OTTOBRE 1996
P-	Liti	N. 9, PAG. 45

Resistenza al computer. Storia, temi, parole chiave
di Gianni Verona
La Resistenza, 1943-1945: L'Italia dal fascismo alla Repubblica, a cura di Ricerca storica multimediale, sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica italiana e dei Sindacati nazionali pensionati Cgil-Cisl-Uil, Laterza Multimedia, Roma-Bari 1996, Lit 90.000.
Con un frontespizio tanto complesso da far impallidire il bibliotecario più scaltrito - due editori, otto responsabili del progetto storico e di quello informatico, assistiti da un comitato scientifico coordinato da Bruno Tobia e Marco de Nicolò e composto di undici membri, fra i quali chi scrive coglie con malinconia i nomi di amici scomparsi come Paolo Gobetti e Nicola Gallerano, alla cui memoria l'ope- . ra è dedicata - appare sul mercato bibliografico in forma di Cd-Rom questa vastissima silloge di materiali e si vorrebbe dire quasi enciclopedia della Resistenza, organizzata in un ipertesto di grande complessità.
Le sue ambizioni sono grandi: sia per l'uso non banale della strumentazione elettronica, sia per il tentativo di raccordare direttamente alla divulgazione e soprattutto, crediamo, alla didattica, la ricerca più aggiornata, e in qualche caso perfino una problematica scientifica non ancora compiutamente provata nella ricerca.
Non sembra più opportuno spendere parole per giustificare la scelta dello strumento informatico. Nella breve Guida all'uso inclusa da • Bruno Tobia e Marco de Nicolò nella presentazione a stampa che accompagna il disco, i coordinatori prendono tuttavia cautamente le distanze da soluzioni tecniche obbligate in "un panorama praticamente selvaggio, dove i problemi di commercializzazione e di distribuzione di uno standard hanno un riflesso decisivo sulla qualità delle scelte (...). [Essi hanno cercato] di tenere conto degli standards mondiali ma al tempo stesso di conservare il rigore scientifico nei contenuti e nella progettazione dell'architettura dell'opera". Ne prenderà atto l'utente, che del resto non ha ragione di dubitare di tale rigore, osservando però che in questa excu-satio non petita sembra ancora risorgere alquanto dell'antica diffidenza dello scienziato verso il nuovo linguaggio a sua disposizione. Ma, al mio parere, utilissimo da coltivare nella libera ricerca come stimolo alla futura programmazione commerciale, il sogno di una programmazione informatica autonoma dagli standard non ha ormai grande rilevanza quando si tratta di comunicazione dei risultati. Nel nostro caso l'adattamento all'interfaccia Macintosh della Apple, o alla sua emulazione Windows Microsoft, ha il merito di rendere intuitiva per qualsiasi fruitore minimamente esperto gran parte della simbologia grafica che consente la lettura delle sequenze di documenti, e quindi di
attenuare la percezione del diaframma che la macchina pone tra il lettore e i contenuti della comuni-
cazione.
Meno amichevole è invece il prodotto nelle sue esigenze sul versante dello hardware, soprattutto se pensiamo alle correnti dotazioni scolastiche: gli otto megabyte di RAM e il processore 486 o superiore sono uno standard relativamente recente, né tutti i sistemi Mac in circolazione sono aggiornati al sistema 7.1 o superiore. Occorrerà dunque un computer da tavolo quasi nuovo e uno spazio di memoria sull'hard disk non inferiore a 15 megabyte, strumentazione di base cui deve essere aggiunto - per usare i messaggi parlati e musicali - un apparato di altoparlanti o cuffie; indispensabile, va da sé, un mouse molto sensibile. La nostra lettura è stata compiuta con un processore Pentium sotto il sistema Windows95, con 16 megabyte di RAM, e non abbiamo incontrato difficoltà tecniche.
