torno ai 3,5 ettari, il numero delle aziende con meno di 3 ettari si è ridotto al 57%, mentre è aumentato a quasi un centinaio quello delle aziende con oltre 10 ettari [4,5%). Si tratta di lievi progressi, rispetto agli obiettivi indicati dal Memorandum della CEE o rispetto a quelli che si possono porre per questa zona e di cui si dirà in seguito. Appare importante peraltro rilevare come un certo accorpamento spontaneo ha avuto luogo, nel senso che più proprietà fondiarie (intestate normalmente a persone legate da vincoli di parentela tra di loro) costituiscono la base territoriale delle aziende: 4 partite e 15 particelle per azienda rappresentano infatti la media della ZQjna. Considerando i tipi di impresa, nell'area appare di gran lunga prevalente (80% circa) l'azienda in conduzione diretta del coltivatore, seguita dall'azienda ad altre forme di conduzione (11%), da quella a salariati e/o compartecipanti (5%) e da quella a colonia parziaria appoderata (4%). Mentre le aziende a salariati e a colonia appaiono mediamente più ampie (rispettivamente 5,7 e 5,4 ettari) quelle a conduzione diretta risultano non superare mediamente i 3 ettari e quelle ad altra forma di conduzione i 2 ettari (ma si tratta quasi certamente in gran parte di aziende improprie). Riguardo ai rapporti tra proprietà e impresa, dalla rilevazione diretta effettuata nel 1970, appare che il 90% circa delle aziende in attività si basa su terreni in proprietà (del coltivatore o di suoi parenti) e il 9,5% su terreni parte in proprietà e parte in affitto o altre forme di possesso. Solo lo 0,5% delle aziende si estende su terreni o in affitto o in altra forma di possesso. Questi dati, che riflettono la situazione attuale, forniscono la dimostrazione: 1) che l'affitto è scarsamente diffuso, in quanto tale contratto non appare confacente all'agricoltura della zona, di tipo essenzialmente viticolo. L'affitto è una forma di contratto, utilizzata soltanto per terreni a prato o a seminativo. Per la vite si preferisce — con riguardo ai miglioramenti fondiari che essa richiede — o la concessione del possesso a parenti (che è stata classificata insieme alla proprietà diretta, anche per la difficoltà di stabilire la reale natura del rapporto giuridico che lega gli interessati) o la colonia parziaria (appoderata o meno) ; 2) in secondo luogo appare verificata la quasi scomparsa del rapporto di colonia parziaria che un tempo aveva trovato notevole diffusione nella zona (come in tutte le colline piemontesi). Tale contratto non pare più da tempo accetto e va fortemente declinando. Scarsa diffusione dell'affitto e impossibilità di ricorrere ai contratti mezzadrili determinano una certa presenza di aziende non più efficienti (abbandonate più o meno parzialmente o smembrate); esse attualmente rappresentano il 13,5% delle aziende e interessano una superficie pari all'8% della superficie totale. Si tratta per lo più di aziende di piccole dimensioni, ma se ne annoverano alcune anche con superfici discrete. Questa situazione e soprattutto l'incapacità o l'impossibilità di ricorrere all'affitto rappresenta un grave ostacolo alla tendenza spontanea all'accorpamento e all'ingrossamento aziendale, che pure è presente specie negli agricoltori più giovani. Per questi motivi è auspicabile una nuova disciplina giuridica dell'affitto che regoli meglio la materia dei miglioramenti apportati al fondo, oltre che decisamente favorire — mediante un contenimento dei canoni — un riordino aziendale che possa produrre il passaggio da una agricoltura tradizionale e contadina ad un'agricoltura moderna e imprenditoriale. 2. 3. Popolazione rurale e attivi in agricoltura Le fonti statistiche utilizzate per osservare la situazione della manodopera agricola sono costituite dai Censimenti della popolazione, del 1951 e 1961, dal Servizio dei Contributi Agricoli Unificati, per il 1967, e dalla rilevazione diretta effettuata nei primi mesi del 1970. Si tratta di statistiche compilate secondo metodi difformi e tra le quali non 44