APRILE 1998 Fifth (Coda II Tomo I) \ a cura di Andrea Demarchi pp.233, Lit 22.000 | Transeuropa, I Ancona 1997 Usciva un anno fa Coda, antolo- gia proposta da Silvia Ballestra e Giulio Mozzi, che riprendevano il progetto generazionale di Pier Vit- torio Tondelli. Ora Andrea Demar- chi, amico e collaboratore delia Ballestra, ha curato questa nuova Coda, seconda raccolta di narra- tori esordienti e ventenni: "under 25" è ancora la sigla di richiamo (lanciata da Tondelli nel 1987). So- no sei nomi da ricordare: Omar Cerchierini, Tommaso Leoni, Silvia Magi, Giulio Milani, Stefania Olivie- ri, Mirko Romano. Ciascuno com- pare con uno o più pezzi ed è pre- sentato da una scheda critica e biografica. Ne risulta un gruppo di giovani (si può dire?) normali, con regolari studi umanistici a Bologna o Torino, Pisa, Ferrara: maturità classica e poi lettere all'università, o lingue (Magi), filosofia (Olivieri), legge (Leoni), scienze politiche (Milani). Hanno alle spalle vite bre- vi e brevi percorsi, che sono so- prattutto percorsi di formazione sui libri. Daremo dunque per scontati gli influssi letterari. Non è scontata invece la bravura, davvero notevo- le in alcuni/nel fabbricare il testo, governare il proprio strumento. Il racconto di Leoni, Verso Volterra, bizzarro incrocio fra il tema onirico del viaggio agli inferi e il recupero di un'espressività linguistica d'altri tempi (alla maniera di un Dossi o di un Imbriani), ha già entusiasmato Barilli. Ma è sorprendente anche Cerchierini nel raccontarci a due voci un tragicomico amore (in Ses- so! Sesso! Sesso!, su modello ar- basiniano). E Olivieri quando (pen- sando a Carver) lascia presagire, da indizi minimi, crepe catastrofi- che nel quotidiano adattamento. Sanno come si scrive, questi gio- vani, e il loro problema sarà, sem- mai, cosa scrivere. Per ora sono attenti a ritagliarsi porzioni esatte di realtà comportamentali, senza sociologismi né psicologismi. Il curatore Demarchi, piemontese di Chivasso, trentadue anni, due bre- vi romanzi già pubblicati, introdu- ce il volume con sobrietà e passio- ne. Si capisce che gli sta a cuore il progetto complessivo, il lavoro in comune. E ii ricordo di Tondelli, con la sua presa sui ragazzuoli di provincia, lo spolverino bianco, la pratica di una scrittura certificata dalia vita. Lidia de Federicis Sabina Cremonini, Gabriella Maleti, Francesco Martini, Claudio Mauri, Mario Menziani Li chiamerò più tardi e altri racconti pp. 107, Lit 20.000 Diabasis, Reggio Emilia 1997 Viene dal cuore emiliano della provincia, narrativamente (come si sa) feconda; viene dall'idea di una "biblioteca padana" (come si legge in copertina) questa raccolta di cin- que racconti inediti, che, avendo concorso al premio "Arturo Loria 1997" indetto dal comune di Carpi, sono usciti vincitori o finalisti. La bre- ve premessa, di Brunetto Salvarani, andando oltre le considerazioni uffi- ciali sulle caratteristiche di un premio ispirato al nome del concittadino illu- stre, tocca un punto vero e interes- sante, e giustifica bene il libro, là do- ve accenna alla fine della "difficoltà di narrare"; fine di una sensazione diffusa di "impotenza delle strategie narrative". È subentrato invece, pos- siamo aggiungere, il diffuso convin- cimento, oggi, che raccontare sia un diritto accessibile a tutti. Con risultati disomogenei per qualità, ma signifi- cativi sempre del mutamento cultu- rale. Da Carpi vengono racconti di Cremonini; racconto con due punti di vista, di moglie e marito, ma il ma- rito è un giocatore irriducibile: ecco il tema fosco dell'azzardo dostoev- skiano immesso nella casalinghitudi- ne, con un effetto di tranquilla, certis- sima disperazione. (l.d.f.) I Luna nuova a cura di Goffredo Fofi, pp. 209, Lit 25.000 Argo, Lecce 1997 Sono quindici racconti, di altret- tanti nuovi scrittori