Per una descrizione del contenuto conviene partire dagli aspetti formali. La lettura è organizzata su sei livelli: al primo si pongono gl'indici generali delle tre partizioni dell'opera - "La storia", "I temi", "Il dizionario" -, più narrative e ampie le prime due, che sono articolate rispettivamente in sette capitoli e in trentatrè temi, dichiaratamente ausiliaria la terza, che si divide in biografie, sigle e glossario. Capitoli e temi sono presentati al secondo livello con un indice iconico, formato di fotografìe emblematiche (francamente non chiarissime né per qualità di immagini né per immediatezza di evocazione) il cui titolo diviene visibile spostando il cursore con il mouse, il quale può selezionarle e far diventare leggibili a tutto schermo gl'indici verbali corrispondenti, dai quali per ulteriore selezione si scende al quarto livello, dove può cominciare la lettura, che avviene sulla parte destra dello schermo in caratteri piuttosto grandi e molto chiari. Talvolta il lettore impaziente potrebbe desiderare uno zoom per controllare in una sola "videata" una maggiore quantità di testo, ma evidentemente i programmatori hanno preferito riservare la parte sinistra ai riferimenti di capitolo, in modo che si sappia sempre in quale parte dell'opera ci si trova, mentre nella parte destra sono costantemente disponibili i comandi grafici per spostarsi di livello e per altre operazioni di cui parleremo.
Oltre ai primi quattro livelli - ripartizione di base, indice generale, indici parziali, testi - ve ne sono poi due, forse i più nuovi e interessanti, che permettono di ritrovare, in margine ai testi, un apparato documentario molto articolato. Una
simbologia costante rimanda a diversi tipi di documentazione, che possono essere letti a tutto schermo o ascoltati. Si trovano qui carte geografiche utili e belle, con un dispositivo di visualizzazione dei particolari molto ingegnoso che l'utente però deve imparare a usare da sé, finché imparerà a realizzare un effetto di zoom trascinando con il mouse l'icona simbolica dello schermo sulla cartina ridotta visibile nel quadrante inferiore sinistro e facendo apparire a tutto schermo l'esploso corrispondente. Superata la spartana sobrietà delle istruzioni, l'ottimo risultato fa rimpiangere a volte che non si sia potuto ancora usare il magnifico materiale cartografico sulla Resistenza in corso di elaborazione a cura dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.
Vi sono poi immagini fotografiche, documenti sonori parlati o musicali, testi di fonti primarie scritte, scritti di memoria, opere letterarie in versi e in prosa, citazioni di storici inserite in agili sintesi della storiografia sui singoli temi, indicazioni bibliografiche per ulteriori letture, fondate su una buona conoscenza della letteratura internazionale e aggiornate al 1995, quindi assai attendibili.
La struttura gerarchica che abbiamo appena descritto dev'essere tenuta presente dall'utente, il quale ne ha bisogno per usare consapevolmente uno dei comandi sempre disponibili del programma, che consente di salire di livello. Ogni argomento inferiore essendo imbricato in uno sopraordinato, questo comando consente di seguire l'inquadramento logico degli argomenti quale è stato pensato dai curatori, i quali assumono così la responsabilità di suggerire - al di là dell'intrinseca non sequenzialità e non delimitabilità dell'ipertesto, in riferimento al quale la nozione stessa di testo appare improponibile - una sequenza preferenziale che, se si vuole, può essere interpretata come un libro e come tale stampata.
Seguire questo suggerimento può essere utile, e il professionista è tentato di farlo per identificare matrici storiografiche precise, ma sarebbe un errore fare dei passaggi di livello lo strumento preferenziale di orientamento, perché di gran lunga più interessante è invece il seguire le potenzialità del programma per spostarsi trasversalmente. Passaggi dai capitoli della "storia" ai "temi" sono infatti possibili direttamente attraverso richiami interni ai testi, dove i titoli dei temi appaiono in rosso, formando così il repertorio delle "parole rosse" alle quali si accede direttamente facendo un click con il mouse, e quindi ampliando immediatamente la comprensione del testo di partenza in tutte le sue implicazioni. Del pari i termini del dizionario appaiono negli altri testi come "parole verdi", mettendo in evidenza i punti a partire dai quali il lettore può ottenere ampliamenti più agili e
strettamente funzionali a una rapida comprensione del testo di partenza. Dàlie "parole chiave" evidenziate in rosso ai documenti il passo è immediato per ulteriori approfondimenti, e il risalire di livello consentirà la contestualizzazione dell'ultimo argomento considerato. Un'altra opzione si renderà a questo punto disponibile: il lettore potrà ripetere il percorso, che è memorizzato automaticamente, scegliere le voci che gli convengono con un apposito marcatore, e costruire una sequenza stampabile comprendente solo le parti prescelte. Soprattutto in riferimento alle bibliografie questa procedura è utile a qualsiasi utiliz-
zatore.
