IBUKIi Èfc HRT Dip Yri£N N.5 I DEI LIBRI DEL MESE_ Dossier n. 7 XV IBUKIi % HRT pn? Dip OYnZN JJ, condo la proprietà della sua; e se non ne scapita il significato, si segua Xeufonia e la proprietà della lingua in cui si traduce"; detto altrimenti, in generale è buona regola provarsi a conciliare il massimo di fedeltà con il massimo di scorrevolezza. Ma è ovvio che questa regola diventa un controsenso se l'autore non è scorrevole, ma ha delle impennate, delle asperità, dei ritmi affannosi, che fanno parte del suo linguaggio poetico: si dovrà allora cercare di rendere tutto questo, ma in modo tale che non appaia dovuto all'inettitudine del traduttore che incespica nella sua lingua. Il tanto discusso concetto di fedeltà consiste essenzialmente in questo. L'etica del buon traduttore letterario sta quindi nel cercar sempre di attenersi il più possibile alla lettera dell'originale, quando non ne scapiti la resa nella madrelingua. La traduzione letteraria perfetta, parafrasando un poco il Leopardi dello Zibaldone, è idealmente rappresentata dall'opera che avrebbe scritto l'au- tore straniero se 1 avesse composta direttamente in italiano. Questa definizione paradossale è l'ideale a cui deve tendere il traduttore letterario che miri all'eccellenza. Nella realtà la traduzione perfetta non esiste, ma può esistere la traduzione eccellente, che è sempre il prodotto di una identificazione del traduttore con l'autore e con il particolare libro di quell'autore: si tratta dunque di un processo di immedesimazione. Ecco perché la traduzione letteraria, un tempo spesso ritenuta una sorta di "servizio", oggi viene considerata una performing art, vale a dire una interpretazione, e il traduttore letterario viene equiparato agli interpreti dell'arte. E per quanto effimera e deperibile, perché legata alla lingua del suo tempo, rispetto al testo originale che è immutabile e fermo nel tempo, la traduzione letteraria resta pur sempre la forma più alta di comunicazione culturale fra paesi di lingua diversa. E quella che in passato era comunicazione fra ristrette élites culturali, può trasformarsi in vera e propria diffusione della cultura, se il livello generale della traduzione sarà alto. Imparare a tradurre Corsi e ricorsi di Rossella Bernascone Quando, circa venticinque anni fa, mi sono imbattuta nel seminario che avrebbe cambiato la mia vita, la traduzione letteraria non era argomento di studio nelle università italiane, e pochissime istituzioni offrivano incontri con traduttori. A seguito del forte interesse che negli anni ottanta si è sviluppato soprattutto nel mondo di lingua inglese sulle due sponde dell'Atlantico, ma anche nei Paesi Bassi e in Israele, in Italia la traduzione ha fatto il suo ingresso ufficiale negli atenei; primo, forse, fra tutti, il Corso di perfezionamento della "Sapienza", nato all'inizio degli anni novanta con la denominazione "Teoria e prassi della traduzione anglistica", ampliato dal 1997-98 alle altre aree linguistiche e ora, come "Traduzione letteraria e specializzata", anche alla saggistica d'argomento umanistico (per informazioni www.uniromal.it/ lett/perfezio. In questi ultimi anni, nonostante le proteste sulle pessime condizioni economiche, e non solo, in cui versa il traduttore letterario, l'interesse per la profes- sione è aumentato esponenzialmente: sulla Rete italiana si trovano più di 1500 voci che fanno riferimento a corsi di traduzione letteraria. Come ci si può dunque districare in un panorama così ampio? Il rapporto con gli editori A IBUKIi & HRT \3)W Dip OYniNoM^iBUKIi 3Ì7 HRT pi5? D"l y e z H p £ e CL di Laura Salmon S ri M U3 SC S 5 a z w G >h e a. 5 à ri -v M SÉ S el nostro paese, il rapporto tra mondo editoriale e attività traduttiva è ancora regolato dalla casualità. Certamente questa non è caratteristica esclusivamente italiana, vero è però che gli editori italiani immettono sul mercato una percentuale di opere tradotte straordinariamente alta, la cui qualità traduttiva è assolutamente aleatoria. Accanto a traduzioni progettate ed eseguite con competenza e accuratezza metodologica, curate da professionisti, abbondano traduzioni che potremmo definire "turistiche", prodotte cioè da "visitatori della professione", per i quali questa attività scaturisce dall'attesa di un'occupazione più stabile o dalla curiosità di misurarsi con qualcosa che si ritiene alla portata di molti. Si tratta di lavori connotati non solo da inesperienza, ma da frettolosità e presunzione, in certi casi così rozzi da pregiudicare la ricezione italiana dell'opera del suo autore, se non dell'intero sistema letterario di provenienza. Tra le cause dell'alcatorietà di cui si è detto, credo, non è solo il guadagno vergognosamente irrisorio dei traduttori letterari (spesso fin troppo disinteressati), ma il meccanismo stesso che regola la politica editoriale italiana dell'immissione sul mercato di nuovi autori stranieri. Da quando insegno alla Scuola per interpreti e traduttori di Forlì, mi trovo spesso ad aiutare giovani laureati, spesso dotati di intuito e curiosità, ad affrontare il mondo dell'editoria. Cerco di indicare loro le strade che possono condurre alla pubblicazione di un autore sconosciuto, dimenticato o tradotto particolarmente male. Tuttavia, se l'autore proposto è ormai noto all'estero, di solito è già stato "acquisito" da qualche editore che, in questo caso, si servirà del "proprio" traduttore. Ciò non implica affatto che il "proprio traduttore" sia stato selezionato in base a criteri professionali. Spesso, al contrario, la scelta dei