SETTEMBRE 1996 Il figlio giapponese di Carmen Concilio kenzaburo oe, Un'esperienza personale, Garzanti, Milano 1996, ed. orig. 1964, trad. dal giapponese di Nicoletta Spada-vecchia, pp. 199, Lit 28.000. Il 2 giugno, in un pomeriggio d'estate precoce che esaltava il paesaggio collinare, si è svolta la cerimonia di premiazione che ha visto Kenzaburò Oe vincitore del premio Grinzane-Cavour per la sezione internazionale. Glissando su una domanda sulla situazione attuale della letteratura giapponese, Oe ha simpaticamente rinunciato a leggere il discorso in inglese, preparato per l'occasione, per rispondere invece ad alcune domande di rito. Sull'influenza di Dante nella sua opera, Oe ha risposto che si tratta di un retaggio familiare: già suo nonno leggeva il poeta italiano, ma è stato suo figlio a fargli comprendere Dante, il senso del Purgatorio rappresentato dall'handicap, da attraversare per raggiungere il Paradiso rappresentato dall'arte della composizione musicale. Agli antipodi di un sogno d'evasione, dispiegato sul muro nel tracciato d'una cartina dell'Africa, e a quel muro inchiodato come una farfalla moribonda, vi è la realtà: un figlio menomato. Una pietra, un macigno scagliato in sorte a una vita già meschina, insoddisfatta di sé. Tori-bird - questo il soprannome del protagonista del romanzo -, uccello in perenne fuga dalla vita, non può volare, preso in trappola dalla gabbia della sua mostruosa paternità. Il romanzo di Kenzaburò Oe, di cui Garzanti ripropone ora anche II grido silenzioso (1978), lascia trapelare mii^MW ASTROLABIO Holger Kalweit GUARITORI, SCIAMANI E STREGONI Uria sfida per l'uomo occidentale: attingere alle inesplorate risorse del mondo dello sciamano James L. Griffith Melissa Elliott Griffith SE IL CORPO PARLASSE Dialoghi terapeutici per i problemi mentoli-corporei Il corpo esprime col sintomo ciò che paura o vergogna gli proibiscono di comunicare Beta Copley IL MONDO DELL'ADOLESCENZA Società, letteratura e psicoterapia psicoanalitica Traumi, problemi e conflitti nel processo evolutivo dell'età adolescenziale Herbert S. Strean IL GUARITORE FERITO Terapeuti che fanno del sesso con i loro pazienti Quattro casi emblematici di una delle situazioni più spinose nel rapporto paziente-analista AfiIPniAMA dietro la terza persona romanzesca, D'esperienza totalmente personale" di un io autobiografico. La storia narrata l'autore la conosce bene: il dubbio e la vergogna di un padre che arriva a desiderare la morte del figlio. Esperienza personale che può essere letta come contrappunto al romanzo di Doris Lessing, Il quinto figlio (Feltrinelli, 1992), dove, nella finzione, era invece una derno è una terra bifronte, non meno mostruosa del bambino nato "con due teste": dalle sale giochi tecnologiche escono torme di teppisti; la vistosa auto sportiva sulla quale una giovane laureata passa le notti scorrazzando per la città non è simbolo di emancipazione, ma giocattolo usato per non dover ricordare che un altro giovane, suo marito, è morto suicida. Tre sono i suicidi che punteggiano silenziosamente il romanzo, mentre il Giappone vive l'incubo dell'apocalisse scandito dalle notizie sulla riprésa degli esperimenti nucleari russi. Non è un caso, allora, che la parola "spe- SETTEMBRE 1996 ■ * I kJ N. 8, PAG. 12 Passaggio in Cina Amy Tan, I cento sensi segreti, Feltrinelli, Milano 1996, trad. dall'inglese di Paola Gherardel-li, pp. 330, Lit 30.000. Allo scorso Salone del libro, nell'ambito del dibattito su "Differenze in comunicazione" organizzato da "Noidonne & Legenda-ria", Amy Tan si è presentata al pubblico italiano, presso il quale è già nota per II circolo della felicità e della fortuna (Rizzoli, 1988) e La madre a dover scendere a patti con un figlio mostruoso, amato come un figlio e odiato come un senso di colpa, ripudiato e accettato, e poi difeso contro tutti, in solitudine. Madri e figli. Padri e figli. È un tema caro alla letteratura. E il figlio salva il padre anche nel romanzo di Oe; lo salva dal suo puerile egoismo, offrendogli l'opportunità di compiere l'unico atto veramente eroico e virile della sua vita: come un leone d'Africa, evadere nella realtà. La storia personale che assorbe e, talvolta, acceca completamente il protagonista non oscura, tuttavia, la storia nazionale, e il Giappone emerge per frammenti dalle sue stesse ferite. L'incontro con un amico ritrovato evoca il