Dossier di stranezze, nuovi cimenti e la vita nel cosmo N. 7, PAG. 32 Abraham Pais, Einstein è vis- suto qui, Bollati Boringhieri, To- rino 1995, ed. orig. 1994, trad. dall'inglese di Maurizio Bruno e David Mezzacapa, pp. 301, Lit 58.000. Alla morte di Einstein, nell'aprile 1955, il "Washington Post" pubblicò una vignetta raffigurante la frazione di cosmo in cui si trova la Terra, e sul nostro pianeta era riportata una targa che annunciava "Albert Ein- stein lived here". Il caso del padre della teoria della relatività è davve- ro singolare: Einstein è un perso- naggio famosissimo, benché la sua produzione scientifica sia incom- prensibile ai più. Pais ha già scritto un'importante biografia di Einstein dal taglio decisamente scientifico, Sottile è il Signore (Bollati Borin- ghieri, 1991), mentre questo nuovo volume si prefigge di far apprezza- re la figura di Einstein a un pubblico di lettori più vasto. Il libro si apre con la descrizione del rapporto umano e scientifico tra Einstein e la prima moglie, Mileva Marie. Pai's non fa mistero del fatto che il gran- de scienziato fosse un padre di fa- miglia a dir poco imperfetto, ma confuta la tesi secondo cui Mileva abbia avuto una grande influenza sui primi lavori scientifici del marito. Non mancano i rapporti tra Einstein e alcuni suoi famosi contempora- nei: Niels Bohr, Tagore e Gandhi. Vi è poi un capitolo in cui vengono ri- portati i messaggi della folla anoni- ma, raccolti dallo stesso Einstein sotto il nome di dossier "delle stra- nezze". Da questo archivio Pais estrae gli esempi più singolari o rappresentativi del tipo di corri- spondenza che sommergeva Ein- stein. L'ultimo ampio capitolo docu- menta il ruolo della stampa nel co- struire l'immagine di Einstein presso il grande pubblico: dai suoi primi in- terventi sui giornali (1919) agli esordi sulla scena politica, gli ideali pacifi- sti, l'opposizione al nazismo, la spe- ranza in un governo sovranazionale, la battaglia per i diritti civili e politici, la critica al maccartismo. Gli intenti divulgativi ne fanno un testo piace- vole e scorrevole, ricco di tavole Informative, ma non sminuiscono il rigoroso lavoro di ricerca storica. Daniele Scaglione Giuseppe Giuliani, Il nuovo ci- mento. Novant'anni di fisica in Italia. 1855-1944, Università degli Studi di Pavia, Pavia 1996, pp. 159 + floppy disk, Lit 30.000. Il volume raccoglie alcuni saggi sulla storia della fisica italiana, sia su argomenti di ricerca, sia sulla struttura degli istituti scientifici. Vi si trovano pagine dedicate alla nasci- ta della Società Italiana di Fisica, al- le risorse, umane e non, alle relazio- ni tra università e industria nei primi anni dell'Italia unita, ai rapporti del mondo della ricerca con il regime fascista. Rispetto ai temi viene ana- lizzato, tra l'altro, il dibattito episte- mologico di inizio Novecento tra i ti- sici-matematici e i filosofi idealisti, a riprova dell'intento di questa collana di intrecciare la ricerca storica con la riflessione epistemologica e scientifica. Molto interessanti sono le pagine che analizzano il ritardo dei fisici italiani sui grandi argomen- ti del nostro secolo, la relatività e la teoria dei quanti. Tale arretratezza, per l'autore, non è dovuta solo a mancanza di risorse economiche, bensì a un vero e proprio problema culturale: i fisici italiani dell'epoca erano di buon livello sperimentale, ma non dedicavano tempo alle que- stioni fondanti della loro materia, e non riuscirono a realizzare con i pur validi matematici del nostro paese quel tipo di collaborazione che fu in- staurata - ad esempio - a Gottinga tra il gruppo di matematici di David Hilbert e i fisici di Max Born. Sullo sfondo di questi fatti ci sono le vi- cende de "Il Nuovo Cimento", la rivi- sta che funzionò da punto di riferi- mento della comunità dei fisici, sia per la qualità dei contributi sia per la sua funzione promotrice. Nelle.ap- pendici sono riportate elaborazioni grafiche di dati statistici che riguar- dano la rivista, dati contenuti nel floppy disk allegato. (d.s.) La bellezza dell'universo, a