DICEMBRE 1997 Mario Vargas Llosa, I quaderni di don Rigoberto, Einaudi, Eorino 1997, ed. orig. 1997, trad. dallo spagnolo di Glauco E elici, pp. 346, Lit 32.000. Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa non è precisamente un estimatore della letteratura erotica. Noiosa, ripetitiva, cerebrale e, oramai, conformista, questi alcuni dei difetti che le imputa. Da questa gragnola di critiche salva, almeno in parte, la grande tradizione dei libertini settecenteschi sia per la raffinatezza stilistica e culturale con cui scrittori quali Sade o Diderot elusero la volgarità che intristirebbe le moderne espressioni erotiche, sia perché trascesero il mero erotismo utilizzandolo per contrabbandare audaci teorie sulla libertà umana. Ed è a questa tradizione che Vargas Llosa evidentemente si richiama per compiere una nuova incursione nei difficili territori dell'erotismo dopo YElogio della matrigna (Rizzoli), il romanzo con cui nel 1988 sorprese i suoi lettori e che, con sguardo retrospettivo, può considerarsi una sorta di prò- ' logo a I quaderni di don Rigoberto, opera di maggiore spessore. Nei Quaderni ritornano i protagonisti dell 'Elogio della matrigna in una storia che ha inizio sei mesi dopo che dona Lucrecia - la sensuale matrigna del primo titolo - è stata cacciata di casa dal marito don Rigoberto, grazie alle manovre del figliastro Fonduto, luciferino cupido di angeliche fattezze che, dopo aver sedotto l'ingenua matrigna, aveva rivelato tutto al padre distruggendone il matrimonio. Il nuovo racconto si apre proprio con la decisione del bambino di porre rimedio al male commesso adoperandosi per riconciliare la coppia, obiettivo che raggiungerà ricorrendo a una serie di lettere anonime e organizzando misteriosi incontri ad alto tasso erotico. Malgrado Fonchito rappresenti ancora una volta il motore della trama, la narrazione non indugia sulla sua figura di adolescente enigmatico e un po' folle, ossessionato com'è dalla persona e dall'opera del pittore austriaco Egon Schiele. L'interesse del romanzo è, invece, concentrato sulla doppia personalità di don Rigoberto, in apparenza incolore funzionario di una compagnia di assicurazioni con un'esistenza formale e mediocre, in realtà insonne sognatore di fervida immaginazione Idei libri del mese| oóetóei^ate ^IHHHIHHHiHHHi^l N. 11, PAG. 11 Peruviano, assicuratore, libertino e grande cultura che, nel segreto del suo studio, coltiva una vita avventurosa e di intensa attività erotica che lo compensa delle miserie e dei limiti della sua esistenza impiegatizia. Don Rigoberto riversa la sua vita clandestina nei quaderni che danno il titolo all'opera e le cui pagine si alternano alle sequenze dedicate ai dialoghi fra dona Lucrecia e Fonchito, cui è affidato il progredire dell'azione narrativa, e alla trascrizione delle lettere anonime che il ragazzino fa circolare fra gli sposi separati. I quaderni di questo maturo assicuratore raccolgono di tutto, riflessioni, memorie, classificazioni estetiche e, soprattutto, fantasie sessuali e sfoghi polemici contro il mondo contemporaneo. In questi scritti sono da ricercarsi i veri temi del romanzo che va ben oltre la storia sentimentale-erotica di una strana famiglia dell'alta borghesia peruviana. Il tema centrale è uno dei più ricorrenti nell'ultimo Vargas Llosa romanziere e critico: il ruolo della finzione artistica oggi. Sono lontani gli anni in cui lo scrittore attribuiva all'arte una funzione contestatrice e demistificatoria che poteva contribuire a migliorare l'esistente collettivo. Con la storia della vita-rifugio di don Rigoberto - che trae alimento dalle opere letterarie, plastiche e musicali di cui l'assicuratore si circonda - Vargas Llosa sembra, al L'immobilità dell'attesa di Annamaria Ferrerò Marguerite Duras, Storie di amore estremo, Mondadori, Milano 1997, ed. orig. 1984, trad. dal francese di Donata Feroldi, pp. 126, Lit 12.000. Marguerite Duras, Il pomeriggio del signor Andesmas, Alle dieci e mezzo di sera, d'estate, Einaudi, Torino 1997, ed. orig. 1960 e 1962, trad. dal francese di Gioia Zannino Angiolillo e Daniella Selvatico Estense, pp. 200, Lit 14.000. Titolo italiano accattivante, Storie di amore estremo, ma ingannevole per questa raccolta di articoli degli anni sessanta per "Fran-ce-Observateur". Il francese, Outside, Pa-piers d'un jour, chiariva invece il rapporto di Duras con il giornalismo: un modo di scrivere nàto non dall'urgenza assoluta della letteratura, ma in risposta a un richiamo irresistibile della realtà, qualcosa di legato e limitato al momento. A noi piace comunque riconoscerla nella densità della scrittura e in quel suo sguardo capace di sondare tenebre che il giudizio comune cerca con soffocante stupidità di circoscrivere. Sospesi nell'immobilità dell'attesa, iprotagonisti dei due romanzi brevi, Il pomeriggio del signor Andesmas e Alle dieci e mezzo di sera, d'estate, assistono, nell'incanto delle loro solitudini, all'ineluttabile spettacolo del destino. Il signor Andesmas, vecchio affom dato in poltrona, vicino alla sua casa isolata, ha appuntamento con Michel Are. La sua è in realtà un'attesa