APRILE 1998 N. 4, PAG. 10 Una donna arguta contro il cattivo gusto GIANNI RIOTTA Grazia Cherchi Scompartimento per lettori e taciturni. Articoli, ritratti, interviste a cura di Roberto Rossi pref. di Giovanni Giudici introd. di Piergiorgio Bellocchio pp. 285, Lit 20.000 Feltrinelli, Milano 1997 Non è facile recensire il libro, postumo, della propria migliore amica. Non è facile perché avanza- no i dubbi: mi farà velo il calore, la nostalgia, il ricordo? Sarò indul- gente, raccomanderò ai lettori e al- le lettrici un libro così così, solo per affetto? Incertezza ancor più radicata se l'amica in questione è Grazia Cherchi. La critica, editor e scrit- trice mancata nel 1995, ugualmen- te severa con amici e avversari, spietata nel giudicare aggettivi e avverbi, ruffianerie e viltà, igno- ranze e arroganze. Grazia era la co- scienza delle lettere italiane, "Zari- na" l'averi battezzata Geno Pam- paloni. Con gli amici era durissi- ma. Quando accettava di fare da editor, la sua severità era tale che, davanti a una pagina senza i mici- diali segni di lapis, Stefano Benni scherzò: "Ti eri addormentata?". Quando usavo vocaboli obsoleti come "giovanotto" o "paletot", ri- deva: "Solo tu e la Cederna amate parole del genere ormai". Lu Benni a dedicarle la poesia "Grazia ha telefonato: / 'Final- mente mi hai mandato / un vero romanzo / asciutto e stringato' / Grazia, da mesi di dirtelo tento, / era la lettera d'accompagnamen- to". Benni disegna la gioia che era lavorare con Grazia, tagliare, ri- flettere, lucidare, smontare, ragio- nare sul testo, senza tartufismi, senza ideologie, senza patemi. Alla fine della giornata restava in terra un rotolo di carta straccia e lo si buttava via scherzando, "Brutti tempi per i filologi". A cena, al ri- storante la Fenice di Venezia, Gra- zia discettava col proprietario sul gusto di certi rosolii e lui, colpito, le regalava un paio di orecchini. Nella vulgata dei giornali, Grazia Cherchi era rimasta invece la fon- datrice, con Piergiorgio Bellocchio e Goffredo Fofi, della rivista "Qua- derni piacentini", all'alba della nuova sinistra. In particolare la ma- drina della rubrica di libri, "Da leg- gere da non leggere". Insomma una critica militante di sinistra, dura e spigolosa: immagine che Grazia, si- garetta all'angolo della bocca, im- permeabile con la cintura stretta, capelli neri sugli occhi, non faceva nulla per smentire. Chi leggerà il primo volume dei suoi scritti critici, Scompartimento per lettori e taciturni, edito da Fel- trinelli, a cura di Roberto Rossi, con introduzione di Bellocchio e prefazione dell'amico prediletto Giovanni Giudici, scoprirà una donna diversa, gentile, arguta, col- tissima, che leggeva un libro al giorno, senza steccati di lingua, cultura, fede politica. Giudici, che pronunciò l'orazio- ne funebre per Grazia, in un deso- lato piazzale milanese, in un giorno qualunque d'estate, ricorda l'amica con etica brechtiana: "Come dopo una sconfitta (...) anche all'indoma- ni della morte di Grazia Cherchi sentii che il miglior modo in cui i suoi amici potessero onorarla sa- rebbe stato il comportarsi come se Lei ci fosse ancora". Notate la "L" maiuscola. Giudici e Cherchi, amici da sempre, si davano del lei. La vulgata parla di una critica fa- ziosa, ma la persona che esce dal lavoro di Rossi è più simile alla ve- ra Grazia della caricatura in corso nelle cronache letterarie. Grazia di sinistra, ma seguace del "gentiluo- mo" Geno Pampaloni. Grazia che annota: "Da Feltrinelli è riapparso Breve lettera di un lungo addio di Peter Handke, che con questo ro- manzo lasciò, buon per lui e per noi, lo sperimentalismo avanguar- diero". Grazia lettrice di Frutterò & Lucentini e convinta che Alber- to Arbasino fosse "uno dei pochi gentiluomini che abbiano ancora le patrie lettere". Perché insistere su valori come l'educazione, la gentilezza, il gala- teo, la cortesia, l'old fashioned, da parte di una scrittrice "estremista"? Perché detestare la "stroncatura"? Perché Cherchi era persuasa che il discorso della cultura, soprattutto il discorso della narrativa, fosse dialo- go tra uguali, autore e pubblico, con il testo a fare da mediatore. La forzatura del dialogo, la prevarica- zione, l'arroganza volgare, è quindi la vera dissonanza. Grazia la pensa- va come Milan Kundera: il cattivo gusto