del Sud, scelti Mentre BRUNO CONTE tipico della narrativa meridionale, di cui si ritrovano vari tratti persi- stenti: dalla propensione al dialet- to all'uso impietoso dei quadri di famiglia, là dove il microcosmo ri- specchia e concentra le modalità e tortuosità del vivere sociale. Fofi si richiama a Pirandello; ma sem- bra di incontrare, in certe scene di vita, anche la mano di Matilde Se- rao; e più episodicamente, in qualche pagina femminile, il gusto di Sciascia per l'indagine d'archi- vio e lo scavo nella storia sepolta. Gli autori, tutti di grande leggibi- lità, sono Alajmo, Attanasio, Ben- fante, Colaciura, Capraro, Cono- Bruno Conte, nato a Roma nel 1939, artista figurativo, scrittore e poeta, ha ora pubblicato, sotto il titolo Estremi e con una nota critica di Gio Ferri, una serie di trentaquattro brevi testi (quasi) narrativi. Ne proponiamo uno. Mentre sussurra al telefono, alle 11 di sera, altrove il terreno smotta nella notte e viene inghiottito nel terrore di un torrente. Mentre si allaccia una scarpa, alle 11 di mattina, trovando un appoggio tra la gen- te che scorre, altrove sul convesso di una duna un rettile disperato dal nessuno circostante spa- lanca le fauci al cielo assolato. Mentre gli cade la gomma da cancellare dal tavolo oblungo della sala delle riunio- ni, alle 10 di mattina, quando la luce riflette stagnante sulla superficie del tavolo, altrove una cascata d'acqua strapiomba tra alberi sfrondati a braccia levate sca- vando la roccia. Mentre legge in un libro, alle 3 pomeridiane, la descrizione di un prato, altrove un prato desolato rimane attento, come se si sentisse descritto in ogni ca- pello d'erba. Mentre mischia in un bicchiere latte e menta, quasi alle 6 del pomeriggio, seduto al bar di Piazza del Lauro, altrove, nella compatta profondità della fossa oceanica, un esilissimo gambero diafano punteggia appena col suo percorso il velo di melma. Mentre raggiunge, con una certa titubanza, in un dato momento lambito da un'ora, quell'altra mano"eh e sembra ritrarsi, altrove, in un microabisso così irraggiungibile accanto, sfrecciano nel loro vuoto, seguendo una biellisse divergente, due punti senza nome. Mentre posa lo sguardo, in un'ora X, sul profilo controluce, da cui attende una ri- sposta in forma di parola, in un'attesa che sembra pesare, altrove, a una lontananza astratta oltremente, il peso pressato di un grigio sferico assume senza incertezze il proprio schiacciante processo cieco. da Estremi, Anterem, Verona 1998, p. 38 gente comune, in stile semplice. Questi narratori della pianura, di sva- riate età e professioni (uno insegna, un altro è in officina), raccontano sto- rie con protagonisti qualsiasi e in ambienti alla buona, una scuola, una casa lontana dalla corriera, una peri- feria ex campagna. E per sfuggire alle strettoie della rappresentazione usualmente realistica scartano non tanto verso il lirismo poetico, quanto ai bordi di una realtà che sconfina in mania o in fantasia. Si distingue dagli altri, per la materia storica, Il giovane tenente, episodio della Resistenza rievocato da Martini, che ridisegna sul filo della pietà civile, in una spe- cie di stilizzato santino, un repertorio di scene truci. Invece la vena della nota (in letteratura) follia padana flui- sce a vista nel bel racconto che apre il libro e gli dà il titolo, della vincitrice e introdotti da Fofi, il quale nella prefazione spiega il progetto - ri- cercare e ritrovare, se c'è, una specificità della letteratura meri- dionale - e ne indica le ragioni non solo letterarie. Si tratta infatti, per Fofi, di far sentire (se c'è) la resistenza della cultura meridio- nale al modello "emiliano-torine- se", al "modello di sviluppo eco- nomico agnelliano o emiliano"; di far luce su diversi modi di stare al mondo. L'intento polemico e il