OTTOBRE 1996 prevale nettamente sul vecchio. Benvenuto è dunque l'ipertesto che consentirà di scegliere, nell'immensa quantità di materiale, la voce "rossa" invece di quella "verde", il testo più ampio in luogo di quello più sommario, il nuovo più incerto e magari temerario, corredato però di sode indicazioni bibliografiche, invece del classico convenzionale. Un'ultima parola è da dire sui canti, i quali non hanno trovato a nostro parere una collocazione precisa nella struttura dell'ipertesto: obbligatoriamente sequenziale, 0 flusso musicale impone il suo tempo, e ai programmatori non è rimasto che dare all'utente l'alternativa tra l'ascoltare o l'escludere del tutto le introduzioni sonore ai capitoli, che privilegiano la canzone, ufficiale o popolare, rispetto a qualunque altro genere. Suggestivo e impressionistico, questo procedimento crea un clima vagamente reminiscente dei tempi della radiofonia, ma non ha sentito il bisogno di giustificarsi: la politicizzazione dei musicisti - compositori ed esecutori -, il recupero partigiano del canto popolare, la rivoluzione della musica da ballo portata dagli Alleati e strepitosamente vincente sul tradizionalismo popolar-patriottico del mondo resistenziale, sono solo alcuni argomenti che avrebbero potuto essere oggetto di una considerazione antropologica d'insieme, la quale avrebbe collegato l'anatema dei preti contro la "ballomania", il peggiore fruttò della Resistenza nella visione di molti parroci dopo la liberazione, a una riflessione su questa prima affermazione della modernità americana in un ciclo di storia della cultura che è lontano dall'essere esaurito. Ma in un lavoro che dà moltissimo, è ingeneroso chiedere di più. Forse si può e si deve chiedere invece che 0 prodotto non resti chiuso e immutabile: una pulizia immediata, e un aggiornamento ogni due o tre anni, lo metterebbero in sintonia con la logica stessa della tecnologia aperta e mutevole che lo ha creato. P- Liti N. 9, PAG. 46 Etologia Medicina Filosofia Giardini Ivano Adversi, Cristina Berselli, Vio Cavrini, Laura Cioni, Destini incerti. Animali e ambienti da salvare per sopravvivere insieme, Calderirii, Bologna 1996, pp. 176, Lit 45.000. Ci sono animali che più di altri sono in grado di accattivarsi simpatie da parte di noi umani, che li assumiamo a simbolo di un ambiente naturale e di una natura selvaggia che corrisponde più a quella dei nostri paesaggi onirici che a quella vera, aspra, infida e sempre più devastata. Dell'orso grizzly, del rinoceronte e della tigre, tre grandi mammiferi rappresentativi di tre continenti, parla Destini incerti. A sorpresa, ampio spazio è dedicato anche al licaone, un canide assai bruttino a vedersi, non molto dissimile dalla iena, ma con un ruolo importante nell'ecosistema della savana e per la cui tutela è nata un'apposita fondazione in Italia. Il volume si caratterizza per l'originalità e l'alta qualità dei reportage fotografici realizzati dai quattro fotografi bolognesi che firmano l'opera, che raccoglie anche testi di noti scienziati e naturalisti. Tra gli altri: gli etologi Giorgio Celli, Enrico Alleva e Claudio Carere, Grazia Francescato e Antonio Canu del Wwf e Franco Tassi, direttore del Parco nazionale d'Abruzzo. Animali e ambienti diversi, ma le cui storie spesso si incrociano per comporre un unico puzzle in cui il protagonista è sempre l'uomo, che cerca finalmente di realizzare una pacifica convivenza con il mondo animale. Negli Stati Uniti, il grizzly, che-era viziato dalla presenza di una fonte di cibo inesauribile come la discarica, si trova ora di fronte al problema di una scarsa disponibilità di cibo naturale. Rinoceronti e tigri, nonostante le campagne per la loro salvaguardia siano iniziate vent'anni fa, e il bracconaggio legato ai magici poteri di alcune parti di questi animali sia calato, sono sempre in pericolo per la rarefazione degli habitat. Un futuro incerto si profila dunque per queste specie animali e per altre come la balena grigia e l'elefante, di cui parlano i fotografi nei loro appunti di viaggio, aggiungendo al volume un tocco di informazione vivace e, a volte, anche di poesia. Churchill's Medicai Diction- ary, Centro Scientifico Torinese, Torino 1994, pp. 2122, Lit 98.000. Rigirarsi tra le mani un dizionario è sempre fonte di curiosità, sia per ricercare la precisione con cui sono state date le