cura di Francesco Bertola, Mas- simo Calvani, Umberto Curi, Massimo Donà, Il Poligrafo, Pa- dova 1996, pp. 126, Lit30.000. Il volume trae spunto da un conve- gno di studi sulle relazioni tra arte e scienza e fa parte di un filone di ap- puntamenti il cui scopo è la creazio- ne di un ampio orizzonte interdisci- plinare e l'allargamento dell'analisi delle relazioni tra cosiddetto mondo scientifico e umanistico. L'ambito estetico e quello scientifico, nel.sen- so comune, sono regolati da criteri completamente diversi: nel primo prevalgono considerazioni pertinen- ti al gusto soggettivo; mentre nel se- condo si impongono valutazioni og- gettive, sottratte a ogni discreziorta- lità. D'altra parte una distinzione così netta non trova altrettanti riscontri nella storia del pensiero filosofico e scientifico: spesso considerazioni qualitative di eleganza e semplicità hanno avuto un peso rilevante nella valutazione dell'accettabilità delle teorie scientifiche. In questo libro so- no raccolti contributi di alcuni fisici, filosofi e artisti che si interrogano sul- le questioni, complesse e affasci- nanti, della "bellezza del kosmos". L'universo può essere osservato a diversi livelli conoscitivi e può essere oggetto di analisi estetiche a diversi livelli di raffinatezza. Nel contributo alla discussione, i filosofi pongono l'accento più sul problema della consapevolezza di chi guarda e ri- conosce la bellezza del kosmos, mentre i fisici la legano a filo doppio con verità e realtà. Ma la migliore sintesi è contenuta nel breve contri- buto dello scultore Giò Pomodoro, che sottolinea quanto arte e scienza flessione attraverso una visione co- smologica della vita e dell'intelligen- za, sino a raggiungere il punto più affascinante attraverso l'esposizio- ne delle teorie che si rifanno al prin- cipio antropico. La lettura di questo libro inevitabilmente richiama alla mente altri due testi per l'evidente sovrapposizione delle tematiche af- frontate: Isaac Asimov, Civiltà extra- terrestri (Mondadori, 1979) e Fred Hoyle, C. Wickramasinghe, La nu- vola della vita (Mondadori, 1979); in siano accomunate nella sfida a esse presentata dalla complessità ine- sauribile del mondo. Umberto Mandosio Jean Heidmann, La vita nell'uni- verso, Mondadori, Milano 1996, ed. orig. 1990, trad. dal francese di Marianna Basile, pp. 97, Lit9.000. In questo volume Heidmann ana- lizza la possibilità di instaurare un contatto con forme di vita lontane, in special modo con l'ausilio dei radio- telescopi (progetto Seti). Per illu- strare il divenire della ricerca in que- sto settore ne mette in risalto, con dovizia di particolari, importanza e prospettive scientifiche, calandosi poi nei meandri dell'esobiologla ap- plicata alla planetologia comparata dei corpi celesti del sistema solare; amplia quindi il proprio campo di ri- Francesco de Franchis DIZIONARIO GIURIDICO LAW DICTIONARY 2 ITALIANO-INGLESE / ITALIAN-ENGLISH pp. 1.468, L. 180.000 Autentico avvenimento editoriale in Italia e all'estero, l'opera, completata dalla pubblicazione del secondo volu- me, si colloca all'avanguardia del pensiero giuridico contemporaneo, offrendo una panoramica comparatistica di eccezionale ampiezza, oltre che sul diritto inglese e nordamericano nelle loro accezioni cristallizzate, su quel- le prémisses del diritto troppo spesso trascurate da ciò che si sarebbe tentati di definire come la nostra Scienza Giuridica Ufficiale. Avvalendosi di avanzate metodologie essa costituisce un notevole contributo all'analisi politico-culturale della società odierna, rivelandosi strumento di consultazione essenziale per la comprensione della più evoluta realtà giuridica, economica e sociale anglo-americana, ed è destinata a diventare un punto di riferimento e un itine- rario ineludibile per l'operatore culturale, giuridico ed economico. In questo secondo volume viene curato in modo particolare il diritto nordamericano, forse il più difficile tra i diritti dell'Occidente, eppure quello al quale spetta più di un primato e che, comunque, un giurista mediamente avvertito, un