■ dei libri del mese y/Xcx'tctrxci'tèc'CX Economia e matematica della guerra fredda L'origine individualista del modello astratto ANGELO MARANO NOVEMBRE 1999 Sylvia Nasar Il genio dei numeri ed. orig. 1998 trad. dall'inglese di Carlo Capararo, Roberta Zuppet e Sergio Mancini pp. 438, Lit 35.000 Rizzoli, Milano 1999 John Nash, premio Nobel per l'economia 1994, è personaggio che suscita curiosità per almeno due motivi: il numero di volte che gli economisti ne usano il nome, in riferimento al concetto base di equilibrio della teoria dei giochi, e la schizofrenia che, dalla fine degli anni cinquanta fino alla guarigio- ne, nei primi anni novanta, anni- chila lo spirito di Nash, creando la fama nel mondo accademico di questo spettro che si aggira per l'università di Princeton traccian- do oscuri messaggi sulle lavagne dell'istituto di matematica. La biografia scritta dalla giorna- lista del "New York Times" Sylvia Nasar permette di soddisfare la cu- riosità ma si rivela anche un ottimo contributo di storia del pensiero scientifico ed economico nel se- condo dopoguerra. Il libro descri- ve nitidamente il clima nella comu- nità matematica negli Stati Uniti negli anni cinquanta, nella quale operano personaggi quali Johann von Neumann, Albert Einstein, Kurt Godei, Robert Julius Oppen- heimer, Norbert Wiener, John Milron, Harlow Shapley: perso- naggi, questi, che Nash incontra e con i quali si confronta, come stu- dente a Princeton e nei suoi anni di ricerca alla Rand Corporation, all'Mit, al Courant Institute della New York University, e, infine, di nuovo a Princeton. Anche se amico di molti econo- misti, Paul Anthony Samuelson e Robert Solow fra gli altri, Nash è un matematico, non un economi- sta. È però dalla ricerca matemati- ca degli anni quaranta e cinquanta che emergono le basi dell'approc- cio formalizzato alla teoria econo- mica, che verrà sviluppato in Theory of Games and Economie Behavior (1944) di Johann von Neumann e Oskar Morgenstern, nei contributi di Kenneth Joseph Arrow e Gérard Debreu, in Foundation t of Economie Analysis (1947) di Paul Anthony Samuel- son. Un approccio fondato meto- dologicamente sul modello assio- matico matematico, dunque pre- valentemente astratto e basato, a differenza delle scienze sperimen- tali, sulla ricerca individuale piut- tosto che di gruppo. Un modo di fare scienza che stimola individua- lismo e spirito competitivo, del quale Nash fornisce una rappre- sentazione estrema. Lo spirito individualista di- Nash sembra vicino a quello della destra anarchica americana. 11 rifiuto di qualunque autorità o dimensione sociale che non sia quella individua- le è in lui così forte da portarlo a fa- re di tutto per evitare la leva nel pe- riodo della guerra di Corea; la mera possibilità teorica della coscrizione ne sconvolge così tanto la mente da portarlo, dieci anni dopo, a tentare di rinunciare alla stessa cittadinanza americana, e a chiedere asilo politi- co alla Svizzera. Ma anche nel com- portamento nei confronti del pro- prio figlio naturale Nash mostra un individualismo estremo, rifiutando- si di contribuire al suo mantenimen- to, pur pretendendo al tempo stesso di non rinunciare alla relazione con la madre. E anche nella rinuncia al- la tenure, appena ottenuta all'Mit, nel periodo iniziale della sua pazzia, sembra di leggere, più che altro, la volontà e convinzione di poter fron- teggiare da solo il mondo, al di fuo- ri di qualunque appartenenza. Individualismo e competizione vanno di pari passo. H lavoro pro- babilmente più rilevante di Nash, del 1956, è frutto di una scommes- sa. E molte fra le cause richiamate come possibili spiegazioni del suo cadere in preda alla schizofrenia sono prettamente com- petitive: lo scoprire che nel 1957 De Giorgi ha pubbli- cato, qualche mese prima di lui, "in the most obscure journal imaginable", un importante risultato di conti- nuità per sistemi di equazioni non li- neari paraboliche; la mancata vitto- ria, nel 1958, della Fields Medal, uno dei più importanti riconosci- menti per matematici; l'aver cercato inutilmente, nello stesso anno, di provare la congettura di Riemann. Ingrediente indispensabile per il successo è la fiducia in sé stessi e Nash - o "G-Nash", il suo nomi- gnolo all'Mit, dove "G" sta per "ge- nio" - ne dispone in abbondanza; basta a dimostrarlo il fatto che egli, allora