-yy\ . N. 7, PAG. 36 / / Wvl-z e trvcrWtc La battaglia di Bonatti e le scalate di Rébuffat____ LUGLIO 1996 Walter Bonatti, K2 storia di uri caso, Baldini & Castoldi, Milano 1996, pp. 218, Lit 14.000. C'è da augurarsi che questo libro abbia miglior fortuna in questa edi- zione tascabile di quanta non ne abbia avuta nell'edizione originale di un anno fa, per i tipi della Ferrari Editrice di Bergamo. Si tratta, infat- ti, della ricostruzione dettagliata, seppure di parte, d'un episodio fon- damentale nella storia dell'alpini- smo, che ha lasciato un'ombra sulla conquista del K2 da parte della spedizione italiana nel 1954. Per chi non ricordasse, Walter Bonatti, allora ventiquattrenne, e l'hunza Mahdi passarono una notte in una buca di neve a ottomila metri', per- ché gli alpinisti ai quali avevano portato le bombole - Compagnoni e Lacedelli, che il giorno dopo sali- ranno sulla seconda vetta del mon- do - non vollero guidarli alla loro tenda; anzi, in seguito ebbero a di- chiarare di aver trovato le bombole esaurite. Questa divenne la versio- ne ufficiale, accreditata dal militare- sco capo spedizione Ardito Desio e non smentita dal Cai per quarant'anni, nonostante fosse sta- ta screditata in un processo per dif- famazione intentato da Bonatti con- tro un giornale. Due anni fa, in oc- casione del quarantesimo anniver- sario della spedizione, si è rimediato al torto almeno in parte, grazie anche a uno scoop realizza- to dal mensile "Alp". Il libra è il do- cumento di questa lunga e amara storia, ma anche lo specchio dell'ir- riducibile volontà di un grande alpi- nista a non accettare facili e con- venzionali compromessi. Alberto Papuzzi AA.VV., Lanzo e la valle di Viù, Vivalda, Torino 1996, pp. 96, Lit 10.000. AA.VV., La vai Grande, Vival- da, Torino 1996, pp. 87, Lit 10.000. AA.VV., La valle di Ala, Vival- da, Torino 1996, pp. 90, Lit 10.000. Buona la proposta di un compen- dio sulle valli di Lanzo; il progetto prevede la trattazione anche di altre valli piemontesi. Tre volumetti sem- plici, pratici ed economici. Nel pri- mo, Lanzo e la valle di Viù, si pren- dono in esame i dintorni dell'asse Lanzo-Germagnano-Ceres, perciò valle del Tesso, Traves, Mezzenile e Pessinetto, e poi ancora la valle di Viù fino a Malciaussia. Gli altri due vanno invece da Ceres al Pian della Mussa e da Cantoira a Forno Alpi Graie. Ma, al di là dei luoghi, è inte- ressante l'organizzazione delle informazioni. Prima di tutto notizie varie sulle valli, una ventina di pagi- ne, con cenni di storia, geografia, flora e fauna, architettura, clima, precipitazioni, temperature medie; vi è anche un calendario delle prin- cipali manifestazioni dell'anno. Se- gue una seconda parte con infor- mazioni per la visita: dove dormire, dove mangiare, come e dove prati- care sport e passare le serate. C'è anche una inconsueta raccolta di in- dirizzi utili e aggiornati, cui seguono brevi cenni descrittivi sui paesi prin- cipali delle tre valli. La terza parte, la più corposa, riguarda gli itinerari, raccolti in tre sezioni: passeggiate, escursioni, percorsi in bicicletta. A chiusura si trovano l'indice alfabeti- co e alcune notizie cartografiche e bibliografiche. Esaminando qual- che itinerario e valutandolo sulla ba- se di esperienze personali (valle di Viù, bicicletta: Lago dietro la Torre; valle di Ala, passeggiata: Santa Cri- stina; vai Grande, escursione: colle della Crocetta), ci si accorge che sono ben descritti, in modo suffi- cientemente chiaro e dettagliato. Per effettuarli non serve altro che la piccola guida e, tutt'al più, una carti- na 1:50.000 per conoscere nell'in- sieme i dintorni. Piero Bonino Livio Isaak Sirovic, Cime irre- dente, Vivalda, Torino 1996, pp. 386, Lit 35.000. Il Cai di Trieste è il teatro di que- sto "tempestoso caso storico alpini- stico", come recita il sottotitolo del libro. Geologo e alpinista, l'autore ricostruisce passo passo una storia Isabelle Autissier, Antoine Le Seguillon, Appuntamento con il mare, Mursia, Milano 1996, ed. orig, 1996, trad. dal francese e