luglio 1996 Cacciatori disarmati di Claudio Carere • llpu, Il Birdwatching in Italia, dove e quando osservare gli uc- celli selvatici, Muzzio, Padova 19%, pp. 279, 56 mappe, 30 di- segni, Lit 28.000. Ecco un manualetto di cui si senti- va la mancanza, in un paese dove l'in- teresse per la fauna selvatica (soprat- tutto nella sua componente estetica e ricreativa) è fortemente in crescita e dove, nonostante gli scempi ambien- tali che si continuano inopinatamente a perpetrare, il mondo alato è ancora ben rappresentato, grazie anche a sorprendenti capacità di resistenza e adattamento ai nuovi ambienti creati dall'uomo. La Lega Italiana Protezio- ne Uccelli, da anni attiva nel promuo- vere un approccio diverso da quello venatorio o gastronomico verso la fauna omitica, ha ritenuto opportu- no divulgare, con dovizia di partico- lari, i segreti luoghi ove ammirare mi- grazioni in corso, svernamenti di ana- tre selvatiche e assembramenti di fe- nicotteri e altri trampolieri. Si tratta di un vademecum per il viaggiatore senza fretta, che eviti il più possibile il nastro isolante a pa- gamento dell'autostrada per sce- gliere strade provinciali, comunali e dissestate carrarecce. La guida sve- la alcune delle località migliori per l'osservazione degli uccelli che spesso, ma non sempre, coincidono con località di notevole interesse naturalistico-paesaggistico e la cui disomogenea ubicazione nel terri- torio italiano testimonia il grave fe- nomeno della frammentazione dell'habitat. Si chiederà forse il ge- loso naturalista, non sarà che tali ameni luoghi saranno invasi da or- de di famelici fotocacciatori, col ri- schio di abbandono del nido du- rante il delicato periodo della sta- gione riproduttiva o di spostamen- to di gruppi di uccelli in zone adiacenti presidiate d'inverno da drappelli di pseudo-cacciatori? Co- munque per il birdwatcher, augura- bilmente il cacciatore del 2000, il gu- sto di trovare un posticino scono- sciuto e divulgarlo solo a pochi intimi rimane sempre un ideale da perse- guire, almeno velatamente, e l'idea di una fruizione consumistica del patri- monio alato - sia pur con nobili scopi di divulgazione e conservazione - non lo entusiasma particolarmente. Il volumetto è opera in gran par- te di ornitologi, per lo più dilettan- ti e comunque accaniti birdwat- chers di provata esperienza e mili- tanti attivi in associazioni come la Lipu, il Wwf o la Stazione Romana Osservazione e Protezione Uccelli. Gli uccelli hanno il pregio di poter essere osservati potenzialmente e inaspettatamente ovunque, ma an- che - e ciò vale soprattutto per le zo- ne umide come lagune, stagni e palu- di-di concentrarsi nelle residue aree in cui possono alimentarsi e riposarsi con tranquillità. Tra le regioni più ricche tn quanto a siti idonei spicca- no Lazio e Sardegna, seguite da Pu- glia ed Emilia Romagna. Il libro ri- porta le aree di maggior interesse or- nitologico dividendole per regioni amministrative, trascurando però lo- calità come la Diaccia Botrona e il Padule di Fucecchio in Toscana, due zone umide di centinaia di ettari con falchi di palude e tarabusi, che hanno n. 7, pag. 33 e nidi della rara e variopinta ghian- daia marina. E quanto meno sor- prendente che la Lipu, in certi casi estremista in direzione opposta in quanto a divulgazione di località ove albergano specie rare, abbia accor- dato in questo caso cieca fiducia agli utenti di questa guida che, va ricor- dato, è stata dapprima pubblicata in lingua inglese ( Where to watch birds in Italy, A. & C. Black Ltd, London). Per ciascuna area vengono ripor- tati, oltre alle specie osservabili nei vari periodi dell'anno, le informazio- ni necessarie per raggiungerla, gli in- dirizzi utili e, non sempre, la relativa bibliografia. Le mappe lasciano mol- to a desiderare, soprattutto per la grafica, e sono piuttosto approssima- tive; manca inoltre una mappa d'unione tanto per l'Italia intera che per le singole regioni. Nel complesso è comunque un manuale non tanto da scrivania, quanto da tenere sul cruscotto dell'automobile per pro- grammare ed effettuare weekend al- e il falco J.A. Baker, Il Falco Pellegrino, Muzzio, Padova 1995, ed. orig. 1967, 1" ed. 1970, trad. dall'in- glese di Vincenzo Mantovani, pp. 190, Lit 26.000. Scritta nel 1967 (titolo originale The Peregrine) quest'opera è stata pubblicata per la prima volta in Italia nel 1970, in anni in cui la na- tura, l'ambiente e i suoi inquilini non umani erano considerati res nullius e naturalisti, birdwatchers e zoofili esistevano, forse, relegati nel dubbio frustrante se la loro fos- se vera e giustificata passione op- pure insana deviazione dai normali costumi "predatori" dell'uomo, dunque depravazione. Erano di del suo culto insieme al ritratto del- la terra in cui viveva. Oggi sappia- mo che, grazie alla messa al bando di molti dei prodotti responsabili, la situazione è decisamente miglio- rata e le popolazioni di falco pelle- grino, dopo una lenta ma costante ripresa, godono di ottima salute. Per capire e apprezzare 11 Falco Pellegrino occorre sapere che pri- ma di scriverlo Baker era un poeta dilettante, oltre che un appassio- nato birdwatcher, un connubio ad hoc a giudicare dal risultato. Per dieci inverni ha seguito sul campo il falco pellegrino (d'estate si dedi- cava ai più elusivi sparvieri) fino a esserne posseduto, a immedesi- marsi totalmente nel fascinoso predatore; nell'ultimo anno, da ot- tobre ad aprile, ha voluto descrive- re i fatti, i sentimenti