GIUGNO 1998 riNDICF •J-Tfc^DE, LIBRI DEL MESE haitonaib N. 6, PAG. 2 Dire la verità al Banquet du Livre "Dire la verità" è il tema della prossima edizione del Banquet du Livre, nato nel 1994, che si svolgerà dal 6 al 16 agosto nel villaggio delle Corbières, vicino a Carcassone. Nel quadro degli scambi della Comunità europea,;"L'Indice" si associa, a partire da quest'anno, a questo ciclo di dibattiti, atelier e letture, che ha in precedenza trattato i temi della civiltà della vigna, poi dei piaceri, quindi dei crimini e delle virtù. -Sin dagli inizi, gli organizzatori (soprattutto l'associazione Le Marque-Pa-ge e le edizioni Verdier) hanno voluto conciliare la semplicità di approccio con 0 pubblico al rigore della programmazione: un villaggio, aprendosi al libro, si squaderna come un libro ai suoi visitatori. L'utopia, viva ancor oggi, di un dialogo tra pensiero, scrittura e città si ritrova, ambiziosa e modesta al tempo stesso, alle radici di questa iniziativa. Non è dunque strano che l'interrogazione filosofica, che rimanda all'origine platonica della denominazione stessa della manifestazione, sia centrale nei dibattiti, con partecipanti quali Marie-Claire, Galpérine, Christian Jambet, Benny Lévy o Jean-Claude Milner; mentre un doppio atelier di filosofia viene offerto ad adulti e adolescenti. La letteratura e le scienze umane sono anch'esse ben presenti, con degli attori - quest'anno Anne Alvaro, Marc Bet-ton, Laurent Manzoni e Philippe Mo-rier Genoud - che accompagnano gli autori con letture quotidiane. Dalla sua nascita, il Banquet ha dato spazio all'Italia, ma l'edizione 1998 accentuerà questa presenza accogliendo "L'Indice" tanto tra gli interventi nella discussione - in particolare in un dibattito sulle riviste dal titolo "Critica e verità", con la "Quinzaine littéraire" e il mensile di Bar- cellona "Quimera", quanto all'interno di "Corbières-Matin", quotidiano della manifestazione, tirato in cinquemila esemplari. I collaboratori dell'"Indice" presenti al Banquet porteranno il loro contributo regolare al quotidiano, dove si mescolano inediti letterari e filosofici, reportage e recensioni. I numeri di novembre e dicembre dell'"Indice" proporranno poi al lettore italiano, nella rubrica "Mondo", tra- duzioni di testi significativi di "Corbières-Matin", inaugurando così un vero e proprio scambio redazionale. Vista l'eco suscitata anche in Francia dal caso Sofri, una serata verrà dedicata al tema "Verità e precisione", con la partecipazione di Carlo Ginzburg, mentre molti autori dell'opera collettanea Negationnistes: les chiffoniers de l'histoire, di cui "L'Indice" ha già dato conto, tratteranno dei rapporti tra storia e verità. Infine, in un florilegio di testi letti dagli attori in chiusura del Banquet, figureranno in bella evidenza Leopardi e Saba, Luzi e Fortini. Oltre a questa collaborazione francoitaliana, è a tutto l'arco neolatino nella sua accezione più larga che si apre quest'anno il Banquet. La recente pubblicazione di una nuova versione in francese del Don Quichotte, dovuta ad Aline Schulman, sarà l'occasione, come preludio a tutta la manifestazione, di una rilettura integrale del capolavoro di Cervantes, senza interruzione nelle 24 ore. Altra grande figura legata, per storia e provenienza, all'area mediterranea è Claude Simon, che sarà festeggiato da scrittori come Francois Bon, Rachid Boudjedra, Marie N'Daye e Jean Rouaud. E significativo che la collaborazione tra il Banquet e "L'Indice" veda la luce nell'anno in cui tema dell'incontro è "Dire la verità". Certo non c'è bisogno di sottolineare come non vi sia pretesa, da una parte e dall'altra, di possedere un accesso privilegiato alla verità, in un mondo così complesso: ma il desiderio di rigore nella lettura critica, e un approccio al libro che sia, nella misura del possibile, svincolato dalle pressioni economiche e dalle mode, sono tratti comuni all'"Indi-ce" e ai suoi partner francesi, in particolare le edizioni Verdier. Come sono comuni gli interrogativi: in letteratura, come altrove, quando tutto - persino la rivisitazione della memoria - accelera e si atomizza, la verità è ancora un obiettivo a cui tendere? Quali itinerari, consueti o nuovi, deve prendere la verità per potersi dire? E, in questi itinerari, quale spazio ha il libro, la cui civiltà conosce oggi la trasformazione più radicale? Riccardo Bellofiore Bernard Simeone Lettere Bruce Chatwin. Leggo sempre con