è violenza. Scompartimento per lettori e taci- turni è ricolmo di citazioni, diverti- menti, aneddoti. Mi viene da chia- mare Grazia al telefono (andava a dormire tardissimo e il fuso orario Milano-New York coincideva con le nostre abitudini): "Ti rendi con- to di quanti giornalisti pelandroni ruberanno, a man salva, le tue cita- zioni?". "E poi la chiamano industria cul- turale. Dove sia in tutto questo l'in- dustria e dove sia la cultura, io non lo capisco proprio"; "Nonostante i suoi giochi, le sue esibizioni di fa- tuità, Arbasino è scrittore di molta serietà"; "Non avere un pensiero e saperlo esprimere, è questo che fa di uno un giornalista" (Kraus). Di- derot che raccomanda un poverac- cio, bisognoso di 25 luigi, permet- tendogli di pubblicare una stronca- tura delle proprie opere. Grazia che spia un uomo in metrò, "un maschio adulto... non con la 'Gaz- zetta dello sport'... ma con un libro, e lo sta leggendo !.. .Tra l'altro aveva due bellissimi occhi grigi". Grazia lettrice della "Voce" di Montanelli e appassionata "pidiessina", che si definisce "grilla (o grulla?) parlan- te". Grazia che si nomina poliziotta delle buone maniere a Milano, e re- darguisce giovanotti malmostosi, aiutando un'arzilla vecchietta. "Ma lo sa che in soli cinque minuti ha detto ventidue volte 'cazzo'?. 'Ma lei che cazzo vuole?', mi ha sbraita- to. 'E siamo a ventitré'". Il libro vi appassionerà e diver- tirà, ma io l'ho chiuso con rimorso. E evidente, e lo proveranno gli al- tri volumi di scritti della Cherchi in preparazione, che Grazia è stata una delle più serie critiche del do- poguerra italiano. Più colta, intelli- gente e attenta ai cambiamenti di tanti più celebri di lei. La sua gene- rosità, regalare agli altri tempo, ci- tazioni, editing, lavoro di redazio- ne, meriti, ci ha impedito di veder- lo quando era in vita e dargliene at- to come meritava. Neppure gli amici più cari sep- pero che stava morendo. "Non di- sturbiamo gli scrittori, devono la- vorare", disse morendo a Vincen- zo Cottinelli. Era già agonizzante e mi dava appuntamento per lavora- re insieme: ignaro, le inflissi al te- lefono la lettura del capitolo scrit- to per il romanzo a quattro mani con Eco, Pontiggia e Tabucchi. Critica della destra, Grazia Cherchi si rivela in queste pagine corrosiva anche per la sinistra, le sue lungaggini e ipocrisie. Ogni ri- ga cela una domanda: perché sia Franco Fortini che Cesare Cases dichiarano, tra i rimpianti, di non avere imparato l'inglese? Tic lin- guistico o non piuttosto rammari- co di sentirsi tagliati fuori dalla più tumultuosa civiltà del presente? La chiave del libro sta in una straordinaria risposta di Cesare Garboli, a proposito di Flaiano: "Flaiano è in anticipo sull'oggi so- prattutto nel negativo, nella dia- gnosi di uno stato di putrefazione. Ma la cosa difficile è essere in anti- cipo nel positivo, in ciò che di buo- no non si vede ancora". Garboli dice bene: è comodo attaccarsi al buono del passato. Difficile è scommettere sul futuro, intrave- derne le potenzialità e speranze. I profeti da talk show abbondano. I veri saggi scrutano il futuro, incu- ranti dei ricchi premi e cotillon. A questa specie apparteneva l'a- mica perduta. Bene ha fatto Feltri- nelli a cominciare il lavoro di rac- colta dell'opera militante (ma nelle future edizioni si dovranno elimi- nare i refusi, due volte "Gutem- berg", "bersagio", "Roberto Ron- chey", "Renzo Ciafanelli", l'indice dei nomi impreciso: l'autrice dete- stava gli errori). "Cherchi col Kap- pa?" chiede una centralinista. "No, come Cossiga senza K" si diverte Grazia. Ciao carissima giovanotta: vado a leggermi quel po' po' di libri che consigli nel tu© Scompartimen- to per lettori e taciturni. Lettrice lo eri, eccome. Taciturna, grazie al cielo, no. E se fa freddo dalle tue parti, non scordare il paletot. M&B Publishing P.zza Aspromonte 26 Milano Tel 29529042 Fax 29529030 Mussolini e il sionismo Furio Biagini Pag. 200 Lit. 25 000 Psicologia dei Popoli Gustave Le Bon Pag. 160 Lit. 15 000 La scuola moderna Francisco Ferrer Pag. 144 Lit. 15 000 In difesa del proporzionale Vittorio Valenza Pag. 224 Lit. 35 000 Stalin La dittatura del proletariato A cura di F. Capelli Pag. 350 Lit. 35 000 Guida alle elezioni comunali Riccardo Rudelli Pag. 160 Lit. 17 000 Distribuzione: MIDI libri