illustrazioni di Lucia Pozzo, pp. 158, Lit 28.000. Lucia Pozzo, Donne in mare. Le avventure di una profes- sionista della vela, Mursia, Mi- lano 1996, pp. 168, Lit28.000. Due libri di donne - una francese e un'italiana -, che fanno vela d'alto mare in competizione con i più pre- stigiosi velisti (maschi) del mondo, hanno un interesse che in sé va al di là della sola cerchia degli appassio- nati delia vela: sono un segno di quanto stia cambiando il costume e la condizione della donna ai giorni nostri, e di quanto questi cambia- menti incidano anche in un mestie- re, quello dell'andar per mare, che fin dalla notte dei tempi è stato con- siderato un campo riservato esclu- sivamente ai maschi. Lucia Pozzo si considera, ed è a tutti gli effetti, un marinaio di prim'ordine. E ha scritto questo libro per rivendicarlo in fac- ' eia al mondo. È insofferente nei confronti del "femminismo" (o di ciò che considera tale), ma organizza, comanda, e naviga sui mari del ! mondo con equipaggi, in genere, della triestinità nella prima metà di questo secolo, da Svevo e da Slata- per alla Resistenza e alla Liberazio- ne, vista attraverso un osservatorio eccentrico: la comunità alpinistica. Tutto nasce da una recente disputa all'interno della stessa attorno alla italianità, e al suo significato ideolo- gico e politico: è giusto o non è giu- sto che la Società Alpina delle Giu- lie, Sezione di Trieste del Cai, aderi- sca al Comitato di difesa dell'iden- tità italiana di Trieste, sorto nel 1985? Da questa bega, che sfocerà addirittura in una causa giudiziaria, nasce una ricerca a ritroso, al confi- ne tra storia e memoria, che è tante cose: un'indagine sul problema delle culture nazionalistiche, una storia della vita nelle sezioni del Cai, un ritratto di personaggi famo- si e anonimi, e il romanzo di questa stessa ricerca, ricco spesso di spunti spassosi. Ci sono gli alpini- sti, c'è l'ironia, ma soprattutto si scopre in queste pagine una pic- cola Italia, comune e quotidiana, che maschera con la passione per la montagna pregiudizi, inquietudi- ni e frustrazioni. (a-P) Navigatrici solitarie di Gian Luigi Vaccarino tutti femminili. Nasconde sentimenti e indignazioni sotto il linguaggio spiccio di chi vuole andare subito al sodo. Ammette di non essere una brava scrittrice (il libro sembra tal- volta il diario dì una divertente gita scolastica), ma non se ne preoccu- pa più di tanto. E invece, un po' più di lavoro artigiano di scrittura (del tutto analogo a quello che lei svolge con perizia e amore nella manuten- zione delle barche d'epoca) avreb- be maggiormente giovato alla sua causa. La francese Isabelle Autissier, navigatrice solitaria, è entrata di diritto nel novero più ristretto dei grandi velisti d'altura di oggi. In questi mesi sta preparando la nuova barca per la Globe Challen- ge, il giro del mondo in solitario, senza scalo, che partirà a novem- bre di quest'anno. Se sarà assisti- ta dalla buona sorte, potrà anche risultare vincitrice, perché ha già Gaston Rébuffat, La montagna è il mio mondo, a cura di Frangoise Rébuffat, Vivalda, Torino 1996, ed. orig. 1994, trad. dal francese di Mirella Tendermi, pp. 272, Lit 35.000. Ecco un buon libro gradevole per fare la conoscenza di un alpini- sta e del suo ambiente. Senza esa- gerazioni, senza eccessive descri- zioni e difficoltà, senza elucubra- zioni sul significato interiore, né la "lotta con l'Alpe", né la ricerca di se stessi o il superamento di qual- cosa. Semplici descrizioni di fatti e sensazioni. I testi sono selezionati con cura ed equilibrio nella vasta letteratura dei classici di Rébuffat dalla moglie Frangoise. Belle le fo- tografie d'epoca in bianco e nero. Si inizia con le prime esperienze d'arrampicata, da adolescente, nell'entroterra di Marsiglia, e poi le Calanques, e finalmente le prime ascensioni nel gruppo degli Écrins. Belli, nella loro essenzia- lità, gli episodi della guida Morand e la descrizione dell'ascensione alla Barre des Écrins con l'amico Moulin. Poi via via le esperienze dimostrato di averne tutti i numeri. Il