I risultati produttivi appaiono particolarmente buoni (considerando la notevole inutilizza-z.one della manodopera per lunghi periodi dell'anno), nell'ipotesi di prezzi alti dell'uva Ipotesi che peraltro appare assai probabile, in quanto tali aziende potranno essenzialmente svilupparsi nelle aree a viticoltura di maggior pregio (e nelle quali già attualmente si possono raggiungere tali livelli dei prezzi). E' dubbia invece la convenienza, dato il limitato impiego delle macchine, al possesso diretto di queste. Passando ora a considerare le aziende ad indirizzo pluriproduttivo, alla formulazione delle quali si e pervenuti utilizzando un modello di programmazione lineare, e riferendoci alla prima ipotesi di aziende possibili, illustrata in antecedenza e riguardante aziende totalmente o prevalentemente collinari, i risultati dei calcoli sono apparsi abbastanza analoghi nei tre casi considerati. Per questo motivo ci si è limitati ad approfondirne e a esporne uno solo, quello cioè corrispondente alla lettera c). Di esso peraltro si danno le seguenti versioni: - nella prima si esclude la trasformazione dei foraggi prodotti nell'azienda in carne e si ipotizzano prezzi alti del vigneto e del foraggio, in essa non appare conveniente per la combinazione dei fattori e dei vincoli dati, la produzione di uva in vigneti non meccanizzati. - Nella seconda, esclusa sempre la zootecnica, si ipotizzano prezzi bassi del vigneto e alti del fieno: in tale combinazione appare conveniente escludere totalmente la viticoltura. - Nella terza, nell'ipotesi di prezzi alti del vigneto e bassi del fieno (esclusa sempre la zootecnica), appare conveniente la viticoltura in terreni meccanizzati, oltre alla cerealicoltura e foraggicoltura. In tutte tre le versioni le dimensioni aziendali paiono molto elevate (73 98 e 61 ettari compreso il bosco, 50, 69, e 40 ettari escluso il bosco) anche se il risultato produttivo e la utilizzazione del lavoro paiono sempre soddisfacenti. E' sembrato peraltro di poter scegliere la terza per la formulazione di un quadro complessivo zonale. (vedi le successive tre schede aziendali. ) Passando all'ipotesi che l'azienda provveda direttamente alla trasformazione del foraggio nella carne, sono emersi i casi successivamente esposti: — nel primo si ipotizzano prezzi alti sia per il vigneto, che per il fieno e la carne; — nel secondo e nel terzo si considerano prezzi bassi per il vigneto, alti della carne e rispettivamente alti e bassi per il fieno: ne risulta, a parte la non convenienza alla produzione di uva, una analogia di situazioni, dovute essenzialmente al vincolo di interdipendenza tra produzione della carne e quella del fieno; — nel terzo si sono assunti prezzi alti per il vigneto e per la carne, bassi per il fieno: ne risulta la convenienza a produrre l'uva solo in vigneti meccanizzabili; — nei due casi successivi, fermi restando i prezzi per il fieno e la carne si è ipotizzato un prezzo inferiore per l'uva da vigneti meccanizzati e da ciò ne risulta una convenienza a produrre l'uva in vigneti non meccanizzati, anche a prezzi inferiori; — si è successivamente considerato il caso di prezzi alti per il vigneto e bassi per il fieno e la carne, e quello con prezzi bassi per tutte le produzioni: nella seconda ipotesi si manifesta una convenienza nulla a produrre uva da vigneti meccanizzabili e scarsa a produrre uva da vigneti non meccanizzabili. Come esempi rappresentativi da proporre per il quadro d'insieme zonale si sono scelti quello con ipotesi di prezzi alti per il vigneto e la carne e bassi per il fieno e quello con ipotesi di prezzi alti per il vigneto e bassi per il fieno e la carne. (vedi le ulteriori otto schede aziendali.) 75