[INDICE ■■dei libri del mese HI SETTEMBRE 1994 - N. 8, PAG. 7 o sciamo a sapere di loro, dei loro comportamenti e atteggiamenti? Per rispondere a questa domanda, uno storico positivista correrebbe senz'altro alla prima casella (del registro). Uno storico postmoderno eviterebbe una simile ingenuità limitandosi a ricostruire il miscuglio di sopraffazione e di ossequio che ha prodotto il documento". Come si può vedere, ci si trova di fronte a una fonte di grande importanza per cogliere, da una parte, le modalità repressive del regime fascista e dei suoi esecutori nei confronti degli oppositori; dall'altra, la mentalità e i modi di agire di un universo carcerario complesso e tutt'altro che noto. Ma, al di là dell'uso che gli studiosi di quel ventennio potrebbero fare del documento (e di cui Ginzburg già parla nel suo contributo), resta quella che Foa chiama "la memoria dell'azione consapevole, degli uomini e delle donne che hanno lottato per sé e insieme per gli altri, per l'oggi e insieme per il domani, che hanno contrastato concrete ingiustizie e concrete oppressioni per liberarci da ogni ingiustizia e oppressione". Di una simile memoria, mai come oggi, c'è" necessità nel nostro paese. Lo voleva proprio Lui di Fabio Levi Michele sarfatti, Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell'elaborazione delle leggi del 1938, Zamorani, Torino 1994, pp. 199, Lit 30.000. Michele Sarfatti ha studiato con cura minuziosa gli atti e le prese di posizione di Mussolini contro gli ebrei nel periodo intercorso fra il febbraio e il novembre del 1938; questo non tanto alla ricerca delle più intime convinzioni del duce, quanto piuttosto nel tentativo di cogliere i diversi passaggi attraverso i quali egli giunse ad articolare in forma operativa il proprio esplicito intento persecutorio. L'impianto del lavoro è dunque inevitabilmente unilaterale, senza che tuttavia la linea di ricerca scelta con precisa consapevolezza e proposta con altrettanta chiarezza dall'autore, tutta orientata a delineare i successivi comportamenti del capo del fascismo, non sappia rendere conto anche degli altri punti di vista destinati via via ad avere un peso importante in tutta la vicenda: ad esempio quelli del re, del pontefice, dei più importanti gerarchi del regime, delle organizzazioni ebraiche italiane o ancora dei governi di altri paesi euro- pei anch'essi impegnati negli stessi mesi a emanare provvedimenti di impronta antisemita. Sulla base di una tale impostazione emergono alcuni risultati importanti: in particolare che la svolta antiebraica del fascismo italiano fu voluta in prima persona da Benito Mussolini; che egli redasse e revisionò direttamente tutti i testi principali al riguardo, dando alla politica e alla normativa razzista una propria impronta originale; e ancora che da parte tedesca non vi furono — o quanto meno non sono emerse finora a un esame attento della vasta documentazione disponibile —• imposizioni dirette sull'alleato italiano. Risultano però anche tutte le contraddizioni e le svolte del percorso che condusse via via all'emanazione dei Provvedimenti sulla razza del 17 novembre: contraddizioni e svolte da considerarsi tuttavia non tanto come il frutto esclusivo di un modo di fare politica incerto e approssimativo o, ancor più, come l'effetto di un'intenzione debole e poco radicata, quanto piuttosto come il prodotto di successivi aggiustamenti a un contesto in rapido mutamento. A questo proposito Sarfatti distingue tre momenti importanti. Il primo, situato tra il febbraio e l'agosto del 1938, vide delinearsi un modello persecutorio non ancora pienamente precisato. "L'Informazione diplomatica" n. 14 del 16 febbraio lasciava presagire un'iniziativa intesa a colpire solo una parte degli ebrei, senza che fosse anco- ra chiaro se la presenza degli israeliti nelle professioni e in genere nella vita delle istituzioni e della società avrebbe dovuto essere ridotta in proporzione al loro peso sul totale della popolazione — un ebreo ogni mille italiani — oppure se si sarebbe dovuto graduare i provvedimenti restrittivi sulla base di criteri "qualitativi": ad esempio la maggiore o minore dedizione