definizioni, sia per individuare la completezza dei termini. In realtà il gioco consiste nel trovare inesattezze e mancanze. Con il Churchill's Medicai DictiqnaryW gioco è invece poco divertente, sia perché le definizioni sono molto scrupolose, sia perché le carenze si riferiscono solo ai termini più recenti (peccato che l'editore italiano non abbia riportato la data dell'edizione originale da cui è stata ricavata la traduzione). Si tratta di oltre 100.000 termini organizzati in lemmi e sottolemmi di facilissima consultazione. La traduzione e il riordinamento delle voci e dei rimandi deve aver creato un lavoro redazionale pari a quello della stesura dell'opera originale, ma non si avvertono incongruenze o inglesismi. La ricchezza terminologica è testimoniata dalle 19 colonne di sottolemmi del termine "acido", le 41 colonne di sottolemmi del termine "arteria" e le 33 colonne'del termine "malattia" (da "malattia a cellule I" a "malattia X Australiana", a me per altro entrambe ignote). Molte illustrazioni schematiche, ma efficaci, descrivono la terminologia di parti anatomiche, di reperti istologici o di reazioni biologiche. Un'opera meritoria che non ci si aspetta di trovare sulle scrivanie dei medici, ma che deve poter essere disponibile in ogni biblioteca biomedica e in ogni istituto biologico e clinico. Dizionario di filosofia, a cura di Paolo Rossi, La Nuova Italia, Firenze 1996, pp. 453, Lit 27.800. Questo dizionario di filosofia si propone come un complemento al manuale di storia della filosofia per i licei. I collaboratori sono quasi una ventina, coordinati da Paolo Rossi, Bruno Mancini, Giuseppe Marini, Michela Nacci e Silvia Parigi. Le voci sono quelle tipiche di un dizionario, e non quelle di un'enciclopedia: escludono perciò i nomi propri dei filosofi e si concentrano sui concetti. Tuttavia molto spazio è dedicato a voci come "platonismo", "agostini-smo", "occamismo", "cartesianesi-mo", "hegelismo", "bergsonismo"..., tutte voci in cui, trattando di una corrente filosofica, viene presentato il pensiero dei filosofi più importanti. Una certa attenzione è riservata anche ad argomenti che solo recentemente sono entrati a far parte del dibattito corrente, come "genere/differenza", "animalismo", "postmodernismo", "bioetica", argomenti che gli studenti possono trovare facilmente sui giornali, ma di cui è difficile che riescano a sentir parlare a scuola. Molte voci (più di metà) sono corredate di brevissime indicazioni bibliografiche (spesso uno o due titoli), che suggeriscono allo studente libri di facile reperimento, spesso assai eterogenei, con risultati qualche volta curiosi: alla voce "anima" sono indicati Gli equivoci dell'anima di Umberto Galimberti e Lo.spirito come comportamento di Gilbert Ryle; leggendo questi due libri, di impostazione radicalmente diversa, difficilmente lo studente penserà che si stia parlando della stessa cosa; ma forse questo è uno dei vantaggi di una proposta così insolita. Chiude il libro un utile indice analitico, in cui, oltre ai concetti filosofici^ troviamo, questa volta sì, anche i nomi dei filosofi (con un'ampia rappresentanza di contemporanei), che rimandano alle voci in cui vengono citati. Nel complesso, sicuramente un ausilio proficuo per lo studio della filosofia nei licei. Lance Hattatt, Clematis & Climbers, Parragon Book Services, Avonmouth 1996, pp. 80, 230 ili. a col., £5.99. Non è facile scegliere un nuovo rampicante per il giardino, soprattutto quando si dispone di uno spazio di dimensioni ridotte dove ogni singola pianta deve svolgere un ruolo da protagonista. Perché esistono tanti rampicanti capaci di conciliare l'utile - la copertura di una parete spoglia, una recinzione o un pergolato - al dilettevole, cioè alla possibilità di rendere ancora più ornamentale e fiorito il giardino in cui vengono inseriti, anche nelle stagioni più difficili. E una guida veloce e di facile consultazione come questa, divisa per capitoli mirati a ogni esigenza e desiderio (colore, profumo, originalità, caratteristiche stagionali), che combina la scelta visiva della pianta a quella pratica dettata da concise note colturali, può risultare davvero utile per districarsi nel mondo dei rampicanti e prendere spunti interessanti per realizzare associazioni vegetali o composizioni di grande effetto de- corativo. Per non accontentarsi di una semplice edera