tradut- tori è delegata ad esperti d'area o di "collana" che ricorrono ai loro allievi (mai laureati in traduzione), ai colleghi letterati o, semplicemente, agli amici. Comunque vadano le cose, per poter vedere accettata una proposta è indispensabile che sia una novità e - soprattutto - che finisca nelle mani di chi ha potere decisionale. Ecco perché è più frequente che ciò avvenga con piccoli editori che seguono da vicino ogni proposta. Poi intervengono i criteri relativi all'opera in questione (coerenza editoriale, previsioni di mercato, politica culturale, originalità, prestigio ecc.). In definitiva, al momento attuale, fatte le debite eccezioni, per pubblicare una traduzione è indispensabile almeno uno dei seguenti requisiti: la raccomandazione di una persona nota all'editore e/o la fortuna. La fortuna di consigliarsi con la persona "giusta" che aiuti a contattare l'editore "giusto" al momento "giusto". Io ho tradotto molti libri grazie ad entrambi questi requisiti, ma il mio recente successo di traduttore lo devo alle opere di Sergej Dovlatov, pubblicate da Sellerio. Ebbene: se più di dieci anni fa, durante una conferenza, non avessi fatto leggere la mia traduzione di Straniera a Gianpaolo Gandolfo, se Gandolfo non si fosse divertito tanto, se non avesse conosciuto Viktor Za-slavskij (all'epoca consulente di Sellerio), se non gli avesse telefonato, chissà quando e chi avrebbe tradotto Dovlatov in italiano. Insomma, nel nostro mondo editoriale vige un regime in cui può succedere tutto o può non succedere niente. A chi è convinto della propria idea, quindi, posso solo suggerire di non desistere, ma di non affidare a un successo ipotetico tutte le proprie speranze. salmon@sslimit.unibo.it * B M Z e ni» w s K V* & sy u § 3 e ^ a M z e f m% m s 32 W Or U HRT piP D"»p OYnXNoM^ IBUKIi ìfc HRTpiP D ip o Me* 3 In attesa dei Master che la riforma universitaria promette, probabilmente già a partire dal prossimo anno accademico, il laureato può fin d'ora iscri versi ai corsi di perfezionamento tenuti in diverse università. Per informazioni potrà rivolgersi al sito www.murst.it, anche per scoprire in quali lingue viene attivato l'insegnamento. Ad esempio: l'Università di Venezia ha già sperimentato un corso che dal prossimo anno accademico partirà come Master di Traduzione letteraria dall'inglese (www. unive. it), l'Università di Siena contempla nel perfezionamento anche le lingue dialettali (www.unisi . it) e l'Università di Bergamo offre un corso dal russo e in russo (semrusso® unibg. it). Nell'altrettanto vasto territorio delle Ssit, gli istituti universitari per la formazione degli interpreti e dei traduttori, la specializzazione letteraria non occupava in passato un posto centrale nella didattica; la riforma di questi istituti, tuttavia, ha strutturato l'insegnamento in un triennio comune, al termine del quale si consegue un diploma di mediatore linguistico, e in un biennio suddiviso in tre indirizzi (traduzione tecnico-scientifica, letteraria e interpretariato di conferenza). Fra queste scuole vogliamo segnalare la Ssit "San Pellegrino" di Misano Adriatico, che dal 1996 organizza il corso di specializzazione Tradurre la letteratura, in collaborazione con il Centro internazionale di semiotica e linguistica dell'Università di Urbino e con diverse case editrici (www.guest.net/ ssit). Non mancano inoltre, nel composito panorama, offerte da parte di centri che alla traduzione letteraria affiancano percorsi di formazione o perfezionamento alla collaborazione editoriale e che non richiedono necessariamente una laurea specialistica, ad esempio la Scuola di editoria delle Edizioni Lindau (www. cinedetour.it), la Scuola europea di traduzione letteraria di Magda Olivetti che a Firenze opera in collaborazione con le Università toscane, ma anche con il settore servizi della Con-findustria, e con stilisti italiani impegnati nella promozione culturale (segrefit® fit.unifi.it). A Torino fra le tante offerte ne presentiamo due: il Seminario di traduzione della Scuola Holden (holden@libero.it) e i Seminari del bovindo condotti da traduttori letterari italiani specializzati nella didattica, in un'atmosfera che lega le nuove tecnologie a un ambiente culturale dal sapore d'altri tempi (tradlit® libero. it). Ulteriori informazioni si potranno trovare all'indirizzo poesia® alma. unibo.it, nel sito www. alice.it, in quello di www.logos.it. Per riuscire a orientarsi nell'estesa offerta formativa può essere di grande aiuto il sito della mailing list dedicata alla traduzione letteraria da e verso l'italiano www.biblit. it. A quest'ultimo indirizzo, oltre ai consigli diretti di colleghi che operano non soltanto in Italia ma ovunque nel mondo, dall'Australia al Canada alla Russia, e che a loro volta hanno seguito o sono docenti nell'ambito di corsi, si possono trovare preziosissimi strumenti di ricerca cartacea e on-line, una bacheca legale e un archivio risorse di grande utilità sia per chi voglia intraprendere il mestiere, sia per chi da tempo ne stia percorrendo la via. rbernascone@tin.it MII^UHU ASTROLABIO Clara Claiborne Park VIA DAL NIRVANA Vita con una figlia autistica La vicenda di Jessy, autistica, che oggi lavora, dipinge e vende i suoi quadri, ha contribuito a cambiare defi nitivamente l'immagine sociale e scientifica dell'autismo Vimala Thakar L'ARTE DI MORIRE VIVENDO IL PELLEGRINAGGIO INTERIORE La vita non solamente è divina ma è la divinità stessa ed è supremamente importante non sciuparne la sacralità Eugene T. 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