aggiunge : « Si attendono buoni risultati dalla legge in approvazione per la tutela della denominazione dei vini ». Per quel che riguarda le frutta, la relazione osserva : « La produzione frutticola della provincia di Cuneo si è oramai inserita nella competizione per la conquista dei mercati interni ed esteri, con zone altamente specializzate dal punto di vista produttivistico ed organizzativo » ed aggiunge : « Le possibilità della frutticoltura sono molte e le favorevoli condizioni geopedologiche ed ecologiche della provincia ravvivate da forze di frutticoltura giovani ed entusiaste, ci pongono non tanto il problema della produzione quanto l'organizzazione di vendita ed esportazione per il prossimo futuro ». Per l'orticoltura, la relazione formula considerazioni analoghe, osservando che « l'orticoltura provinciale è handicappata, come la frutticoltura, dall'assenza di organizzazioni di vendita e di esportazione ». Anche per quel che concerne l'artigianato, la relazione Andreis offre osservazioni interessanti, che sono in relazione con le attività artigiane tradizionali dei montanari. Tali attività sono attualmente in netto declino. Ai turisti, nelle zone montane, vengono oramai venduti oggetti artigianali fabbricati nei centri industriali della pianura, che sono, per così dire, falsificazioni di quelli autentici che l'artigiano locale un tempo produceva. Occorre — come suggerisce la relazione per la Provincia di Cuneo — che le popolazioni locali prendano conoscenza dei tipi di prodotti che il turista desidera e che lo abituino ad approvvig:onarsene, consolidando la tradizione di un tempo e combattendo le falsificazioni, mediante una opportuna protezione dei loro prodotti tipici. Il problema dei vini si ripropone per la provincia di Asti in termini analoghi a quelli visti per Cuneo : anche qui vi sono ottimi vini — quelli delle colline del Monferrato — che abbisognano però di una tipizzazione, di una difesa contro le falsificazioni, di una efficace rete di distribuzione internazionale. Va aggiunto però che non mancano casi in cui specialmente ad opera di grandi aziende, alcuni aspetti del problema sono stati affrontati e avviali a soddisfacente soluzione: così per la produzione di spumante di Canelli che alimenta un fiorente commercio di esportazione. Nel campo artigianale, la questione del saper produrre per il mercato assume aspetti assai significativi per quel che riguarda la produzione di mobili. La relazione della Camera di Commercio di Torino sullo sviluppo economico della regione alpina torinese, ad esempio, segnala che la produzione attuale di mobili « non risponde in molti casi alle esigenze moderne ed è realizzata a costi onerosi » e che, anche dal punto di vista stilistico, « molte volte si rimane legati a schemi oramai tramontati ». Perciò, aggiunge tale relazione, « di fronte ad una persistente produzione italiana non funzionale, si palesa la concorrenza del mobile svedese e si profila già quella del mobile tedesco, costruito con materiali sintetici ». La lezione che si ricava da questo caratteristico esempio è chiara : non basta saper eseguire il lavoro secondo le regole d'arte acquisite, usando materiale buono o addirittura costoso. 74