o vite americana, ma scegliere oculatamente-fra una rosa di piante già selezionata da un esperto del settore - quelle piante facili e allo stesso tempo speciali, come clematidi, rose o arbusti ben ramificati a guisa di rampicanti, che offrono fronde vigorose, ma anche bacche e colori autunnali, fioriture tardive o precoci, esotiche o profumate. Gabriele Salari Marco Bobbio Guido Bonino Elena Alleva Politica e impolitica di Cesare Piandola Bruno Mondadori ha pubblicato in poco più di un anno una quindicina di volumi di storia, filosofia, scienze umane, letteratura e linguistica nella nuova collana tascabile "Testi e pretesti", rivolta soprattutto agli studenti universitari. Di prezzo molto contenuto, di buona veste grafica e di solida confezione che resiste a letture e riletture senza squinternarsi, i libri sono di tre tipi: introduzioni e guide alle varie discipline; saggi monografici; percorsi tematici attraverso testi di autori classici e contemporanei. Soffermiamoci su questo terzo settore attraverso due raccolte che hanno in comune un taglio di filosofia politica e collegano testi importanti ma poco noti al di fuori della cerchia degli specialisti. Tagliapietra documenta una polemica del 1797 tra Constant e Kant sul rapporto tra morale e politica. Il trentenne Constant in Sulle reazioni politiche, appoggiando il governo del Direttorio, difendeva una politica fondata sulla ragione contro i critici tradizionalisti della Rivoluzione francese, ma una ragione capace di articolarsi in "principi intermedi" che rendono possibile adattare gli enunciati primi universali alle circostanze concrete. In questo contesto affermava: "Il principio morale, per esempio, che dire la verità sia un dovere, se fosse preso in modo assoluto e isolato, renderebbe impossibile ogni tipo di società. Ne abbiamo la prova nelle conseguenze dirette che ha tratto, da questo primo principio, un filosofo tedesco, che arriva a sostenere che, persino davanti agli assassini che vi chiedessero se il vostro amico, che stanno inseguendo, si è rifugiato in casa vostra, la menzogna sarebbe un crimine". Concludeva che "nessun uomo ha diritto a una verità che nuoccia agli altri". Il vecchio Kant, punto sul vivo, replicò con lo scritto Sul presunto diritto di mentire per amore dell'umanità, in cui difendeva la veridicità come dovere incondizionato che non comporta eccezioni che distruggerebbero l'universalità dei principi morali e giuridici. Tagliapietra inserisce questo articolo nella raccolta dei principali passi che trattano della veridicità e della menzogna nelle altre opere di Kant, annota abbondantemente i testi di Constant e di Kant e premette una dotta introduzione di 129 pagine che, spaziando dal Libro di Giobbe a Derrida, interpreta il dialogo a distanza tra Kant e Constant come emblematico "dell'intreccio e dell'opposizione fra la politica della verità e la politica dell'amicizia", vede nella sovranità kantiana della legge "caratteristiche coercidve e totalitarie" e addirittura contrappone due tipi umani: "solitario, misogino e castamente omoerotico" Kant (ma altri studiosi hanno invece ritratto un Kant socievole e filosofo di mondo); gioviale, amante della compagnia e dell'altro sesso Constant. Completano il volume due ampie note biobibliografiche a cura delle traduttrici dei testi. Roberto Esposito, proseguendo le ricerche svolte in Categorie dell'impolitico e in Nove pensieri sulla politica (Il Mulino, 1988 e 1993), raccoglie otto scritti di autori con- temporanei - filosofi, teologi, letterati - tra cui un articolo del 1933 di Blanchot su marxismo e rivoluzione inedito in italiano, ordinati in una sorta di dizionario che rimanda ai concetti di Stato, Rivoluzione, Giustizia, Responsabilità, Libertà, Potere, Comunità e Guerra. Esposito è convinto che oggi siamo incapaci di pensare veramente la politica, essendo colpiti da "una catastrofe concettuale e linguistica" che avrebbe le radici nel fatto che il pensiero politico moderno si è posto essenzialmente il problema dell'ordine e anche quando ha riconosciuto realisticamente l'ineluttabilità del conflitto e della violenza li ha respinti nell'ambito prepolitico (Hobbes) o li ha visti come una situazione transitoria verso una società armonica postpolitica (Marx). Gli autori antologizzati sono chiamati a denunciare, per dirla con Weber, "che il mondo è gover-