EditoriA Inauguriamo con questa pagina uno spazio mensile dedicato all'editoria e alle politiche librarie ospitando due interventi che ci paiono di particolare rilevanza, due proposte operative di salvaguardia e rilancio del mercato del libro di qualità promosse da due importanti editori, Bollati Boringhieri e Laterza. Speriamo in questo modo di contribuire alla diffusione di queste iniziative, e di aprire una discussione che ci auguriamo proficua. I Presìdi del libro di Alessandro e Giuseppe Laterza Gme si conquistano nuovi lettori? Anche creando ccasioni di incontro con i libri. Dove i libri mancano è più difficile che se ne avverta il bisogno. Pensiamo a un ragazzo cresciuto in una casa senza biblioteca: le chance che egli diventi un lettore sono poche. Viceversa, vedere i genitori leggere stimola sicuramente i figli a seguirli, anche se magari con scelte diverse. È da queste semplici considerazioni che è nata l'idea dei Presìdi del libro, cioè il progetto di creare una libreria laddove manchi, che sia una città o un quartiere. Il termine è preso a prestito dallo Slow Food, un movimento nato a Bra una decina d'anni fa e che ha realizzato con grande successo i Presìdi alimentari, prima in Italia e oggi in tutto il mondo. L'idea di Carlo Petrini e dei suoi compagni è di rilanciare un alimento di qualità (dal lardo di Colonnata allo sciacchetrà delle Cinqueterre) che sta uscendo dal mercato. Per far ciò lo Slow Food ha mobilitato in loco energie di vario tipo, pubbliche e private, ricreando intorno al prodotto un forte interesse anche commerciale. I Presìdi (in Italia oggi più di cento) hanno aiutato i produttori a farsi conoscere e a camminare (e in qualche caso correre) con le proprie gambe. Certo, per i prodotti alimentari si può usare la leva del prezzo assai più che per un libro. Rimane il fatto però che l'esperienza dello Slow Food dimostra che un mercato si può creare (o ricreare) anche quando sembra scomparso. Perché non provarci anche con i libri? La proposta che abbiamo fatto agli editori e ai librai italiani è di creare un'Associazione dei Presìdi del libro. Tale associazione non dovrebbe avere scopo di lucro né gestire direttamente alcuna attività commerciale. Dovrebbe invece impegnarsi a promuovere in ogni modo la lettura e a creare le condizioni ambientali e strutturali perché possa nascere una libreria. Per capire meglio, facciamo un esempio. A Lodi, una ricca città che conta circa 50.000 abitanti, non esiste oggi una libreria vera e propria, che tenga cioè non solo gli ultimi best-seller ma anche il catalogo degli editori. Esistono però scuole e biblioteche, un assessorato alla cultura, giornali e televisioni, una banca popolare importante, forze economiche sensibili alla cultura. Ed esistono certamente lettori forti, che magari rimpiangono la mancanza di una libreria e devono ricorrere a Internet o a Milano per procurarsi un libro di qualche anno fa. Collegare tra loro questi soggetti in un'associazione per la lettura sarebbe il primo passo dell'Associazione dei Presìdi del libro. Reperire finanziamenti per le nuove librerie anche nella forma di venture capital, il secondo. Identificare librai già qualificati o da formare interessati a impegnarsi, il terzo. Garantendo da parte degli editori condizioni iniziali molto vantaggiose alla nuova struttura che si va costituendo (oppure a quel punto-vendita già esistente che voglia trasformarsi in libreria). Lo scopo iniziale è quello di creare le condizioni perché la libreria nel giro di un anno si ripaghi i propri costi e possa svilupparsi autonomamente. Ma il vero obiettivo è quello di aumentare i lettori di libri a Lodi, cioè far passare molti giovani (e non) dall'area dei non-lettori a quella di lettori o anche dall'area di lettori deboli (1-2 libri all'anno) a quella di lettori forti, competenti, selettivi. Da quando