libro racconta la storia di questa graziosa parigina di quarant'anni, riservata e determinata, dalle pri- me uscite in mare dell'adolescen- za fino a oggi. Racconta anche, naturalmente, la sua drammatica avventura di fine '94 nell'Oceano indiano, quando la barca da lei condotta in solitario, già provata da una rottura dell'albero, poi for- tunosamente riparata, venne sco- perchiata e resa ingovernabile da una terribile burrasca. Isabelle dovette attendere per alcuni gior- ni la salvezza in elicottero, la- sciando il mondo intero con il fiato sospeso, come molti ricorderanno dalle prime pagine dei giornali del tempo. La sfortuna aveva iniziato a colpirla quand'era in testa alla regata con diversi giorni di antici- po sui più agguerriti rivali di sesso maschile di tutto il mondo. Appun- tamento con il mare non è in realtà | un'opera della Autissier in prima persona, ma è una lunga intervista di Le Seguillon, il che è un po' un peccato, perché la Autissier è an- che una scrittrice raffinata e di fine sensibilità, come dimostra la ru- brica che tiene regolarmente sulla rivista francese di nautica "Ba- teaux". come guida. Dalle numerose sca- late nel gruppo del Monte Bianco al Cervino, alle grandi pareti Nord delle Alpi. Ancora, la prima all'An- napurna del 1950 e la salita all'Et- na, la discesa nelle grotte, il deser- to, la navigazione a vela. Si colgo- no bene le impressioni forti, le sen- sazioni genuine e profonde. Chi va in montagna le riassapora con gu- sto e chi non ci va le percepisce con piacere e curiosità. Soprattut- to leggendo la prima parte di que- sto libro si prova una sensazione di calma e serenità. Passi scelti con sapienza, quindi, dal repertorio di un grande dell'alpinismo, ma so- prattutto di un entusiasta e curioso della natura, perché "non ci sono mai due passi uguali l'uno all'altro". (p.b.) Dante Silvestrin, Claudio Zac- cagnino, Tutte le Alpi in moun- tain bike, Centro di Documen- tazione Alpina, Torino 1996, pp. 200, Lit 29.000. Tutte le Alpi in mountain bike col- ma una lacuna nel panorama delle guide per il turismo fuoristradistico in bicicletta. Gli appassionati delle ruote artigliate hanno, finalmente, la possibilità di usufruire di una guida specializzata che abbracci tutto l'arco alpino. Se ne sentiva la man- canza, in quanto, dino a oggi, le pubblicazioni del settore peccava- no di un eccessivo provincialismo. L'opera di Silvestrin e Zaccagnino dà la possibilità, a chi ne abbia la voglia e soprattutto il tempo, di pro- gettare agevolmente un viaggio in mountain bike a lungo raggio. Dal punto di vista tecnico Tutte le Alpi in mountain bike non si discosta dalle altre guide del Cda. Le cinquanta tappe dell'itinerario vengono intro- dotte dalle schede tecniche relative al percorso che ci si accinge ad af- frontare. Qui vengono riportati i dati relativi alle pendenze (in salita e in discesa), la quota massima rag- giunta, lo sviluppo chilometrico, la ciclabilità (in percentuale), il grado di difficoltà, la durata e la cartogra- fia cui fare riferimento. Nella secon- da parte di ogni tratta viene descrit- to il territorio sia da un punto di vista geomorfologico, con riferimenti utili alla "navigazione", sia da un punto di vista storico-turistico. La guida, infine, è completata da 17 carte geografiche e 63 fotografie in bian- co e nero. La validità di una pubbli- cazione di questo genere non può che essere comprovata sul campo, ma avendo già utilizzato, con sod- disfazione, altre guide del Cda, questa non farà eccezione. Un'uni- ca critica, in chiusura, all'approccio "cultural-gastronomico" con cui un po' tutte queste guide vengono scritte. Infatti al posto di descrizioni dì piatti tipici o di ovviamente ine- saurienti cenni storico-culturali (non erano guide per mountain bike?) sarebbe preferibile trovare i dati sui chilometri percorsi su asfalto e quelli su sterrato, una segnalazione sistematica dei punti di approvvi- gionamento dell'acqua o una più tecnica individuazione dell'itinera- rio (tipo road-book). Giorgio Trossarelli