molto piacere e da tanti anni la vostra rivista. Non mi ero mai innervosita come ieri leggendo l'articolo di Rino Genovese a proposito delle Avventure in Africa di Celati. Il nervosismo mi è stato causato da quanto detto inutilmente a proposito di Bruce Chatwin. Intanto consiglio al recensore di leggere altri libri di Chatwin. Ritengo ne valga la pena e per questo io li ho letti tutti. Essendo poi "attenta alle parole" credo non sia un caso che a proposito di Aids si usi il verbo "beccare" e non "prendere" o altri verbi contenenti meno disprezzo... Di fatto morire di Aids o di febbre gialla è sempre morire, e il richiamo in questo contesto è, come ho già detto, inutile. Raramente si fa critica letteraria partendo dall'atto finale di una vita. Lo snobismo di Chatwin è noto, e credo invece che a Rino Genovese piacciano di più i pezzi staccati e cicciotti di Batouly. Maria Elda Muzzani, Selvazzano (Pd) Il punto della questione non è se Chatwin si sia beccato l'Aids o se lo sia preso, come preferisce dire la mia gentile interlocutrice Maria Elda Muzzani, ma il fatto che l'Aids è oggi la malattia infettiva più omologante che ci sia (a parte l'influenza, di cui però difficilmente si muore) sia perché la si può prendere ovunque, nella selvaggia Africa come nella civile Inghilterra, sia perché la può prendere il ricco turista sessuale come l'emarginato di una qualsiasi megalopoli. Ammetto che è un po' piratesco dir male di uno scrittore in una parentesi e per di più avendo letto di lui un solo libro: tuttavia non mi è piaciuto affatto il modo in cui Chatwin aggira il problema del turismo di massa e dell'omologazione facendo semplicemente come se il problema non ci fosse. Si tratta di un artificio in- sopportabile (all'epoca del suo In Patagonia, oltretutto, accadevano in Argentina cose alquanto orribili, di cui non c'è traccia nel libro). Io vedo l'Aids di Chatwin come una specie di contrappasso: l'omologazione, da cui tentava di fuggire dimenticandola, alla fine l'ha preso alle spalle con la malattia più omologante, tipica degli anni ottanta. Che non si possa leggere l'opera di uno scrittore attraverso la lente della malattia - ed eventualmente della morte -non mi sembra poi affatto scontato, almeno se pensiamo a questo nostro Novecento. Cosa sarebbero Kafka, o anche Moravia, senza la tubercolosi? Rino Genovese Economia. Come lettore dell'"Indice", vorrei esprimere qualche dubbio circa l'attenzione che viene rivolta alle discipline economiche. Le sezioni dedicate all'economia sono saltuarie e trattano tematiche - pur rilevanti - utilizzando strumenti di analisi un po' obsoleti. Leggen- do alcune recensioni si ha l'impressione che la teoria economica si sia fermata a qualche decennio fa. Per fare un semplice esempio, autori sempre citati sono Marx, Sraffa, Keynes e discepoli. Non voglio negare la loro importanza, ma devo sottolineare come vi siano state molte evoluzioni nella ricerca economica che non affiorano nelle recensioni. Gli spunti più mondani potrebbero derivare dall'assegnazione ogni anno dei premi Nobel, sistematicamente dimenticati. Azzardo la seguente provocazione: la scuola neoclassica viene tenuta in poco conto a causa di alcune sue posizioni ideologiche. Se questa ipotesi fosse vera, vorrei sottolineare come gli aspetti metodologici di tale scuola non solo siano oggi vincenti, ma utilizzino strumenti che vanno conosciuti, discussi, eventualmente criticati, e ciò sia compatibile con posizioni tutt'altro che conservatrici. "L'Indice" potrebbe in primo luogo avviare un'indagine cono- scitiva tra i propri lettori sull'interesse per le tematiche economiche. Se il riscontro fosse positivo, ritengo che vadano ridiscusse le linee editoriali seguite fino ad oggi. Tommaso Valletti, Torino Il lettore tocca un punto cruciale nell'ideazione e organizzazione della nostra rivista. Di primo acchito, vorrei dire che parte dei problemi nascono dall' ambivalenza della sezione economica: da un lato comprende questioni metodologiche che illuminano l'evoluzione della disciplina (e che il lettore vede trascurate); dall'altro si occupa di ricerche e analisi che danno conto dello stato delle cose. Naturalmente le scelte che originano le recensioni dipendono anche da posizioni disciplinari e da valutazioni soggettive. In ogni caso, non so se riusciremo a avviare un'indagine conoscitiva, ma potremo ospitare una discussione sul caso. e-mail: lindice@tin.it