’altro canto, tende ad influire giocando in termini di opportunità di scelta e di accesso a risorse scarse o di desiderio di affermazione. È opportuno aggiungere che i figli di operai, pur rappresentando una quota per nulla trascurabile tra i neoimprenditori, danno origine a imprese sovente meno evolute e dinamiche. La costituzione dell’impresa Per reperire le risorse necessarie alla costituzione della propria impresa, il futuro imprenditore deve mobilitare altri attori, ma nel costituire l’impresa il neo-imprenditore o è solo o ricorre ad un ristretto numero di partner secondo le seguenti opzioni prevalenti: a) La risorsa “famiglia” svolge un ruolo rilevante. Da un lato è fonte di risorse finanziarie e operative, dall’altro è opportunità di occupazione e reddito per i familiari del fondatore (questo sembra il caso più frequente ad Alba). b) L’altro modello predominante è quello dell’impresa costituita da un gruppo di soci, spesso ex compagni di lavoro del fondatore con specializzazioni diverse (questo risulta il caso prevalente a Torino). c) Infine, la soluzione dell’azienda costituita dal solo titolare è decisamente minoritaria. I rapporti con l’esterno Le maggiori difficoltà che gli imprenditori dichiarano di aver sperimentato nel creare la propria azienda riguardano principalmente il “sistema esterno”: soggetti pubblici, banche e altri operatori. Questi ultimi costituiscono altrettanti vincoli alla loro attività: vincoli normativi, fiscali, all’accesso al credito bancario, ecc. Pur essendo in certa misure giustificate, queste lamentele denunciano una cultura imprenditoriale “tradizionale” che è anche comprovata dalle indicazioni sui servizi che gli intervistati reputano necessari per favorire la nascita di nuove imprese. Le tipologie di intervento indicate come più utili costituiscono il complemento delle lamentele nei confronti dei vincoli loro imposti principalmente dal soggetto pubblico. Rivestono il maggior interesse gli interventi di semplificazione delle procedure burocratiche e quelli di agevolazione dell’accesso a risorse critiche, in primo luogo i finanziamenti agevolati per capitale fisso ed innovazioni. Molto debole si è invece mostrato l’interesse degli imprenditori verso forme di sostegno e servizi alle imprese di taglio “moderno”. Sulla formazione imprenditoriale, per esempio, i pareri risultano dispersi e contraddittori. Anche il ricorso a consulenze specialistiche, peraltro indicato da pochi intervistati, sembra un problema di costi e di modalità di accesso. Giudizi diffusamente critici sono espressi su parchi scientifici ed aree attrezzate, anche da parte di coloro che vi sono già localizzati. Infine, alcune imprese hanno segnalato l’utilità di un’agenzia di sviluppo territoriale che fornisca informazioni alle Pmi, faciliti le pratiche e metta in contatto i vari attori economici: tuttavia le osservazioni tendono a proiettarsi in un ipotetico futuro, più che a configurare una domanda effettiva per se stessi. Anche strutture già operanti a favore delle imprese nuove e minori sembrano avere un impatto modesto sul tessuto industriale, almeno stando