assoluta, inframmezzata dall'apparizione di personaggi-epifanie, messaggeri di un eterno ritardo e guide all'incontro vero, doloroso: quello con se stesso. Nel secondo romanzo, sullo sfondo di un temporale estivo notturno, le attese sono moltiplicate. C'è un uomo che resta su un tetto, immobile, per ore: ha ucciso per gelosia e ora non aspetta che la morte, certa quando all'alba sarà scoperto. Ci sono i poliziotti, gatti che giocano col topo: sanno che lui è là, che col chiaro non avrà scampo, e scandiscono con le loro ronde il silenzio della notte. C'è l'attesa, duplice, di Maria, che da una terrazza spia la distesa dei tetti cercando di riconoscervi una sagoma e intanto aspetta che suo marito e Claire scoprano di amarsi. E c'è l'impazienza dei due amanti, l'ansia di esplodere, non appena sfiorate, delle passioni proibite. E attesa porta, in entrambi i romanzi, alla stessa conclusione. Andesmas esce dal torpore letargico delle lunghe sieste cui s'abbandonava per non vedere il trascorrere della vita, e scopre, con la propria vecchiezza, il distacco dalla figlia adorata, ormai donna e amante dell'uomo che lui aspetta. A insegnargli la rassegnazione è. la moglie tradita di Are, come se la capacità di aderire al flusso della vita fosse più femminile che maschile, come se lo sguardo delle donne avesse un'atavica, terribile lucidità. È lo stesso eccesso di consapevolezza che permette a Maria non solo di arrendersi, ma di assecondare la passione tra suo marito e Claire: fin dal primo momento che lui ha desiderato l'altra, è stata cosa fatta, per sempre. Ci sono cose che non si scelgono, che capitano, come scadenze inevitabili, e si possono tuttalpiù riconoscere. E necessario accettare la sconfitta. Sapersi allontanare dalla felicità dell'amato: forse è questo l'amore estremo. contrario, suggerire che l'universo della finzione è il migliore antidoto alle imperfezioni di un mondo che non può essere radicalmente cambiato senza attentare all'individuo e alla sua libertà. Ed ecco gli altri due nuclei tematici rilevanti del romanzo che canta l'erotismo, prima e innanzitutto, come spazio di massima espressione dell'individualità dei singoli nella più piena libertà. Il protagonista, come il suo creatore, appare tormentato dalla disindividualizzazione che vede avanzare intorno a sé. In lettere destinate a non essere spedite, inveisce "contro ogni movimento che si proponga di oltrepassare (o di relegare a un piano secondario) ia lotta per la sovranità individuale, anteponendole gli interessi di un collettivo - classe, razza, genere, nazione, sesso, etnia, vizio o professione", perché in tutti ravvisa "una congiura, per imbrigliare ulteriormente la maltrattata libertà umana. Quella libertà raggiunge il suo senso pieno soltanto nella sfera dell'individuo, patria calorosa e indivisibile". Nei Quaderni ci sono, dunque, tutti gli ingredienti della letteratura libertina, i sofisticati rimandi culturali, la sapiente elaborazione formale, la cura stilistica, le preoccupazioni che trascendono l'elogio dell'eros e, ancora, dosi più consistenti di fisicità rispetto all'opera precedente. Eppure il romanzo non riesce a evitare gli scogli del genere erotico rilevati dallo stesso Vargas Llosa. Forse perché mancano alcuni ingredienti della grande narrativa dello scrittore e principalmente il potere di persuasione, la capacità di immettere il lettore nel gioco della narrazione sin dalla prima pagina e fargli vivere la verità dell'illusione fino alla fine. È troppo ingombrante la sagoma del Vargas Llosa saggista e giornalista impegnato a raccogliere le "sfide alla libertà" (così recita il titolo della sua ultima raccolta di articoli pubblicata in Spagna nel 1994) che traspare dietro l'esile trama narrativa. O forse il romanzo soffre di una certa prevedibilità dovuta a una disposizione strutturale e argomentale che, con scarse varianti formali, tende a ripetersi lungo i nove capitoli che lo compongono. Rimane la sorpresa dell'epilogo ma non è sufficiente a far sì che il piacere della lettura eguagli l'evidente piacere della scrittura di Vargas Llosa. (a.m.) ATLANTE DELLA STORIA D'EUROPA ZANICHELLI ENCICLOPEDIA DELLE SUCCULENTE di Maan-Jo Sa,era e Mariangela Canon* ZANICHELLI ENCICLOPEDIA ZANICHELLI DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DI ARTI, SCIENZE. TECNICHE. LETTERE. FILOSOFIA. STORIA. GEOGRAFIA. DIRITTO, ECONOMIA 52 ODO nomi comuni 44 000 nomi propri ATLANTE DELLA STORIA D'EUROPA DERIVAZIONI, DISCENDENZE E RAMIFICAZIONI DI IDEE. CULTURE STATI. DINASTIE, SCIENZE E ARTI DALL'ANTICHITA A OGGI 88 000 lire ENCICLOPEDIA DELLE SUCCULENTE di Maurizio Sajeva e Mariangela Costanzo 68 000 lire ENCICLOPEDIA ZANICHELLI 1998 HO 000 lire confezione ENCICLOPEDIA ZANICHELLI 1998 con CD-ROM 198 000 lire Giovanni Kappenberger Jochen Kerkmann IL TEMPO IN MONTAGNA MANUALE DI METEOROLOGIA ALPINA 48 000 lire William Allin Storrer FRANK LLOYD WRIGHT IL REPERTORIO 108 000 lire Zanichelli editore, via Irnerio 34.40126 Bologna, tel. 051/293 Ut. fax 051/249 782 e-mail zanichelli@zanichelli.it http://www.zanichelli.it ZANICHELLI I LIBRI SEMPRE APERTI