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Li' ISTAT invece ha fornito detti continuamente e nettamente crescenti: essi si basano però -come si è detto- su dati di partenza molto inferiori a quelli ottenuti dall' IRES (attraver
un insieme di analisi nelle aziende e nei mercati alla produ zione). Inoltre^mentre le ipotesi del Piano sono a prezzi costanti,i dati dall' ISTAT sono a prezzi correnti e quindi tengono conto anche delle modificazioni del valore della lira e degli aumenti dei prezzi dei prodotti (dovuti in qualche caso, come por il vino, ad una qualificazione e ad un aumento della domanda; in altri casi -come si è già accennato- alle particolari condizioni offerte dal MEC, come per il riso).
Anche per quanto concerne le spese per beni e servizi (input-, corrente), analogamente rivalutate dall' IRES sulla base delle analisi aziendali, si registra qualche differenza circa il trend individuato (la tendenza all'aumento calcolata dall' IRES appare infatti meno marcata rispetto a quella registrata dall' ISTAT), ma tutto lascia supporre che intorno al 1970 le cifre previste dal Piano per tale anno risultino molto prossime a quelle che si registreranno nella realtà (mantenendosi costante la tendenza all'incremento registrate dall' ISTAT fino al 1965).
Il valore aggiunto ha registrato nei dati rilevati dall' ISTAT la tendenza ad una lieve riduzione^revista a suo tempo dal Piano, anche se le due serie di dati appaiono di diverso livello (per effetto delle ricordate rivalutazioni apportate dall' IRES).
In complesso^risulta pertanto che -nei limiti illustrati- le tendenze individuate nel Piano hanno trovato conferma nella realtà, anche per quanto concerne i risultati economici delle aziende.