politico, un imprenditore o un uomo di cultura che pretendano di sapere ciò di cui stanno par- lando non possono ignorare, almeno nelle sue linee generali, a cominciare dalla prima costituzione scritta della storia moderna, dalla forma di stato federale e dalla legislazione antitrust. GIUFFRE EDITORE - MILANO - FAX 02/38009582 - TEL. 02/38089290 questo testo però, Heidmann supe- ra entrambi i volumi sia per spessore scientifico sia per chiarezza, grazie alla sintesi delle scoperte più recenti sposata all'essenzialità espressiva. Federico Pavan Antonio Di Meo, Circulus Ae- terni Motus, Einaudi, Torino 1996, pp. 184, Lit 22.000. Questo intenso saggio di storia della filosofia chimica analizza e rior- dina gii aspetti epistemologici di una scienza che sfugge a interpretazioni filosofiche, per la sua natura empiri- ca, legata più all'osservazione e al controllo dei fenomeni che all'inter- pretazione a partire da principi primi. Riflessioni su alcuni principi palese- mente obsoleti e accostamenti di questi a interpretazioni successive offrono spunti sorprendenti, per una loro riconsiderazione nel contesto dei mezzi e delle conoscenze della scienza del tempo. Con il concetto di tempo ciclico che definisce gli eventi naturali periodicamente ripe- tuti, viene illustrata la visione aristo- telica di una natura immutabile, l'al- ternarsi di creazione e distruzione delle singole entità all'interno di una struttura di tempo periodica ed eter- na. Successivamente questa analisi del mondo naturale entra in crisi, quando l'idea di trasformazione si al- larga fino a comprendere l'intero uni- verso come sistema isolato. In que- sto quadro esplodono gli interrogati- vi posti dall'avvento della termodina- mica. Dall'idea di ripetitività e periodicità dell'esistenza si passa a quella di direzionalità nel movimento del tempo. La trasformazione della natura diventa lineare, evolutiva e soprattutto irreversibile. L'unica en- tità in grado di opporsi all'incessante crescita di entropia sembra essere il vivente, l"'élan vital" di Bergson. L'ir- reversibilità della trasformazione della natura comunque resiste a ogni più acuta critica, smorzando in- fine la contrapposizione con il con- cetto di ciclicità fino a riconoscerlo come motore dell'evoluzione. Enzo Ferrara Leon Lederman, Dick Teresi, La particella di Dio, Mondadori, Milano 1996, ed. orig. 1993, trad. dall'inglese di Alberto Aro- si e Marcello D'Agostino, pp. 470, Lit35.000. Lederman, fisico sperimentale e Nobel nel 1988, presenta un disin- volto riassunto degli sforzi dell'uo- mo per spiegare i fenomeni com- plessi in termini di pochi concetti elementari. Una storia del riduzioni- smo scientifico alla luce dell'idea democritea di "a-tomo", ma senza le pretese di rigore di un'opera tec- nica. E infatti si parte da un bel dia- logo con Democrito di Abdera, cui si chiede conto anche delle idee dei suoi più vicini predecessori: i fi- losofi di Mileto e Parmenide, che per primi tentarono una spiegazio- ne unitaria dei fenomeni fisici. Ma presto si salta alla nascita della scienza moderna: Galileo e Newton, Lavoisier, Faraday e gli scienziati che tra Settecento e Ottocento han- no posto le basi della fisica e della chimica. Fino ai giorni nostri e ai mo- derni strumenti di indagine: gli acce- leratori di particelle. Da vera autorità nel campo, Lederman ne descrive il funzionamento, spiega perché sono stati costruiti, cosa ci si aspettava dal loro impiego e quali sono i dati ottenuti. Il tutto con un linguaggio af- fabile e per nulla tecnico, tuttavia molto esplicativo. L'ideale per istilla- re la voglia di fisica negli studenti delle superiori e per avvincere tutti coloro che vogliono farsi un'idea concreta della fisica moderna. An- che nell'ultima parte, con le teorie più recenti e astratte della fisica teo- rica che svelano il senso del titolo, non viene meno la comprensione e il piacere della lettura, grazie a effica- ci metafore, esempi e analogie ben centrate e all'immancabile ironia ne- cessaria per affrontare a tutti i livelli questi argomenti. (u.m.)