fantasma della guerra di Corea, quando i giovani venivano reclutati forzatamente e venduti a una guerra dalla quale tornavano solo treni carichi di morte, volti sfigurati affacciati ai finestrini, spettri reali. Il Giappone mo- ranza" sia affidata a un personaggio marginale, secondario, discreto, un giovane slavo: è lui che cita Kafka in difesa dei figli; è lui che spera, qualora venga arrestato come dissidente, di venir prelevato con la forza, affinché la ragazza giapponese che ama, e con la quale parla unicamente 0 silenzio dell'amore, comprenda che si è allontanato contro la propria volontà. moglie del dio dei fuochi (Interno Giallo, 1992). Sono una scrittrice americana - ha affermato - e mi sento libera di scrivere su qualsiasi argomento. Non.una scrittrice etnica, dunque, il suo essere cinoa-mericana è un fatto biografico non necessariamente letterario. Sua nonna - ha raccontato ancora - è morta suicida in Cina, ma aveva raccomandato alla figlia di non seguire le sue orme. Quella nonna non poteva immaginare che sua nipote sarebbe nata in un altro paese, si sarebbe guadagnata da vivere scrivendo, avrebbe sposato un uomo che ama e che la ama e non avrebbe avuto figli, per scelta, non per cattiva sorte. Americana, dunque... Ma che dire allora di quella sorella cinese - rimossa? dimenticata? - inviata dalla sorte alla protagonista del libro? Kwan irrompe nella vita della sorella, Olivia, con il suo impetuoso torrente di storie farneticanti. La sua esuberanza è tale per cui Olivia impara il cinese prima ancora che Kwan impari l'inglese, ne assorbe gradualmente la lingua, ma ne rifiuta i fantasmi, e involontariamente spedisce Kwan all'ospedale psichiatrico. I trattamenti di elettroshock non turbano però la sorella cinese che ritorna a casa in compagnia di quegli stessi fantasmi: sì, perché Kwan ha occhi yin, vede gli spiriti dei morti e con essi conversa come se fossero presenti, perché sono presenti. Da questi dialoghi con gli spiriti emergono brandelli di storia passata, la guerra dell'oppio, l'arrivo dei missionari europei, epoche sanguinarie. Kwan ha vissuto una vita precedente della quale serba memoria e dalla quale non si separa neppure ora, nella sua nuova vita americana. Ma i fantasmi di Kwan sono innocui compagni, elargiscono consigli sull'arte culinaria, criticano, scherzano; più pericolosi sono i fantasmi occidentali che reclamano vendetta, che portano Olivia e suo marito al divorzio. Sarà un viaggio in Cina, organizzato da Kwan al chiaro scopo di riconciliare i due sposi litigiosi, a dissipare i fantasmi prodotti dalla mentalità pragmatica occidentale e a ridar vita a una storia mai interrottasi che da un passato lontano arriva sino a noi, passandoci accanto, magari senza esser riconosciuta, perché si è perso l'uso dei "cento sensi segreti", di tutti quei sesti sensi che parlano di noi e del mondo che ci circonda. Tra le vallate di un'impervia regione montuosa della Cina, Olivia smarrisce se stessa, un po' come accadeva nel romanzo di Forster alla protagonista di Passaggio in India, Miss Quested. Ma Kwan la soccorre e la rassicura, cerca di renderla partecipe della loro precedente vita in comune: il ritrovamento di alcuni oggetti che Kwan aveva nascosto allora attribuisce alle storie narrate in più di trent'anni un inquietante alone di verità. Olivia e suo marito sono i personaggi di quelle storie del passato, amanti sfortunati che si sarebbero dati appuntamento in una vita futura e ora ricondotti lì a casa, ma come possono ricordare? All'interno di una grotta scavata nella montagna c'è un lago stranamente luminescente sulla cui riva vi è un villaggio di pietra che risale a millenni fa: a ricordare le origini della vita. In quella stessa grotta, Kwan scompare misteriosamente. Ma è mai esistita, veramente? Reale come i suoi fantasmi, presenza irritante per chi, come Ólivia, è abituato semmai a guardare la realtà attraverso l'oggettivante occhio dell'obiettivo fotografico, Kwan è la guida verso un mondo magico, in cui passato e presente si sovrappongono fino a spiegarsi. Con uno stile spigliato e divertente Amy Tan pone due culture a confronto e parla, per la prima volta, anche dei propri fantasmi, di tutti quegli inspiegabili fenomeni che hanno caratterizzato la sua stessa vita e che le facevano guardare con meraviglia sua madre, mediatrice di mondi apparentemente incompatibili. (c.c.)