convincimento populistico e po- veristico avranno forse guidato l'ottimo lettore che è Fofi nella se- lezione di questi pezzi, centrati in- fatti su una tradizionale ricerca te- matica più che su forme innovati- ve. L'insieme risulta in linea con un realismo, pronto sempre a ri- voltarsi in surreali esiti grotteschi, che dell'enfasi conosce i bole. (l.d.f.) lato de- I Decalogo a cura di Arnaldo Colasanti pp. 189, Lit 20.000 Rizzoli, Milano 1997 Dieci scrittori raccontano i dieci comandamenti, si legge in coperti- na. Sono nell'ordine Aurelio Picca, Antonella Anedda, Linda Ferri, Rocco Carbone, Luca Doninelli, Carola Susani, Sergio De Santis, Pia Pera, Laura Padani, Erri De Lu- ca: tutti nati nello spazio di una ge- nerazione (fra il 1950 di De Luca e il 1965 della Susani), tutti già cono- Stranieri a Roma È uscita la prima opera narrati- va di Simona Cancellata, nata a Roma nel 1957, sceneggiatrice per la televisione e autrice ra- diofonica e teatrale. Si intitola Radicchio, pinocchio. Ventidue storie pungenti di stranieri a Roma (e/o, Roma 1998, pp. 133, Lit 22.000). scenti, D'Ambrosio, De Santis, Mi- nervini, Notari, Pascale, Piccolo, Taiuti, Torre, Venezia; sono sicilia- ni, campani e pugliesi; uomini e donne, poche le donne; con me- stieri svariati e in genere oscuri, spesso nella scuola. Ma parecchi di loro già sono noti per aver pub- blicato libri e non inosservati: co- me Marcello Benfante, Francesco Piccolo, Domenico Conoscenti, Maria Attanasio (l'archivista, ap- punto), e il giornalista Roberto Alajmo che qui compare con un bel pezzo in cui gli effetti a sorpre- sa nascono dall'economia crona- chistica dei mezzi narrativi: La fa- mosa rivolta del cani in Sicilia, cronaca straordinaria perché, no- nostante le aspettative innescate dal titolo, non vi succede niente. Malizia di scrittore, e di giornalista sciuti, con l'eccezione dell'esor- diente De Santis, e alcuni afferma- ti. Questa infatti è un'antologia bel- la e ambiziosa, senza acerbi speri- mentalismi. Ciascuno qui resta fedele alla sua cifra, dal minimali- smo elegante di Carbone al provet- to mistilinguismo della Padani. Cia- scuno racconta a suo modo storie moderne. Ma l'arcaico rimando scritturale non resta inerte e, per il lettore, sposta il punto di vista, crea un attrito. Arnaldo Colasanti chiude la raccolta con una specie di undi- cesimo racconto, La vita è altrove, riflessione sul senso delio scrivere. Il letterato Colasanti (quarant'anni, vicedirettore di "Nuovi Argomenti") è il più esplicito, quasi imbarazzan- te, nel far domande a Dio circa il male di vivere ("perché consenti tutto questo") e nel sovraccaricare la letteratura assegnandole un compito riparatore: "La letteratura può concedere pace e congedo al nulla umano". Gli altri conservano fisionomie proprie, e avranno forse altre idee di letteratura. Ma il male è davvero il filo conduttore della raccolta. E s'intenda anzitutto la materialità del male: penuria e mor- te e distruzione dei corpi per lenti morbi o traumatici eventi, con il corredo psicologico di solitudine e paura. Ogni racconto, sotto eti- chetta biblica, raffigura esseri umani alle prese con errori senza rimedio; e l'ultimo, di De Luca, in forma di lettera dal carcere di una brigatista irriducibile al marito che desidera staccarsi da lei e dal pas- sato, usa la "donna d'altri" come straordinaria metafora del mondo di fuori; e della sua estraneità - "una casa, un salario, le ferie, il vo- to" - al sogno di sangue della pa- lingenesi (misticismo, terrorismo). La vita qui è crudele; e anche la let- teratura vuol essere letteratura del- la crudeltà. Posto di fronte alla ta- vola dei valori religiosi, questo gruppo di scrittori ne ha dato una lettura elementare e fondamentale: torna in mente "l'uomo al punto", minaccioso titolo secentesco. (l.d.f.)