Ciò detto, si deve aggiungere che non tutti i cammini teoricamente possibili sono esplorabili dal sistema che gestisce le informazioni: non si passa dalle voci del dizionario ad altre parti dell'opera, e l'uso delle "parole rosse" è relati-vamenente parsimonioso, sicché voci eccellenti e problematiche come "nazionalsocialismo" o "la storiografia del fascismo" o anche "comitati di agitazione" hanno un numero di rinvii molto inferiore a scheletriche "parole verdi" quali "fascismo", "nazismo", "comitati di agitazione", decisamente inadeguate (soprattutto la prima, che parla solo dell'Italia) a fornire concetti generali. Qua e là anzi, nelle "parole verdi" si individuano negligenze - quali la duplicazione "Rsi" e "Repubblica di Salò" - e minuscole sciatterie che si vorrebbero correggere se il meccanismo read only non interdicesse l'intervento, ad esempio quando si legge di Aligi Barducci, caduto nell'agosto 1944 durante l'insurrezione di Firenze, che fu "ucciso da un colpo di mortaio 1 '8.1.1944, pochi giorni prima che i suoi uomini liberano Firenze" (corsivi nostri). Conseguentemente, l'indicazione che lo storico deve dare è di muoversi soprattutto sui tre primi livelli, e particolarmente nell'ambito
dei "temi", dove la sua curiosità sarà soddisfatta da esposizioni aperte e spesso ricche.
Giungiamo così finalmente al nocciolo storiografico del progetto che sostiene l'opera, della quale è facile individuare una duplice matrice, frutto di due tendenze storiografiche. La prima, per così dire classica, si ravvisa particolarmente nella struttura della "storia", con i suoi riferimenti alle "premesse", la proposta implicita e talora esplicita di un necessario collegamento tra antifascismo militante e Resistenza, l'inclusione degli scioperi del marzo 1943 nella sequenza dei capitoli, e con i rinvii a una serie di "biografie" richiamabili dalle "parole verdi", nelle quali la brevità non sempre basta a giustificare un taglio convenzionale, specialmente quando appaiono teleologica-mente costruite in funzione di una morte eroica. In questo schema la definizione della Resistenza non è adeguatamente discussa: la centralità del movimento armato partigiano è assunta automaticamente, così come la connessione di questo con la struttura partitica dei Comitati di liberazione nazionale, la priorità dell'ispirazione partitica nella costituzione dei gruppi armati e così via.
La seconda, ovviamente più stimolante in un tema che di rinnovamento ha assoluta necessità, si ravvisa soprattutto nei "temi", dove si riconoscono argomenti di controversie recenti in titoli come "la zona grigia", "la violenza", "le tre guerre", una apertura alla dimensione sociale in voci come "la so: cietà rurale", "la cultura della Resistenza", e al ruolo cruciale delle comunicazioni di massa - rispetto a quello modestissimo della storiografia scientifica - nel far conoscere la Resistenza al grande pubblico, nelle voci riguardanti il cinema (che include anche la televisione, per la quale invece sarebbe stata auspicabile una voce autonoma) e la letteratura. Ma anche dove i temi paiono più consueti la trattazione è certamente non banale. Qui l'influenza del nuovo corso storiografico apertosi con l'opera maggiore di Claudio Pavone, sviluppatosi con gli studi di Guido Crainz sulla violenza, ampliatosi all'antifascismo storico con la rivisitazione affettuosamente iconoclastica, se così si può dire, di Giovanni De Luna, è pienamente ravvisabile, particolarmente in un dialogo pacato e aperto con letture "moderate" come quelle di Renzo De Felice o di Gian Enrico Rusconi.
Naturalmente l'opposizione qui delineata è forzata per chiarezza di argomentazione e non rende giustizia alle sfumature: né tutti i "temi" sono luculenti e pieni di cose nuove, né tutta la "storia" si svolge all'insegna del conservativismo storiografico; anzi, via via che ci si addentra ai livelli più analitici, le differenze diminuiscono e il nuovo