SETTEMBRE 1994-N. 8, PAG. 13 <3 un certo "eroismo di maniera", consapevole del fatto che agli intellettuali Ddr — non appena censurati — la critica occidentale batte la grancassa. Lei resta insensibile, per questo senza cuore, alla voglia di consenso sociale, presto tradotto in opportunismo, dei suoi concittadini. Ecco perché, come Becker, Amanda fa le valigie. Senza trionfalismi. Non a caso — sottolinea Irene Heidelberger-Leonard — il romanzo s'interrompe nel gennaio del 1989: prima di trovarsi sulla pagina la Germania riunificata Jurek Becker, scrittore ebreo nato in Polonia, rassegna ammiccando le dimissioni. Iniziazione al male di]aime Riera Rehren Roberto Arlt, II giocattolo rabbioso, Le Mani, Genova 1994, ed. orig. 1926, trad. dallo spagnolo di Fiorenzo Toso, pp. 155, Lit 18.000. C'è da augurarsi che l'iniziativa di ripubblicare in nuova ed efficace traduzione italiana questo primo romanzo di Roberto Arlt, mitico personaggio e scrittore popolare nella Buenos Aires degli anni trenta, possa avere un seguito con la ripubblicazione della due opere della maturità, I sette pazzi (Bompiani, 1971) e 1 lanciafiamme (Bompiani, 1974), romanzi che come Il giocattolo rabbioso costituiscono un punto di riferimento imprescindibile nella storia letteraria ispanoamericana. L'opera di Arlt rappresenta un fenomeno in un certo senso isolato e poco considerato all'interno delle famiglie letterarie argentine degli anni venti e trenta, epoca dominata dai modernisti figli di Gùiraldes, dagli emergenti e raffinati avanguardisti del circolo di Jorge Luis Borges e, sul versante opposto, dagli esponenti del cosiddetto realismo social ispirato alle lotte e aspirazioni delle masse lavoratrici e alla letteratura sociale francese e inglese dell'Ottocento. Arlt non si riconosce in nessuna di queste tendenze che a loro volta lo emarginano in quanto scrittore privo di stile e di cultura, oltre che di impegno politico. Tuttavia, negli anni sessanta e settanta, in piena rinascita della "nuova letteratura latinoamericana", molti fra i più autorevoli autori argentini, Sàbato, Onetti, Cortàzar, C. Mastro-nardi, rivalutano Arlt, attribuendogli un ruolo centrale nella fondazione di una tradizione letteraria moderna nel continente. I libri di Arlt, accolti con un misto di ammirazione e fastidio, non concedevano nulla né al realismo verista né ai nuovi manierismi dei lettorati borghesi di avanguardia del gruppo di "Florida" e della rivista "Martin Fierro", anche loro fortemente innovatori dal punto di vista dello stile e del linguaggio. In questo senso Arlt è stato uno dei primi scrittori latinoamericani che, staccandosi dal formalismo ottocentesco e nel contempo dalla tradizione modernista estetizzante — che tanta importanza ha avuto nella letteratura di lingua castigliana —, compiono un grande salto verso la città, verso le tematiche, le angosce e le forme stilistiche della caotica modernità che cominciano a imporsi in quegli anni nelle grandi capitali del continente. Passeranno però molti anni prima che venga riconosciuta que- visioni apocalittiche, esprime una vitalità e un'amoralità fino allora sconosciuta in un continente dove l'attività culturale e letteraria era stata da sempre privilegio dei criollos figli e nipoti di latifondisti di razza. Figlio di immigrati come la stragrande maggioranza degli abitanti dell'enorme metropoli bonaerense di inizio secolo — padre centroeuropeo e madre triestina — il giovane autodidatta Arlt, cresciuto nelle strade della città anonima e nemica, non trova vie di uscita per liberarsi da una condizione sociale misera e opprimente. Infatti non ne uscirà mai, malgrado l'inaspettato e contrastato successo in campo letterario e giornalistico, successo durato lo spazio di un mattino, e subito esordio in cui predomina il racconto autobiografico dell'adolescenza, vissuta in quell'ambiente — el barrio, il quartiere — che costituisce lo scenario di sogni, avventure e ruberie del protagonista