GENNAIO 1999 Tutti i viaggi di Robinson Crusoe JEANNE CLEGG Daniel Defoe Le avventure di Robinson Crusoe seguite da Le ulteriori avventure e Serie riflessioni a cura di Giuseppe Sertoli pp. 704, Lit 22.000 Einaudi, Torino 1998 un'impresa agricola perfetta, per poi, con l'arrivo di Venerdì, realiz- zare un piccolo regno privato. "Me- tafora storica (...) parabola del de- stino della borghesia", il racconto dell'isola ha offerto una palestra in- tellettuale per esercitazioni econo- mico-sociali da Rousseau a Marx fi- no ai giorni nostri. Un database di per il naufrago era la solitudine a costituire problema, per i suoi sud- diti-coloni il nemico è umano, inter- no (criminale) ed esterno (l'invaso- re), e per salvaguardarsi non basta più nascondersi nella grotta fortifi- cata: è necessario creare istituzioni complesse. "Quelle bestie dei tre in- glesi" si rivelano classici esempi di freerider, difficilmente integrabili. Rissosi e pigri, per sfamarsi deruba- no gli spagnoli o - viene raccontato come se fosse ugualmente deplore- vole - raccolgono tartarughe e cac- ciano uccelli. E scontato che vivere di quanto offre la natura non sia ac- cettabile in questa società robinso- risiede nel tentativo di farci vedere oltre i confini della mitica isola. I quasi trent'anni che Robinson ha in essa trascorso costituiscono - se- condo Sertoli - "[solo] un inizio", un "apprendistato" che "rimodella la personalità" di qualcuno che do- vrà poi '"uscire da sé', agendo e rea- lizzandosi nel mondo degli uomini. Solo così l'eroe borghese trova la sua epica: nell'aperto dei viaggi e dei traffici, non nel chiuso di un 'giardino' in cui, più che homo oeco- nomicus, sarebbe homo domesti- cus". Così quella che - insiste il cu- ratore - non va intesa se non come la prima parte di un unico romanzo, Con la pubblicazione in un unico volume di La vita e le straordinarie sorprendenti avventure di Robinson Crusoe, Le ulteriori avventure di Ro- binson Crusoe e addirittura Serie ri- flessioni nel corso della vita e delle sorprendenti avventure di Robinson Crusoe, insieme (nientemeno che) alla Visione del mondo angelico , il lettore italiano si trova privilegiato rispetto al povero inglese. Per sape- re come va a finire per Robinson Due quest'ultimo deve mettersi alla caccia dell'edizione delle opere di Defoe del 1927, mentre per Robin- son Tre non resta che rintracciare, se ha tempo e voglia, edizioni ormai centenarie. Il presente ben annotato volu- me, a cura di Giuseppe Sertoli, non segna, d'altronde, l'unica oc- casione in cui l'Italia moderna è stata più generosa con Defoe di quanto lo sia stata la sua patria. L'accuratissimo saggio bibliografi- co qui offerto cita due edizioni de- gli anni cinquanta che comprendo- no le Ulteriori avventure, oltre a quella di Antonio Meo, del 1963, che forma la base di questa. Finora inedite in italiano (se non per alcu- ni brani apparsi su un giornale) so- no invece le Serie riflessioni, una scelta delle quali è qui tradotta da Sertoli, pur con un occhio di ri- guardo per le scelte stilistiche di Meo "per evitare dissonanze". Sembra facile, a dirlo così. Ma se già il tradurre richiede una difficile combinazione di audacia (nel sal- tare da un codice linguistico a un altro) e remissività (nel prestare la propria voce per far parlare un al- tro), tradurre senza tradire non so- lo l'autore ma anche un preceden- te traduttore richiede un tatto e una sicurezza assolutamente fuori del comune. Ma, ci si potrebbe chiedere, lo sforzo vale la pena? Merita seguire quest'infaticabile viaggiatore per quasi settecento pagine, invece di fermarci alle meno di trecento alle quali eravamo abituati? Samuel Johnson, lamentandosi della noio- sità della maggior parte dei libri, in- dicò Robinson Crusoe, con Don Chisciotte e 11 pellegrinaggio del cri- stiano, come gli unici tre libri al mondo che i loro lettori desidere- rebbero più lunghi. In realtà, come ammette Sertoli nella sua introdu- zione, sono pochi a prestare atten- zione anche alle avventure vissute da Robinson prima e dopo la fase isolana, tale è la "forza di suggestio- ne" delle pagine dedicate a quegli anni. Anni in cui, con l'aiuto del ca- pitale tecnologico e ideologico che riesce a salvare dal relitto della nave (arnesi,, chiodi, fucili, semi d'orzo, bibbie, inchiostro...), e grazie alla propria operosità, ingegnosità e prudenza, Crusoe crea da solo letteratura economica ci offre saggi recentissimi su Robinson Crusoe, Friday and the Competitive Price Mechanism, su Decentralization and Increasing Returns: Robinson Cru- soe Revisited, su Robinson in quan- to Not Mainly a Resource Allocator... L'isola rivisitata nelle Ulteriori av- venture potrebbe offrire altri spunti. Dieci anni dopo averla lasciata, Ro- binson torna in visita pastorale ai suoi "sudditi" - un gruppo di spa- gnoli salvati dai cannibali, il padre di Venerdì e tre reprobi inglesi am- mutinati - e ascolta da loro la storia dell'isola durante la sua assenza (un raro esempio di racconto in terza persona con l'implicito invito a fi- darci di una testimonianza di secon- da mano); una storia che costituisce un unico grande exemplum per mo- strarci cosa fare (e non fare) non per sopravvivere allo stato di natura, ma per istituire e proteggere uno stato sociale nella sua fase nascente. Se niana - né è del resto permesso all'individuo agire per proprio con- to. Per prevenire il sorgere di con- trasti su questioni come la distribu- zione della terra, del lavoro e delle donne, e conseguenti retrogradi comportamenti da frontiera, il "go- vernatore" spagnolo lasciato in cari- ca da Robinson discute, ragiona, ne- gozia contratti scritti, e, quando è necessario, celebra processi e puni- sce. Anche la lunga, sanguinaria lot- ta contro il nemico esterno, i canni- bali invasori, richiede la creazione di istituzioni rudimentali e una divisio- ne del lavoro. Viene costituito un piccolo esercito gerarchicamente ben strutturato: il cortese e saggio spagnolo al vertice, il valoroso e pragmatico Will Atkins al comando in prima linea, gli altri bianchi equi- paggiati con armi da fuoco, e gli in- diani pronti a uccidere con accette, tronchi, o le sole mani nude. Ma una delle importanti novità di quest'edizione di Robinson Crusoe si chiude anticipando nuovi viaggi. Ed è in questi viaggi che Robinson, seguendo il suo istinto ad andar per mare, realizzerà finalmente la sua vera "vocazione", quella del mer- cante-principe di un emergente im- pero commerciale: "Da occidente a oriente, dalle isole caraibiche a quel- le del mar della Cina, la mappa dei suoi spostamenti - dei suoi traffici - illustra il piano di navigazione - e di conquista - di un capitalismo (mer- cantile) che si sta facendo sistema- mondo. Lavorare e rendere produt- tiva non un'isola o una fattoria ma tutta quanta la terra (...) Questo 'la- voro' è il trade di Robinson: il com- pito che la Provvidenza (...) gli ha assegnato e a cui i primi cinquanta e rotti anni della sua 'infelice [ma red- ditizia] vita' lo hanno preparato". Se nessuno prima d'ora ha notato che "anche questo, in fondo, fa par- te del mito' di Robinson" sarà pure perché non leggevamo le Ulteriori avventure, ma anche perché Robin- I^^HLJ N. 1, PAG. 7 son stesso non solo non ne è consa- pevole ma - osserva Sertoli - nega il proprio destino. In nome dei valori conservatori della "quieta vita ritira- ta" il vecchio Robinson ripetuta- mente colpevolizza il Robinson gio- vane per il suo "impetuoso deside- rio (...) di girare il mondo", rappre- sentandolo come un figliol prodigo e, definendo le sue avventure "paz- zesche", "follie" che la "giusta ma- no della Provvidenza" ha trasforma- to in "castigo", punendo così ribel- lione e irrequietezza. Ma questa "dicotomia tra io narrante e io nar- rato" è anche "segno di una divisio- ne interna al personaggio". Anche il Robinson giovane, al momento del- la sua conversione, accetta l'idea che il suo vagabondare costituisca peccato, rimuovendo quella, ad essa contraria, che i suoi desideri istintivi siano guidati dalla Provvidenza. Co- sì non vengono mai armonizzate "le grandi forze antitetiche che gover- nano la sua storia: quella religiosa e quella economica". Dietro questa divisione Sertoli ne intravede un'altra: l'ambivalenza dello stesso Defoe su due spinosissi- me questioni. Battezzato "coscienza inquieta della ideologia puritana", Defoe - a differenza di coloro che, come descrive Weber, riuscivano tranquillamente a conciliare interes- se economico e coscienza religiosa - non solo avverte il pericolo che l'ar- ricchirsi può costituire per l'anima, ma arretra e condanna. Per quanto riguarda la mobilità sociale, il mo- dello statico che i discorsi di Robin- son propongono sarebbe inteso a difendere i valori morali piccolo- borghesi minacciati dall'ascesa, in atto in questo periodo, della grande borghesia mercantile. Che il saggio introduttivo costi- tuisca chiave essenziale per una let- tura unificata di tutte le Avventure, così giustificando questo progetto editoriale, è evidente. Ma esso è an- che qualcosa di più. Nell'articolare in un unico discorso dialettico due tipi di lettura (l'economicistico e lo spirituale), che nella tradizione criti- ca defoeiana sono fino pochi anni fa rimasti separati e concorrenti, Ser- toli offre un contributo importante all'interpretazione di questo e forse di altri romanzi. Egli ci dà anche qualcosa che pochi ormai osano tentare (tanto terrorizza l'idea dell'inafferrabilità di Defoe), ossia suggerimenti per comprenderne l'ideologia e la sua evoluzione. E soprattutto in questo senso che interessano le Serie riflessioni, alle quali Sertoli dedica una premessa a parte. "Documento ideologico rile- vante per definire le posizioni di Defoe all'altezza degli anni '20", questo collage affrettato adopera una definitiva "rimozione (...) del- l'istanza economico-progressista da parte di quella religioso-conserva- trice", cosicché dei due Robinson, e due Defoe, non rimane che uno so- lo. Non sentiamo più parlare, or- mai, di avventure, di imprese e, di traffici, se non in geremiadi: sentia- mo invece della solitudine, dell'one- stà, della immoralità della conversa- zione mondana, delle forme della religione nel mondo, dell'ascoltare la voce della Provvidenza. Letto nell'ottica suggerita da Sertoli, ha ri- svolti comici quest'ultimo capitolo, in cui "l'umile lettore" si trova da- vanti, nelle vesti di esperto decifra- tore della guida di Dio, proprio quel Robinson Crusoe chiamato a vaga- bondare per mare e per terra al ser- vizio del commercio mondiale, ma per il quale la propria vocazione re- stava un mistero.