abbiamo lanciato la proposta, le adesioni sono state numerose. Non solo da parte di importanti editori italiani (da Mondadori a Rizzoli, da Zanichelli a e/o, da Bollati Boringhieri a Donzelli, da Editori Riuniti a Fazi) o delle Associazioni di categoria dei librai e degli editori. Ma anche da parte di privati cittadini, spesso insegnanti, gruppi di quartiere, potenziali librai. Una insegnante di Augusta in Sicilia, Gaetana Fazio, ad esempio, ci ha scritto: "Sono un'insegnante elementare d'Augusta, una cittadina di circa 50.000 abitanti, molto industrializzata, porto militare, secondo in Italia, tanti negozi alla moda di giocattoli, abbigliamento, supermercati, cartolibrerie, ma nessuna libreria! ". Queste adesioni, anche individuali, sono importanti, perché nella scelta delle città su cui intervenire ci baseremo anche sulla vivacità e reattività del tessuto locale, a partire dalle scuole, dove sono tanti gli insegnanti che hanno passione per i libri, e delle biblioteche. Chiunque voglia scriverci può farlo alla nostra e-mail laterza@laterza.it. A settembre tireremo le somme, e se le adesioni saranno nutrite ed economicamente rilevanti (abbiamo chiesto agli editori almeno un milione di contributo iniziale e ci rivolgeremo a tutti i soggetti privati e pubblici sensibili alla diffusione dei libri), potremo effettivamente costituire l'Associazione e partire. È una bella sfida per un bene prezioso come il libro, oggi messo un po' nell'angolo da mezzi di comunicazione forse più facili e immediati ma con minore ricchezza analitica e immaginativa. Slow Book di Alfredo Salsano Slow Book è la denominazione assunta dal libero coordinamento di editori e librai indipendenti originariamente promosso da Bollati Boringhieri e da un gruppo di librai torinesi - i "Librivendoli" - nonché dalla rivista "LN - Libri Nuovi", che da un paio di anni si battono insieme per conquistare nuovi spazi (e salvaguardare quelli esistenti) all'editoria di proposta e a un commercio librario degno di questo nome. L'anno scorso un appello lanciato in occasione della Buchmesse di Francoforte, e ivi presentato con la collaborazione di André Schiffrin e Klaus Wagenbach, era intervenuto sulla questione del prezzo fisso del libro, forte della sottoscrizione di una trentina di editori piccoli e medi (Archinto, Armando, Bruno Mondadori, Dedalo, DeriveApprodi, Elèuthera, e/o, manifestolibri, Meltemi, Morcelliana ecc.). Nel frattempo cresceva il numero dei librai interessati, mentre sin dall'inizio partecipavano all'iniziativa l'Ali (Associazione librai italiani) e l'Aipe (Associazione italiana piccoli editori, ora sezione dell'Aie, Associazione italiana editori). Questo per i precedenti. Alla Fiera del libro di Torino, lo scorso 21 maggio, presenti Massimo Citi per i "Librivendoli", Alberto Conte e Alfredo Salsano per Bollati Boringhieri, Rodrigo Dias per l'Ali e Diego Novelli per Editori Riuniti è stata data comunicazione della fondazione di Slow Book, che è insieme un marchio e il futuro sito internet del marchio, con il quale si intende sviluppare l'azione intrapresa allo scopo di rafforzare ed estendere attraverso la collaborazione di editori e librai un mercato del libro di proposta che ha nel commercio librario indipendente il suo snodo essenziale. Senza assistenzialismi e basandosi su una ragione economica depurata dalle perversioni finanziarie e connessa demagogia di un accesso alla lettura che avverrebbe principalmente attraverso la produzione di libri a basso prezzo destinati alla distribuzione di massa, gli editori e i librai che hanno dato vita a Slow Book considerano che il mercato del libro è plurimo e che c'è posto per la produzione e il commercio di libri di qualità ad alto valore aggiunto. A fronte di una spesso scriteriata ricerca del bestseller e del libro ridotto a merce usa e getta la nuova iniziativa intende