n.7/8 |dei libri del mese il ■ Cinquanta romanzi Mario Barenghi ■ ■ i ■ 1 La marchesa uscì alle cinque. L'esplosione si verificò dopo nove minu- ti esatti, quando gli altri, spazientiti per il ritardo del notaio, erano tutti riuniti nello studio. 2 La marchesa uscì alle cinque. Di noi quattro, ovviamente, solo quel fesso di Jules era stato lì ad aspettarla fino a quell'ora. 3 La marchesa uscì alle cinque. Albeggiava appena: dal suo giaciglio, nella stanzetta accanto al portone, solo il servo più anziano avvertì il ru- more del battente sommessamente richiuso. 4 La marchesa uscì alle cinque (no). La marchesa era uscita alle cinque (nemmeno). La marchesa fu uscita alle cinque (fu uscita?!?). La marchesa aveva intenzione di uscire alle cinque, senonché (merda). La cuoca uscì al- le cinque. (Evvai!). 5 La marchesa uscì alle cinque. Ora di Rio, s'intende. 6 La marchesa uscì alle cinque. Il tassista non fece caso al suo aspet- to, né mentre saliva in macchina, né quando pagò; e in questo modo buttò via l'unica grande occasione della sua vita. 7 La marchesa uscì alle cinque. Chiuse ^ gli occhi e respirò profondamente; della commozione che l'aveva colta d'improv- viso mentre salutava le guardie non rima- neva più traccia. 26 La marchesa uscì alle cinque. "Non ne posso più, non ne posso più", singhiozzò Marie accasciandosi sulla sedia. 27 La marchesa uscì alle cinque. Si guardò attorno e trasalì: dov'erano finiti i cammelli? 28 La marchesa uscì alle cinque. Quando comparve sulla soglia del pa- lazzo, ai due giovani sembrò che per un istante l'intero faubourg Saint- Germain fosse percorso da un fremito. 29 La marchesa uscì alle cinque. Un po' svalvolata, come al solito. 30 La marchesa uscì alle cinque. E ancora adesso, a distanza di trenta- due anni, mi domando per quale motivo l'abbia fatto. 31 La marchesa uscì alle cinque. Il granduca, che l'aspettava dietro l'angolo, l'accolse con un sorriso radioso: "Roba finissima oggi, roba di prima scelta", disse. 32 La marchesa uscì alle cinque. Guardò con disprezzo i quattro che l'attendevano con il cappello calato sugli occhi: "Vediamo di salvare alme- no le apparenze", bisbigliò. 8 La marchesa uscì alle cinque. Più pre- cisamente: alle quattro e cinquantasette minuti. 9 La marchesa uscì alle cinque. Il caldo del sole pomeridiano, tornato finalmente a inondare il grande viale, faceva splen- dere le corazze degli armadilli ammassati lungo lo spartitraffico. 10 La marchesa uscì alle cinque. Rinca- sò verso le sei e mezzo, uscì di nuovo po- co prima delle undici, ricomparve intor- no alle tre di notte, e nessuno la vide più fino al mattino successivo, quando la maggior parte dei lettori aveva già cam- biato romanzo. 11 La marchesa uscì alle cinque. Ma so- lo secondo alcuni. 12 La marchesa uscì alle cinque. Af- franto, Robert si strinse le tempie fra le mani: dunque era vero, era proprio vero. 13 La marchesa uscì alle cinque. Ok, fece l'uomo con la cicatrice, a destra in fondo, la porta verde. ; 14 La marchesa uscì alle cinque. Come previsto, dietro le transenne s'era adunata una piccola folla di cronisti e fotografi: ma lui non c'era. 15 La marchesa uscì alle cinque. Mille sguardi carichi di odio cercarono invano di intravedere i suoi lineamenti attraverso le tendine del brougham. 16 La marchesa uscì alle cinque. "Puntuale come un orologio", sogghi- gnò Moses. 17 La marchesa uscì alle cinque. Lo spesso odore della casseruola attirò in un baleno tutti i gatti del vicinato. 18 La marchesa uscì alle cinque. Ma da dove, questo è il problema. 19 La marchesa uscì alle cinque. «Mira bene stavolta, imbecille", sibilai nel microfono. 20 La marchesa uscì alle cinque. Mi venne incontro e sorrise: "Spero che tu sia un po' più in forma, oggi, tesoro". 21 La marchesa uscì alle cinque. Cazzo! Di nuovo? 22 La marchesa uscì alle cinque. "Oddio il gas" fece, e tornò dentro. 23 La marchesa uscì alle cinque. "Non si è neanche rifatta il trucco, quella troia", pensò Christine. 