0 II piano regionale e il piano provinciale come piano per le aree ecologiche 1.1. LO SVILUPPO POLARIZZATO Le analisi sullo sviluppo hanno messo in evidenza come la espansione economica tenda a prodursi par- tendo da un settore che incrementa più velocemente la propria produttività determinando una attrazione di risorse economiche e umane per la più elevata rimunerazione dei fattori produttivi che così si rende possibile. A questa rottura dell'equilibrio nel sistema econo- mico corrisponde una rottura dell'equilibrio nell'as- setto territoriale in quanto il settore a più elevato incremento di produttività è insediato in determinati punti del territorio, di solito la città, verso i quali ten- dono ad indirizzarsi risorse economiche e umane e in rapporto ai quali si determina una ristrutturazione territoriale. La dinamica descritta si è verificata in modo esem- plare in Piemonte dove la forte industrializzazione ha determinato, per l'emergere dei fattori aggio merativi nella localizzazione dell'industria, una forte urbanizzazione di popolazione con susseguenti fe- nomeni di eccessiva rarefazione di popolazione in determinate zone e di relativa congestione nei poli di sviluppo. 1. 2. L'ORGANIZZAZIONE SPAZIALE SECONDO AREE ECOLOGICHE Il piano di sviluppo piemontese si propone, pur ri- conoscendo che lo sviluppo si alimenta oltre che di interdipendenze sempre più forti fra i diversi settori anche di interdipendenze spaziali sempre più strette, di ovviare agli effetti negativi determinati dallo svi- luppo spazialmente polarizzato. A questo fine, tenendo presente che la polarizza- zione è la forma attraverso cui si determina lo svi- luppo, il piano prevede una struttura di poli nella re- gione capace, data la localizzazione che avranno, di diffondere su tutto il territorio della regione la pos- sibilità di vivere secondo un modello di vita urbano, ossia di fornire una pluralità di occasioni di vita e di lavoro, evitando, anche per questa via, che lo svi- luppo di Torino sia più veloce dello sviluppo dell'or- ganizzazione del sistema regionale. La struttura dei poli previsti dal piano regionale può essere realizzata sotto il vincolo di non ridurre il saggio di crescita del sistema, dato il livello e l'in- tensità dello sviluppo, data la presenza di alcuni centri già di buon livello demografico ed, inoltre, data la collocazione di alcuni di questi su assi di comunica- zioni che risentono degli effetti spaziali oltreché di Torino anche di Milano e di Genova, per cui con l'au- silio di taluni degli strumenti previsti dal piano, in par- ticolare la creazione di un efficiente sistema di comu- nicazione e di aree industriali attrezzate, gli obiettivi territoriali del piano appaiono realizzabili. 1.3. LE FUNZIONI DELLE AREE ECOLOGICHE DI ALESSANDRIA E CASALE MONFERRATO NEL PIANO REGIONALE Le aree ecologiche di Alessandria e di Casale M. si collocano nel piano regionale con funzioni diverse, in quanto la prima assume la funzione di polo di equiii- brazione interregionale e la seconda quella di equiii- brazione regionale. Le analisi e le previsioni di sviluppo del piano piemontese, ma anche quelle del piano lombardo e ligure, mettono in evidenza come la particolare posi- zione geografica del territorio dell'area ecologica di Alessandria lo porti ad essere area di confluenza dei sistemi territoriali piemontese, ligure e lombardo. Tale confluenza ha il suo fulcro nella funzione por- tuale che il sistema ligure esercita e sempre più dovrà esercitare per il triangolo industriale. Tale fun- zione impone al sistema ligure, scarso di spazi, di cercare « terminal » portuali e spazi per industrie, la cui localizzazione è favorita dai « terminal » portuali nell'area alessàndrina. In connessione con la localiz- zazione di queste funzioni anche i sistemi economico- territoriali torinesi e milanesi, che già si muovono alla ricerca di spazi in aree sempre più ampie rispetto ai loro fulcri, sono indotti ad operare salti spaziali, alleggerendo, in questo modo, gli addensamenti pos- sibili intorno ai fulcri stessi. L'area alessandrina è quindi destinata ad essere sottoposta, in un futuro più o meno lungo, che si mi- surerà anche in rapporto alla realizzazione dei piani delle tre regioni, a forti pressioni territoriali.