LA TEOEIA DELL’IMPOSTA ECONOMICA (1) Sento il dovere di manifestare la mia più viva gratitudine alla facoltà giuridica di questa Università per avermi concesso l’altissimo onore di chiamarmi ad impartire il corso della scienza delle finanze. Onore tanto più grande, non solo perchè mi permette di continuare quei vincoli di affetto che mi legano a questa Università, dalla quale appresi studente i principi della scienza e nella quale mossi i primi passi nell’insegnamento universitario, ma sopratutto perchè mi consente di adempiere il mio elevato ufficio in una delle cattedre economiche, le quali, al pari delle altre, hanno tradizioni gloriose. Agli insigni maestri, i quali mi istradarono nelle discipline giuridiche ed economiche, invio il mio commosso e reverente saluto; tra gli scomparsi ricordo il Chironi, il Pa-tetta, il Castellari, il Brondi, il Pacchioni, il Ruffini, il Mosca, il Carrara ed il Loria, e tra i viventi il Solari, lo Jannaccone e l’Einaudi. Luigi Einaudi mi ha, in modo particolare, educato all’amore della scienza ed ha illuminato i miei studi economico-finanziari. Dopo i corsi universitari, essergli stato vicino, per lunghi anni, quasi ininterrottamente, anche direi per esigenze di ufficio, è stata per me fortuna insperata e grandissima; egli perciò, per chi vi parla, è stato ed è non solo maestro di scienza, ma anche di opere e di vita. Continuare il suo insegnamento, l’insegnamento che rappresenta la missione più cara e più preziosa del suo vivere, è per me onore e, nello stesso tempo, orgoglio grandissimi, perchè realizza la mia suprema aspirazione. Permettete che, in questo momento solenne, in cui ho il privilegio della parola che esprima pubblicamente la mia profonda ed affettuosa riconoscenza al venerato Maestro. D’altra parte un senso di profondo smarrimento assale l’animo mio quando penso alle menti eccelse che illustrarono questo Ateneo, quando penso all’opera compiuta dal Maestro nei suoi lunghi anni d’insegnamento e consideri la esiguità delle mie forze, impari alle esigenze della dignità dell’ufficio che sono chiamato ad assolvere. Umilmente con tutte le mie energie tenterò di seguire la via segnata dai Maestri, nella speranza e nella ferma convinzione che il culto sincero e profondo che porto alla scienza e con esso alla verità mi sorreggerà ad assolvere l’arduo compito. Chiedo venia alla vostra cortese indulgenza se mi sono intrattenuto in qualche ricordo personale, togliendo tempo alla trattazione dell’argomento che intendo esaminare. Prima di accingermi a questo compito per- ii) Prolusione al corso di Scienza delle finanze e diritto finanziario letta il 20 gennaio 1950 nella Università di Torino.