alla patria e al fascismo. La fase in questione si concluse di fatto con il censimento degli ebrei realizzato con grande solerzia ed efficienza il 22 agosto, sul quale peraltro è possibile leggere un lungo saggio nella seconda parte del libro. Proprio i risultati della rilevazione censuaria — a un tempo indagine conoscitiva e schedatura di massa in pie- na regola — condussero il duce a preferire a quel punto una nuova modalità di persecuzione, destinata pur sempre a colpire solo una parte degli ebrei, ma sulla base di un'esplicita e definitiva rinuncia al criterio "proporzionale". Gli ebrei italiani — per quelli stranieri il destino era e sarebbe comunque rimasto quello dell'espulsione — avrebbero dovuto essere suddivisi in due gruppi: quello di chi poteva vantare una qualche "benemerenza", cui si pensava di riservare l'esenzione dalle norme restrittive più gravi e, d'altro canto, quello di tutti gli altri, per i quali invece si prospettava addirittura la perdita della cittadinanza. Anche ipotizzando di prendere in considerazione i soli "meriti" più rilevanti, diveniva infatti praticamente impossibile applicare contemporaneamente e in modo rigido una proporzionale così stretta come quella dell'uno per mille ed esenzioni così larghe come quelle prevedibili sulla base dei dati raccolti attraverso il censimento del 22 agosto: gli ebrei che avrebbero potuto godere delle esenzioni erano all'incirca 9200 e 30.700 quelli viceversa destinati alla persecuzione nella sua forma più dura. Ma ecco che a metà ottobre la linea di Mussolini cambiò ancora, questa volta definitivamente. A ridosso della promulgazione dei provvedimenti di novembre, che avrebbero segnato il comportamento del regime fino alla sua caduta, le "benemerenze" finirono per offrire riparo quasi esclusivamente dalle norme restrittive concernenti il patrimonio e le attività imprenditoriali. Per il resto tutti gli ebrei vennero colpiti allo stesso modo rendendo la persecuzione non più soltanto parziale ma "secca", rivolta cioè al gruppo ebraico nel suo insieme. Si tratta a questo punto di chiarire il perché del progressivo indurimento della pratica antisemita del duce. "Ritengo — scrive in proposito Sarfatti — che Mussolini, sempre restando padrone sia delle proprie libere scelte sia semplice apprendista affascinato dalla propria costruzione..., si accorse passo dopo passo che gli era possibile elaborare e far accettare soluzioni persecutorie ben più aspre di quelle del mese precedente. Fu egli stesso cioè a 'liberarsi' delle proprie intenzioni iniziali 'parzialiste' e a raggiungere lo stadio finale decisamente 'secco'. In questo fu ovviamente facilitato dal fatto di essere fascista e dittatore, dagli elogi hitleriani e dalle pressioni degli antisemiti interni, dalla solitudine ebraica figlia del silenzio della società". Ci troveremmo insomma di fronte a una sorta di "progressione persecutoria automatica e autocontrollata" e cioè a una tendenza destinata a crescere su se stessa fino a consolidarsi in una forma più precisa, coerente e concreta grazie anche all'assenza quasi D> fvtlUA Sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica con il patrocìnio di: Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero dei Beni Culturali Presidenza della Regione Siciliana e con la collaborazione del Ministero degli Esteri MOSTRA MERCATO DELL'EDITORIA DELLE BIBLIOTECHE DELLE TECNOLOGIE INFORMATICHE ED EDITORIALI V W A I JSm Ente Autonomo Fiera del Mediterraneo ■ Palermo 16/21 novembre 1994 Piazza Generale Cascino, 177 ■ 90142 Palermo - tel. (091) 6209111 1543755 PBX • Telex: FIERAM1911174 Telefax (091) 620914816209170 Delegati ufficiali: Sig.ra A, Feria tel. (091) 406678 ■ AGE srl (Dott. Reda) tei, (011) 545202 / 5623797 BIBLIOTECA te. Marc Bloch LA GUERRA E LE FALSE NOTIZIE Ricordi (1914 -1915) e riflessioni (1921) Introduzione di Maurice Aymard Traduzione di Gregorio De Paola pp. 128 L. 28.000 NARRATIVA M Antonio Pennacchi MAMMUT pp. 160 L. 25.000 Ersi Sotiropoulos MEXICO Traduzione di Paola Maria Minucci pp. 80 L. 22.000 DONZELLI EDITORE. LIBRI DI IDEE RIVISTE '4 8 inm «Reset» N. 8, luglio-agosto 1994 . pp. 80 L. 9.000