24 La marchesa uscì alle cinque. Minuto più minuto meno, neh. 25 La marchesa uscì alle cinque. Sulle prime stentai perfino a ricono- scerla: quegli abiti sgargianti, i tacchi a spillo, tutti quei cani. Autobiografia Noto, e citatissimo, è il brano in cui Paul Valéry, deplorando il romanzo come genere, propone quale esempio di irrisarcibi- le banalità l'incipit "La marchesa uscì alle cinque". Questa frase ha sempre affascinato Mario Barenghi, che a un certo punto s'è messo d'impegno a confezionare ipotesi di continua- zione. Critico letterario e italianista, Barenghi (Milano 1956) si è occupato finora soprattutto di Italo Calvino (di cui fra l'al- tro ha curato, insieme a Claudio Milanini e Bruno Falcetto, l'edizione delle opere nei "Meridiani" Mondadori), Alessan- dro Manzoni (Ragionare alla carlona. Studi sui "Promessi Sposi", Marcos y Marcos, 1994), Giuseppe Ungaretti (Unga- retti. Un ritratto e cinque studi, Mucchi, 1999). L'ultimo suo volume apparso è Oltre il Novecento. Appunti su un decen- nio di narrativa, 1988-1998 (Marcos y Marcos, 1999);presso le edizioni Unicopli è in corso di pubblicazione un saggio di teoria letteraria, che ha per oggetto ì caratteri e la funzione dell 'autore. Già collaboratore deW'Unità" e di "Linea d'om- bra", scrive sull'Indice" e sull'annuario Tirature. Dopo aver trascorso nove anni all'università di Udine, attualmente inse- gna letteratura italiana moderna e contemporanea nella nuo- va sede universitaria di Milano Bicocca, che egli raggiunge in bicicletta, seminando irritazione fra gli automobilisti e panico fra i pedoni. D'estate no, ma nelle altre stagioni dell'anno, di solito, esce di casa alle otto e un quarto, per accompagnare la figlia a scuola: circostanza senza dubbio non molto romanze- sca, ma tutt'altro che priva di poesia, specie se si considera che il tragitto è sovente dedicato alla composizione estemporanea di filastrocche. 33 La marchesa uscì alle cinque. Come le mie gentili lettrici avranno indovinato, non era la prima volta che ciò succedeva. 34 La marchesa uscì alle cinque. "Mio Dio, questa volta monsieur Hersant mi ucciderà sul serio", disse fra sé. 35 La marchesa uscì alle cinque. Dietro di lei, il solito codazzo di vagheggini, cici- sbei, androidi, lemuri. 36 La marchesa uscì alle cinque. Esat- tamente nell'istante in cui, già da novan- tatré anni - cioè dal giorno che il terre- moto aveva coperto crepe profonde in tutte le case che circondavano palazzo Zerrilli Merimò - il cornicione del por- tale aveva deciso che si sarebbe buttato di sotto. 37 La marchesa uscì alle cinque. E quando, sennò? 38 La marchesa uscì alle cinque. Cer- cando nella borsetta le chiavi della Ja- guar, tentò con l'indice il filo del taglia- carte. 39 La marchesa uscì alle cinque. La temperatura era salita ancora: quelli che j| " camminavano a piedi nudi adesso ri- HHHHHHHi schiavano seriamente di rimanere invi- schiati nell'asfalto. 40 La marchesa uscì alle cinque. "Non credi, Anatole, che in questa sta- gione sarebbe meglio se uscissimo un pochino più presto? 41 La marchesa uscì alle cinque. Ansante, lacera, piena di sangue, ma vi- va. 42 La marchesa uscì alle cinque. O entrò, se preferite: è solo questione di punti divista. 43 La marchesa uscì alle cinque. "Sorridete a tutti", sussurrò il principi- no baciandole la mano, "e lasciate parlare me". 44 La marchesa uscì alle cinque. Mi rendo conto che questo non cambierà le vostre vite, ma io non so che farci, del resto cosa vi aspetta- vate dalla prima frase? 45 La marchesa uscì alle cinque. "Bingo! Chiama la centrale, Judy". 46 La marchesa usci alle cinque. "Mi venga un colpo se mi ricordo dove dovevo andare", pensò. 47 La marchesa uscì alle cinque. Il campiello fu subito invaso da un feto- re insopportabile. 48 La marchesa uscì alle cinque. Nell'uomo che le dava il braccio qual- cuno riconobbe Paul Valéry. 49 La marchesa uscì alle cinque. Immediatamente le cornacchie ammu- tolirono. 50 La marchesa uscì alle cinque. Ma di due giorni dopo.