Silvio e dei suoi amici. Piccoli delitti, complici di un giorno, niente di più o di meno del percorso di formazione di un futuro sovversivo accerchiato da nemici visibili e invisibili nel barrio dal quale vuole disperatamente fuggire lasciandosi alle spalle la mediocrità imperante, la famiglia, i poliziotti, i piccoli sfruttatori, la mancanza di stimoli, per andare incontro ai "piaceri della vita" e alle grandi sfide della città, della poesia e della scienza. Silvio, come Arlt, è divorato da due passioni, l'ingegneria e la letteratura, Letteratura verde Luis SepÙlveda, Il mondo alla fine del mondo, Guanda, Parma 1994, ed. orig. 1989,trad. dallo spagnolo di Ilide Carmignani, pp. 127, Lit 18.000. Questo è il secondo romanzo dell'autore de II Vecchio che leggeva romanzi d'amore (Guanda, 1993), libro ambientato in Amazzonia che ottenne un importante successo internazionale segnando l'esordio letterario di un giornalista cileno vissuto in esilio in Europa fin dagli anni settanta. Ne Il mondo alla fine del mondo, SepÙlveda ci racconta una storia in gran parte autobiografica legata alla sua militanza ecologista nel movimento di Greenpeace, ma non solo. In realtà questo romanzo, oltre a sviluppare una denuncia incisiva dei metodi delle multinazionali che si dedicano alla caccia illegale — ma promossa dai governi — di balene in estinzione nel Pacifico meridionale, è un bel racconto di viaggi attraverso i fiordi e i ghiacciai del Cile australe, dai quali emergono fantasmagorici personaggi della mitica Patagonia, nostalgia della terra natia e ricerca di confuse e sofferte radici esistenziali e ideologiche. Il protagonista, titolare di un'agenzia giornalistica ad Amburgo, riceve un messaggio di allarme lanciato da una misteriosa donna. Riguarda una nave officina giapponese in attività nei pressi del canale di Magellano. Decide allora di tornare in patria per decifrare il senso di una straordinaria storia che coinvolge leggendari cetacei, delfini, uccelli e marinai, in lotta ad armi impari con le mostruose macchine di guerra dei cacciatori industriali. Mentre vola verso l'America del Sud, il prota- gonista — che rimane senza nome — rievoca il suo primo viaggio da adolescente quando riuscì a imbarcarsi su una baleniera diretta nei mari del Sud dopo un'illuminante lettura di Melville. Ma il passato gli si rivela remoto e superato dalla sua attuale visione planetaria e non più localistica della storia e della natura. L'andare verso gli antichi scenari si fa sempre più doloroso, ma anche più necessario. E l'incontro con il marinaio Nilssen, abitante solitario dei canali di Chiloè e unico testimone della ribellione delle balene, sarà complesso e difficile ma decisivo in questo confronto con miti e verità della propria memoria. Di ritorno in Europa, reduce dall'avventura che qui non possiamo riferire, il nostro giornalista dichiara: "Non so se scriverò qualcosa. Ma a te, a quelli di Greenpeace e ai miei soci racconterò una storia, una volta sola, e voi deciderete se crederci o no. E quanto a essere di laggiù, sì, non ne sono mai stato così sicuro. Ripenso a certe parole del capitano Nilssen. Quando mi ha parlato della sua vita, si è riferito a una barca che ormai non esiste più come alla cosa per lui più vicina all'idea di patria...". Malgrado qualche caduta nella maniera del "realismo magico", evidentemente difficile da evitare per tanti scrittori sudamericani delle nuove generazioni, e alcune incertezze narrative e ripetitività di linguaggio — alcune ascrivibili alla traduzione — assenti nella prima opera dell'autore, Il mondo alla fine del mondo è un romanzo che trasmette forti tensioni soggettive, costruisce un buon crescendo di suspense e richiama con efficacia l'interesse per le tematiche ambientaliste. (j.r.r.) sta importanza ad Arlt o a Horacio Quiroga, autori la cui scrittura un po' rozza, ricca di neologismi stranieriz-zanti, di espressioni idiomatiche introdotte dall'emigrazione europea, di