no irrigate tre volte, e richiedono tempi di adacquata anche più lunghi. I costi di esercizio si possono valutare considerando che si rileva un consumo di carburante per la pompa dell'ordine di Ì00 lire all'ora e che il costo dei pozzi è di T00.000 lire per ettaro, oltre alle quali va considerato l'importo della pompa irrigatrice (250 mila lire) e quello del motore (200.000) che è costituito da un motocoltivatore, il cui impiego nell'azionamento del pozzo può essere valutato in circa un quarto del suo uso totale nell'anno. Si può quindi calcolare un costo di esercizio, al netto dell'impiego di manodopera che varia, grosso modo, da 25.000 lire per ettaro per il pescheto a circa 30.000 per il fragoleto. E' da notare che i costi costanti incidono per circa 20.000 lire ad ettaro. Se si considera che in aziende non irrigue sono agevolmente ottenibili produzioni unitarie di pesche dell'ordine di T00 q. per ettaro e che sono quindi possibili, con l'irrigazione, incrementi produttivi dell'ordine, almeno, di 25-30 q. (valutabili ad un prezzo medio di 4500-6000 lire per q.), si può concludere che tale pratica può essere senz'altro ritenuta economicamente vantaggiosa. Tale giudizio non significa, d'altro canto, che la combinazione degli investimenti nell'irrigazione attuata in questo caso sia ottimale. c) Aree di pianura ad indirizzo zootecnico-cerealicolo, irrigate mediante acque superficiali. Tale situazione è riscontrabile, come è noto, in tutte le quattro zone di pianura della provincia, anche se generalmente appare circoscritta entro una fascia ristrétta parallela al corso dei fiumi e dei canali da essa derivati. Date le diverse caratteristiche dei corsi d'acqua che interessano la provincia, la situazione appare alquanto variabile a seconda dei casi. Così le derivazioni del Tanaro offrono generalmente disponibilità idriche superiori e sufficienti alle esigenze irrigue anche nella seconda metà dell'estate. Inoltre le derivazioni effettuate da piccoli consorzi o anche da privati, per irrigare terreni particolarmente vicini ai fiumi o torrenti, godono di condizioni di favore, in quanto il corpo d'acqua'appare più abbondante e costante. Tali terreni, non di rado di natura alluvionale recente, quindi molto sciolti, presentano consumi irrigui elevati (si parla in certi casi di circa 3 litri/sec-/ha. per II prato stabile) che tuttavia possono venire soddisfatti grazie all'abbondanza delle risorse disponibili. I turni in questi casi possono anche essere di durata inferiore alla settimana. Questi casi si verificano soprattutto in quelle derivazioni effettuate mediante pompe pescanti direttamente nell'alveo dei fiumi. L'esperienza anche di altre Provincie, mostra come in queste circostanze possano verificarsi, non di rado, degli abusi. Nella maggior parte dei casi la situazione appare meno favorevole. In quasi tutti i corsi d'acqua le carenze idriche si fanno sentire soprattutto nella seconda metà dell'estate ed i turni di irrigazione divengono molto spesso irregolari e distanziati. Per quanto concerne i costi, occorre notare che i canoni d'acqua dovuti al Demanio costituiscono generalmente percentuali modeste del costo complessivo. Incidono invece in misura preponderante i costi di manutenzione e ammortamento delle opere, quelli inerenti alla retribuzione degli acquaioli e le spese di energia, nel caso di derivazioni attuate mediante sollevamento dell'acqua dai corsi naturali o dai canali principali. 89