studente di primo anno di PhD a Princeton, vada a parlare con Einstein per spiegargli come correggere la relatività, per farsi ri- spondere "beh, forse è il caso che prima studi un po' di fisica". Ma Nash considera lo studiare cosa fan- no gli altri una perdita di tempo, un distogliere la mente da compiti più alti; tutto quanto serve è un proble- ma aperto e l'assicurazione, da par- te della comunità accademica, che sia rilevante. Quale ge- nere di scienza può avere biso- gno del tipo di genio di cui Nash di- spone? Questo tipo di approccio, necessariamente deideologizzato e astorico, progressivo e formalizza- to, è ben rappresentato dalla Rand Corporation. La Rand può essere considerata un vero e proprio laboratorio nel quale il moderno approccio alla teo- ria economica ha origine e si diffon- N. 11, PAG. 24 de. H capitolo sulla Rand potrebbe a ragione essere titolato: "Economics: un sottoprodotto della guerra fred- da". La Rand viene creata nel se- condo dopoguerra, finanziata dal- l'aviazione americana, con l'obietti- vo di produrre "high-quality, objective research on national security issues". Di fatto è uno degli strumenti attraverso i quali i rappor- ti fra militari e mondo accademico, iniziati durante la seconda guerra mondiale, vengono istituzionalizzati. Il problema della Rand è la guer- ra fredda, in particolare lo studio di praticabilità, effetti e ritorsioni di un eventuale primo attacco ato- mico. Il suo approccio è tecnico- scientifico e iper-razionale. La Rand ha apprezzato moltissi- mo il contributo di teoria dei giochi di von Neumann, ma più promet- tente ancora risulta il contributo di Nash, che permette di sviluppare la teoria dei giochi non cooperativi e a somma non nulla, superando alcu- ne delle limitazioni implicite nel- l'approccio di von Neumann. Attorno alla Rand ruotano ap- punto economisti e teorici dei giochi del calibro di von Neu- mann, Nash, Shapley, Samuelson, Simon, Arrow. Il teorema di im- possibilità di Arrow ad esempio è frutto di un assignment della Rand: la teoria dei giochi tratta di individui, ma la Rand la usa per trattare di nazioni, insiemi di indi- vidui. Come è logicamente possi- bile passare da individui a nazio- ni? Dopo qualche tentativo, Arrow decide che dev'essere im- possibile, cosa che lo porterà alla dimostrazione del suo teorema. Dalla Rand Nash è espulso ai tempi del maccartismo; non per attività antiamericane, quanto per sospette tendenze omosessuali, es- sendo gli omosessuali considerati più facilmente ricattabili dalle intelligences del blocco comunista. Quanto la fiducia di Nash in se stesso sia mera apparenza è diffici- le dire, fatto sta che la tensione competitiva lo porta alla schizofre- nia e a conoscere per diretta espe- rienza, a partire dal 1959, un buon numero di ospedali e cure psichia- triche, fra cui il coma insulinico e (forse) l'elettroshock. Ma nella sua stessa schizofrenia mostra l'interio- rizzazione piena del modello della Rand. Nash si nomina imperatore dell'Antartide, convoca un governo mondiale, vaga per l'Europa cer- cando di ottenere asilo politico, di- venta ossessionato dalla numerolo- gia, alla disperata, continua ricerca di un significato razionale in tutto. L'approccio perseguito dalla Rand si afferma, fino a diventare mainstream in buona parte della teoria economica, nei successivi quarant'anni. E da tale afferma- zione che origina nel 1994 il No- bel a Nash, Reinhard Selten e John Harsanyi. Un'affermazione non pacifica, della quale lo scon- tro all'interno dell'accademia sve- dese tra Assar Lindbeck e Inge- mar 5tahl, descritto dall'autrice, è solo uno dei tanti esempi. Sostanzialmente Nash è un ma- tematico che ha operato in quel territorio di frontiera fra matema- tica ed economia dal quale si è svi- luppato il moderno approccio astratto e formalizzato. E merito del libro mettere in luce tale hu- mus, con tanto di caratterizzazio- ni, pregiudiziali e scelte metodolo- giche, in maniera equilibrata, fa- vorita dal fatto che l'autrice, non essendo un'accademica, non ha posizioni da difendere a priori. Luigi Fleischmann Un ragazzo ebreo nelle retrovie (1943-1944) Bruno Maida (a cura di) 1938 I bambini e le leggi razziali in Italia Lampione eccessivo e tragico, vicino alla destra anarchica » americana Editrice La Giuntina - Via Ricasoli 26, Firenze w tvvv.giuntina.it