esagerazioni, fantasie espressioniste e stroncato dalla "decade infame" inaugurata nel 1930 con l'istaurazione di una delle più implacabili dittature militari della storia argentina. Opera e vita sono inscindibili in Arlt, soprattutto in questo suo libro di vuole essere scrittore e inventore e raggiungere così una visione globale del mondo: "Mia madre cuciva in un'altra stanza, e mia sorella preparava le lezioni. Mi disposi a leggere. Su una sedia vicina alla spalliera, avevo Virgen y Madre di Luis de Val, Electrotécnica di Bahia e L'Anticristo di Nietzsche... Virgen y Madre, me lo aveva prestato una vicina che faceva la stiratrice. Ma non mi sentivo disposto alla lettura di quel romanzone truculento, per cui presi risolutamente Electrotécnica e attaccai la teoria del campo magnetico girevole. Leggevo lentamente e con soddisfazione..." Questo romanzo richiama in parte la tradizione picaresca e il realismo co-stumbrista, ma punto di partenza e scenario naturale è quell'atmosfera metropolitana da dove nascono le tipiche ossessioni arltiane dei romanzi successivi, cariche di presenze do-stoevskiane e baudelairiane. Lontane da ogni intento semplicemente descrittivo o assolutorio, le traversie degli eroi di Arlt finiranno inevitabilmente nel tradimento e nella delazione, perché "ci sono momenti nella vita in cui proviamo il bisogno di essere canaglie, di sporcarci fino in fondo, di commettere qualche infamia... di distruggere per sempre la vita di un uomo... e dopo averlo fatto potremo tornare a camminare tranquilli". Ci sarebbe la possibilità di affrontare la trasformazione della società, di assumere il gesto del rivoluzionario, ma non può esserci spazio per l'utopia sociale nel compiacimento delle proprie miserie, pensa Silvio, per cui lui e i suoi compagni di avventura rimarranno sempre anarchici autodistruttivi che escludono la possibilità di un'aggregazione contro le ingiustizie. Silvio appartiene alla classe media impoverita, ma non vuole diventarne il rappresentante ideologico. Tuttavia il rifiuto non conduce alla "mobilità sociale", non c'è ombra di arrivismo nei personaggi arl-tiani. All'inverso, Il giocattolo rabbioso si configura come un apprendimento del male, come un crescendo di azioni socialmente riprovevoli che spingono al rifiuto generale, a un'assoluta e lucida negazione, alla prematura fine di ogni illusione. Il protagonista che si prepara ad affrontare il mondo degli adulti raggiunge alla fine un'unica certezza: la società non è altro che un insieme di massacratori schierati in una gerarchia disposta solo a fare del male a chi si trova sotto. Alla totale disgregazione che lo circonda e all'indifferenza nei suoi confronti di grande parte del mondo letterario di Buenos Aires, lo scrittore Arlt vorrà opporre la possibilità di un riscatto, ciò che lui chiamava "la prepotenza del lavoro", del lavoro di scrive* re. Scrittore non per scelta ma per costrizione e vocazione, disse una volta: "Questi sono tempi nuovi, il futuro è nostro: creeremo la nostra letteratura non chiacchierando continuamente di letteratura, ma scrivendo in orgogliosa solitudine dei libri che rinchiudano la violenza di un diretto alla mandibola". 0) re c a. 0 '5) CI re o c V E re 3 C C re GIORGIO DE NOVA Codice civile e leggi collegate Costituzione Trattati U.E. e C.E. Codice civile Leggi collegate 1994/95 CORRADO FERRI Codice di procedura civile e leggi collegate Giorgio De Nova CODICE CIVILE E LEGGI COLLEGATE 1994/95 Costituzione, Trattati U.E. e C.E., Codice civile, leggi collegate 26 000 lire Corrado Ferri CODICE DI PROCEDURA CIVILE E LEGGI COLLEGATE 1994/95 26 OOOIire IL NUOVO ATLANTE STORICO ZANICHELLI H» IL NUOVO ATLANTE STORICO ZANICHELLI 1995 41 000 lire ATLANTE ZANICHELLI 1995 ATLANTE ZANICHELLI 1995 50 000 lire ENCICLOPEDIA ZANICHELLI DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DI ARTI. SCIENZE. TECNICHE, LETTERE. FILOSOFIA. STORIA. 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