procedere praticamente a salvaguardia e a promozione di una concezione della lettura che dia tempo al tempo: il tempo lento e spesso tormentato della ricerca e della scrittura quando esse siano necessarie; il tempo lungo e apparentemente infruttuoso della maturazione di temi e problemi; il tempo, questo sì, economicamente costoso e a volte proibitivo, delle rotazioni lente in librerie, in attesa di un cliente motivato ma non sempre informato. Ecco: la prima funzione della rete Slow Book sarà quella dell'informazione qualificata e della comunicazione. Ma la seconda e principale sarà quella del commercio attraverso un sistema che orienti il cliente ad acquistare i libri prescelti nella libreria segnalata dal marchio Slow Book a lui più vicina e comoda. Per questo un comitato organizzativo in cui accanto a editori e librai saranno presenti gli altri interessati al commercio librario elaborerà nei prossimi mesi un capitolato che stabilirà le condizioni della adesione alla rete, nella quale potranno trovare posto naturalmente anche iniziative come la laterziana proposta dei Presìdi del libro. Lettere Preferirei di no. Gentile signora Cattivo, le sue rimostranze pubblicate nel numero scorso a proposito della mia scheda sul libro di Boatti, che sarebbe troppo severa e limitata nell'approccio, mi giungono del tutto inaspettate. Di Preferirei di no ho infatti segnalato un solo difetto, la tendenza retorica di fondo, che, se non compromette l'intero lavoro, parte comunque con la prima riga ("questo libro è sospeso a un'azzurra leggerezza") per finire con l'ultima, quella sulla "ventosa terra del 'no'" come "timoroso orizzonte, spesso mai varcato, del nostro vivere quotidiano". Francamente non ho mai trovato simili espressioni in alcuno studio storico, e tantomeno in quello di Goetz, il cui libro - questo sì, veramente importante perché pionieristico - ha preceduto l'opera di Boatti di circa un anno; ecco anche il motivo per cui ho scritto che si tratta di un testo in veste di omaggio. Veniamo al taglio della recensione. Mi è sembrato più utile richiamare le figure dei dodici che non soffermarsi sulla struttura del libro, la quale del resto, come si evince dalla scheda, è estremamente lineare. Non ho peraltro mancato di segnalare come Boatti ricordi quanti precedettero e seguirono i dodici sulla medesima strada, e come egli sottolinei l'importanza del manifesto internazionale degli intellettuali o dell'abbraccio mortale in cui Chiesa e fascismo strinsero la società italiana (anche tramite lo stesso padre Gemelli, cui alludo nelle ultime righe). Ciò proprio per scagionare l'autore dal sospetto di aver scritto un semplice ventaglio di biografie non comunicanti. Sinceramente: io, al leggere una recensione di questo tipo, quel libro l'avrei comprato... Daniele Rocca Dov'è Polonio? Nel numero di giugno dell"Tndi-ce" leggo una lettera del signor Luciano Coluccia nella quale viene citato "quel grandissimo pezzo che è II Polonio dei letterati: sulle riviste e chi le fa ". Vi si consiglia di rileggerlo: piacerebbe anche a me, e vi sarei molto grato se lo ripubblicaste (qualora Coluccia l'abbia letto su un vostro lontano numero, molto lontano perché io non ne ho memoria e compro "L'Indice" fin dal primo numero) o se vi fosse possibile indicarmi dove posso reperirlo o, addirittura, mandarmene una fotocopia... Non ho nessun appunto da farvi, anzi, solo complimenti: l'unica cosa, vi chiederei la bibliografia delle citazioni, sia di frasi o di libri di cui si parla. Giuseppe Parenti, Firenze In effetti sull"'Indice" il Polonio dei letterati non siamo riusciti a trovarlo neanche noi. A questo punto non ci resta che rilanciare la richiesta a Coluccia. Dov'è Polonio? Quanto alle indicazioni bibliografiche, ha perfettamente ragione. Cerchiamo di inserirle sempre. Se ce n'è sfuggita qualcuna, ce ne scusiamo.