e le sensazio- ni a esso indissolubilmente asso- ciati in un diario di una stagione trascorsa osservando la vita quoti- diana dei falchi; una storia senza Dove osservarlo Attualmente in Italia nidificano cir- ca 500 coppie di falco pellegrino cui si aggiungono in inverno individui pro- venienti dalle popolazioni nordeuro- pee; è relativamente facile scovarlo du- rante la primavera in tutte le isole mag- giori e minori e lungo coste che di- spongano di pareti rocciose a picco ove alleva la prole a spese degli uccelli migratori in transito. Durante l'inver- no sarà sufficiente recarsi in aree ad al- te concentrazioni di volatili, principal- mente zone umide di una certa esten- sione, oppure in molte città sede di dormitori di starni. La presenza del falco pellegrino in caccia in una certa area è quasi sempre preceduta da im- ponenti movimenti in volo degli uccelli ivi residenti che si trasmettono tra spe- cie diverse in una maniera quasi conta- giosa a partire dai primi individui che ne avvertono la comparsa. Occhio dunque a movimenti anomali di bran- chi di storni, pavoncelle, gabbiani e so- prattutto corvidi. A essi seguirà l'appa- rizione, spesso fugace, del rapace e il suo tentativo di predazione. il solo demerito di non essere Istitu- zionalmente soggette a tutela inte- grale; o l'isola di Ventotene nel La- zio, crocicchio delle rotte migratorie in primavera e autunno che funge da corso intensivo di birdwatching sull'avifauna europea per chi deci- desse di visitarla in questi periodi; o lo Stagnone di Marsala e le Saline di Trapani in Sicilia, ricchissime di limi- coli (piccoli trampolieri che frequen- tano le distese di fango); in compen- so vengono menzionate alcune aree di limitatissima estensione e scono- sciute anche agli addetti ai lavori, con precise informazioni sull'ubicazione di dormitori di colonie di nibbi reali tentativi e scovare posti finora ignoti ove passeggiare con binocolo e teleo- biettivo, magari a un tiro di schioppo da casa. E adatto anche a biblioteche di scuole medie e superiori che vo- gliano toccare con mano (meglio una gita naturalistica che decine di noiosi documentari televisivi), con l'ausilio di docenti sensibili e delle numerose guide naturalistiche messe a disposi- zione dalla stessa casa editrice e da varie associazioni protezionistiche, la presenza del mondo alato nel nostro paese: che non ha nulla da invidiare in quanto a diversità e ricchezza agli altri paesi europei, se non altro per l'estensione latitudinale dello stivale. certo anni bui per la cultura natu- ralistica, tali da far sfuggire ai più un libro sì di culto naturalistico, ma essenzialmente di letteratura. Diverse le cose oltremanica: a quel tempo ci si stava rendendo conto, sulla base di risultati scientifici ine- quivocabili, degli enormi danni causati agli ecosistemi dall'uso in- discriminato di prodotti chimici: il declino delle popolazioni di uccelli rapaci, formidabili bioconcentra- tori di contaminanti tossici, sem- brava ineluttabile. Pessimista e presago di un'immi- nente estinzione, Baker volle sem- plicemente immortalare l'oggetto un prologo né un epilogo, piutto- sto una fotografia in prosa di una stagione trascorsa nelle campagne inglesi - binocolo al collo - in tutti i suoi dettagli zoologico-naturali- stici. Il suo intento, forse neppure troppo cercato, è stato di costituire e mantenere un'unità diadica, ai cui poli rotanti uccello e osservato- re, le loro abitudini, le loro intera- zioni intense ed emotive, secondi che sembrano un'eternità, in un contesto anch'esso protagonista e non cornice, costituiscono il fulcro narrativo dell'opera. Non ci sono dialoghi, né incontri ■con uomini, i personaggi sono gli animali, talvolta antropomorfizza- ti, e gli oggetti naturali, spesso ani- mati; gli eventi sono la stagione, le predazioni fallite e riuscite, i cada- veri freschi o putrescenti delle pre- de, gli umori atmosferici, il succe- dersi delle comunità animali, i co- lori, gli odori, i rumori, gli incontri. A volte quasi logorroico, Baker usa una prosa compiuta e densa, fin troppo ricca di estetismi e figure retoriche, e tendente a un perfezio- nismo talvolta stucchevole. I paragrafi sono le giornate del diario e iniziano metodicamente col quadro della situazione meteorolo- gico-ambientale che inserisce il let- tore nella stagionalità degli eventi naturali; poi, in seguito, appare quasi sempre il falco o qualche sua traccia: resti di prede su cui ban- chettano volpi commensali, branchi di pavoncelle spaventate dalla sua presenza. E l'autore è lì che vuole essere parte integrante di quel qua- dro e si compiace quando il falco non si è accorto di lui. La nuova edizione utilizza in toto la traduzione di Vincenzo Mantova- ni del 1979, edita da Rizzoli, assolu- tamente efficace dal punto di vista letterario quanto obsoleta e inadatta da quello naturalistico (mi riferisco esclusivamente alle infelici tradu- zioni dei nomi volgari di molte spe- cie di uccelli descritte), al punto che risulta spesso arduo identificare le specie di cui si parla: ma in un testo di così alto pregio letterario sarebbe quanto meno superficiale pretende- re a tutti i costi di esaudire i desideri maniacali e pseudoscientifici di no- zionismi tassonomici. Nell'era della videocrazia e dei documentari è divenuto difficile far vedere e far apprezzare con le parole scritte; una volta entrati nel mondo de II Falco Pellegrino ci si rende conto che ciò è ancora possi- bile. (ex.)