condizione non professionale, ma occupate stabilmente in agricoltura. Rispetto al Censimento del 1961 si avrebbe perciò un decremento di 1.052 unità di sesso maschile (pari al 45%) e una fortissima diminuzione nelle donne (difficile da valutare per l'incertezza dei criteri usati nel Censimento). Rispetto ai dati dei Contributi Unificati e pertanto considerando attivi sia i pensionati che le casalinghe appare un altro notevole calo (nei 2-3 anni considerati) pari almeno ad un ulteriore 18% degfi uomini, mentre per le donne, come si è detto, è arduo pervenire ad una valutazione esatta, anche se parrebbe evidente una certa riduzione. Osservando la ripartizione in classi di età delle persone appartenenti a famiglie che conducono aziende agricole (al 1970) ne deriva una piena conferma delle impressioni rilevate sui dati dei Contributi Agricoli Unificati del 1967. Oltre al fenomeno della fem-minilizzazione emergono soprattutto quelli dell'invecchiamento (il 57% degli uomini e delle donne attivi in agricoltura hanno oltre 50 anni d'età (1)) e del carente ricambio di manodopera giovane (solo il 12,4% degli uomini e il 7,3% delle donne hanno meno di 30 anni). Sulla base di tali dati si può addirittura calcolare il tempo di possibile sopravvivenza dell'agricoltura nella zona; nel corso di 5 anni la popolazione attiva in agricoltura potrebbe ridursi (2) a 1.200 unità circa, in 10 anni a meno di 1.000 unità, in 15 anni a 700 unità, pari alla metà circa dell'attuale manodopera disponibile per l'agricoltura di tutta l'area. L'invecchiamento assumerebbe peraltro aspetti molto rilevanti: dopo 15 anni la manodopera con più di 50 anni di età ammonterebbe infatti all'87% circa del totale. 2. 4. Le produzioni e i mercati Il territorio della zona, anche per le ricordate condizioni ambientali, è caratterizzato da una diffusa presenza della viticoltura. Le aziende a netta specializzazione viticola (o viticolo-enologica) ammontano, ai primi mesi del 1970, a 1.541, pari al 64% del totale. Ad esse vanno aggiunte 474 aziende (pari al 20% circa) che uniscono alla produzione viticola (ed eventualmente enologica) quella zootecnica (carne). Il restante 14% è costituito da aziende solo zootecniche, oppure a seminativo, bosco, ecc. o incolte. Mediamente appaiono di minime dimensioni le aziende viticole oltre che quelle ortofrutticole e a indirizzi minori; di maggiori dimensioni quelle ad indirizzo zootecnico. Si tratta in ogni caso — come già si è rilevato in precedenza — di ampiezze largamente AZIENDE SECONDO GLI INDIRIZZI PRODUTTIVI PREVALENTI (fonte: rilevazione diretta, 1970) Indirizzi produttivi prevalenti n° aziende Superficie (ha) Superficie media delle aziende (ha) % delle aziende con meno di 3 ettari viticoltura 1.312 3.745.11 2,85 66,1 viticoltura e vinificazione 229 648,37 2,83 64,6 viticoltura e produzione carne 305 1.775,03 5,82 24,3 viticoltoltura vinificaz. e prod. carne 169 1.199,26 7,10 13,6 produzione carne 3 13,84 4,61 33,3 ortaggi e frutta 15 21,57 1,44 93,3 seminativi 64 184,49 2,88 78,1 bosco 178 206,38 1,16 91,0 indeterminato 90 204,22 2,27 74,4 incolto 33 45,90 1,39 90,9 TOTALE 2.398 8.044,17 3,39 59,9 (1) A cui si aggiungono il 60% di coloro che praticano II part-time farmlng. rallrlS^Sf «il »T«»riCnTÌ10,SlT,"e qfell,° roni3tra,° "egli ultimi anni o presupponendo che cessi totalmente l'esodo e la deruralizzazione, bl tratta pertanto di un ipotesi ottimistica. 47