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 INTRODUZIONE
 La cooperazione agricola e il Piano di sviluppo del Piemonte
      A)      Un discorso sulla cooperazione in agricoltura può rappresentare oggi tutto meno che una novità. Si può forse dire che il tasto più frequentemente battuto da lungo tempo a questa parte dalla stampa interessata a qualsiasi titolo ai problemi agricoli, sia proprio quello della cooperazione; che l’argomento più spesso discusso nei convegni e nelle riunioni, e lo strumento più comunemente e concordemente proposto per risolvere un gran numero di problemi dell’agricoltura si possa individuare nello sviluppo della cooperazione agricola.
      Con tutto ciò, riteniamo che lo studio condotto dall'IRES sulla cooperazione agricola in Piemonte possa avere una certa utilità per due ragioni fondamentali:
      1) L’ormai annosa e quasi secolare storia della cooperazione in Italia, se può contare ormai su cumuli di carta stampata, spesso avente soltanto carattere apologetico, sul piano delle realizzazioni concrete deve annoverare, accanto a discutibili successi, altrettanto indubbi insuccessi. Si possono osservare iniziative che si sono mostrate vitali e capaci di resistere all’usura del tempo ed altre che, dopo un buon inizio, sono andate inesorabilmente decadendo. E soprattutto, lo sviluppo della cooperazione in Italia ha avuto un carattere episodico, legato a situazioni locali e ad iniziative del tutto occasionali, ed è ben lontano dal livello di espansione e di organizzazione raggiunto in molti paesi. Sulle cause di questo faticoso sviluppo si è detto molto in termini generici ma poco si è fatto per svolgere una spregiudicata analisi, condotta su elementi concreti; troppo spesso poi si sono proposte ricette intese a migliorare la situazione della cooperazione agricola e a stimolarne lo sviluppo, fondate più su pregiudizi o posizioni precostituite che su elementi obiettivi, derivanti da una serena osservazione della realtà. L'indagine del-l’IRES tende proprio ad uno studio concreto e spregiudicato della cooperazione agricola in Piemonte, quale si presenta attraverso le sue effettive realizzazioni; essa viene pertanto ad inserirsi in uno spazio tutt’altro che ingombro e, senza avere la pretesa di occuparlo integralmente, si propone di dare un contributo, sia pure modesto, alla conoscenza di fenomeni che presentano un elevato interesse.
                                           2) Lo studio dell’IRES non è fine a se stesso, ma»si inserisce organicamente nel quadro delle indagini programmate per il Piano regionale
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